MONTERUGA FRAMMENTI DI MEMORIA UN LIBRO DI ADRIANA DISO

| 20 Dicembre 2014 | 0 Comments

di Valerio Melcore _____Il Fascismo in meno di vent’anni, realizzò opere colossali, basti pensare alle bonifiche integrali come l’Agropontino e il Metapontino, zone che videro la realizzazioni di un gran numero di città.Una pianificazione territoriale che riguardò l’intera nazione. Città come Littoria (oggi Latina) progettata da Orio Frezzotti, una città eclettica e monumentale influenzata dall’arte futurista, poi fu la volta di Sabaudia, Pontinia, Aprilia , Pomezia e poi Guidonia e Colleferro.
In Sardegna fu fondata Carbonia, tante le opere di urbanizzazione e architettoniche realizzate, basti pensare  a quel meraviglioso quartiere che è l’Euro a Roma.
A seguito delle bonifiche ci furono gli interventi di esproprio di latifondi e distribuzione di piccoli poderi alle famiglie contadine, con la possibilità di riscattarla. Questi fenomeni, in una nazione ancora prevalentemente agricola, riguardarono l’intera popolazione italiana ed in particolare le genti del Friuli, Veneto, Emilia, Romagna e Marche; v’erano però anche famiglie autoctone o prossime dell’area appoderata, come accadeva in modo particolare per le bonifiche dell’Italia meridionale, ossia del foggiano, del Metapontinoe del latifondo siciliano.
E  per ogni città costruita vi erano poi, migliaia di frazioni, di borghi grandi e piccoli che furono costruiti durante il ventennio fascista.
Anche nel Salento ci furono le bonifiche, la distribuzione delle terre ai nostri nonni contadini, quelle che nelle nostre case, e chi ha vissuto come me coni nonni lo ricorda bene, venivano chiamate le terre della riforma. La riforma fondiaria.

Tutte le zone marine, come a San Cataldo, la zona delle Cesine, Frigole dove ancora esiste Borgo Piave, e tantissimi altri centri rurali, della maggior parte dei quali non conserviamo più la memoria.
Tra questi Monteruga.
Un posto sconosciuto, che non ha fatto storia, un nome che ai più non dice nulla, ma che è restato scolpito nel cuore di donna, per lei il munuscolo Borgo di Monteruga ha rappresentato una parte importante della sua vita, della sua giovinezza, un posto magico, dove ella spesso fa ritorno con il cuore e con la mente.
Adriana Diso è questo il nome della donna, che non scrive per mestiere , eppure ha scritto un libro, lo ha fatto per amore, amore delle sue radici della sua terra.Oggi questo libro ci viene riproposto.
Ad un anno esatto dalla sua pubblicazione, esce la seconda edizione ampliata ed aggiornata del libro “Monteruga. Frammenti di memoria” di Adriana Diso pubblicato per i tipi di Edizioni Esperidi.

Il libro (introduzione di Eugenio Imbriani) sarà presentato ufficialmente sabato 20 dicembre alle ore 19.00, presso la Sala conferenze delle Cantine San Pancrazio a San Pancrazio Salentino (Br).
Dopo i saluti del presidente delle Cantine Tommaso Conte, del Sindaco Salvatore Ripa e dell’editore Claudio Martino, seguono gli interventi del presidente del GAL Terra d’Arneo Cosimo Durante, di Eugenio Imbriani dell’Università del Salento e di Michele de Filippo dell’ass. Fotofucina.
Modera Antonella Fontana presidente dell’ass. Thazamaski.
Sarà presente l’autrice Adriana Diso.
L’evento gode del patrocinio morale della città di San pancrazio Salentino, è organizzato in collaborazione con Gal Terra d’Arneo, Ass. Laboratorio Donna, Ass. Thazamaski; il volume è stato realizzato grazie al contributo economico delle seguenti aziende sanpancraziesi: Cantine San Pancrazio, Impresa Salvatore Simone, Cambitek.
IL VOLUME. Il minuscolo borgo di Monteruga sorge durante il ventennio fascista e, con le sue case, la scuola e la chiesa, è solo un puntino nelle campagne di Veglie (Le), che volgono dolcemente verso il Mar Jonio. Adriana Diso c’era: a scuola, con il suo grembiulino nero, sul vicino “monte” a guardare il tramonto, nella sua casa, diventata tanto fredda dopo la morte della mamma. Adriana ci è rimasta: ha visto fiorire il suo giardino tra le mani della mamma “nuova”, ha ricamato il suo “corredo” con le amiche e poi ha sposato il suo Biagio, lì, nella chiesa. Adriana Diso, come tutti gli altri abitanti, ha lasciato Monteruga ormai da 40 anni e con questo libro ci ritorna con il cuore. Ed un sospiro.
L’AUTRICE. Adriana Diso (1952) nasce a Castrignano del Capo (Le), ancora bambina si trasferisce nel piccolo borgo di Monteruga; ci vive fino al matrimonio per poi trasferirsi a S. Pancrazio Sal.o (Br) dove abita con la sua famiglia. Non avrebbe mai immaginato di scrivere un libro ma poi, con semplicità e candore lo ha fatto.

 

 

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Category: Libri

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