UE, ROSA D’AMATO (M5S): LA RISOLUZIONE SULL’ACCIAIO NON SIA UN NUOVO SCHIAFFO ALLE VITTIME DELL’ ILVA
Strasburgo, 16 dicembre 2014.
L’eurodeputata del Movimento 5 Stelle ha presentato 25 emendamenti per difendere vincoli ambientali e promuovere la riconversione industriale, produttiva ed ecologica dei territori.
Venticinque emendamenti per evitare che la risoluzione sull’acciaio che verrà votata domani dal Parlamento europeo non si trasformi in un nuovo, gigantesco schiaffo alle vittime dell’Ilva di Taranto. A presentarli è stata l’eurodeputata Rosa D’Amato a nome del Movimento 5 Stelle Europa. “Domani – spiega D’Amato (M5S) – il Parlamento Ue voterà una risoluzione sull’industria siderurgica con lo scopo di rilanciare il settore in Europa. Peccato che il Ppe, tra cui il forzista Antonio Tajani che ne è stato tra i principali sponsor, voglia raggiungere questo obiettivo abbattendo i vincoli ambientali e portando come esempio di avanguardia proprio l’Ilva di Taranto. Una follia contro la quale stiamo dando battaglia attraverso i nostri emendamenti”.
Nei 25 emendamenti presentati da D’Amato ci sono richiami alla responsabilità e alla chiusura dei siti siderurgici pericolosi per la salute e per l’ambiente, la richiesta di puntare sul riciclo dei materiali e sull’uso di fonti energetiche sostenibili, la difesa della tassa ambientale, il rispetto del principio del “chi inquina paga”, la richiesta di puntare sulla riconversione industriale e produttiva dei territori anche attraverso l’uso di fondi europei come l’Fse o il Feg, un maggiore coinvolgimento della società civile e delle ong nella pianificazione degli interventi. “Per noi è fondamentale – continua D’Amato – che l’Europa stabilisca con chiarezza che siti che inquinano come quello di Taranto non possano più essere un peso né per i cittadini e lavoratori, né per l’ambiente, né per le tasche dei contribuenti e delle altre economie. In tal senso, è necessario provvedere alla dismissione e alla riconversione produttiva ed ecologica di territori come quello tarantino”.
“Infine – conclude D’Amato – un appunto ai soloni del liberismo antiambientale: i problemi per le industrie europee non sono i vincoli ambientali ma il costo dell’energia e delle materie prime. Chi vuole salvare l’industria pensi meno a cancellare le sacrosante norme per la tutela dell’ambiente e della salute, concentrandosi piuttosto sull’incentivazione dell’uso di fonti rinnovabili, sul riciclo dei materiali e soprattutto sulla ricerca e sull’innovazione per un’economia circolarepost-carbon”.
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SULLA QUESTIONE NUOVO INTERVENTO DELLA PORTAVOCE DEL M5S AL PARLAMENTO EUROPEO:
“”Pd e sinistra europea dovrebbero vergognarsi. Per i loro eurodeputati l’Ilva di Taranto è tra gli impianti ‘d’eccellenza’ da salvaguardare e per questo preferiscono garantire il mantenimento della capacità produttiva piuttosto che assicurare il rilancio dell’intera provincia, la riconversione economica e le bonifiche’. E ciò in barba alla procedura d’infrazione aperta dall’Ue e alla stessa Agenzia europea dell’ambiente, che ha stimato per lo stabilimento tarantino un impatto ambientale di 2,5 miliardi tra il 2008 e il 2012”. E’ quanto denuncia l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, che oggi, nel corso della plenaria del Parlamento europeo, ha presentato un emendamento orale alla mozione di risoluzione congiunta sull’acciaio firmata da Ppe, S&D e Verdi.
L’emendamento chiedeva di far cancellare l’Ilva di Taranto dalla lista degli impianti di eccellenza, così come si legge nel testo, ma l’iniziativa dell’eurodeputata M5S è stata bloccata da alcuni membri italiani del gruppo dei Socialisti, Gianni Pittella (Pd) in testa, e del gruppo della Gue; che ne hanno impedito la votazione.
“Questa risoluzione – spiega D’Amato – dovrebbe servire a rilanciare il settore. Io, a nome del Movimento 5 Stelle, ho presentato ben 25 emendamenti al fine di sancire con forza la necessità di salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini, evitando di ripetere tragedie come quella di Taranto. Invece, nella risoluzione, grazie all’iniziativa dei deputati di Fi e Ncd e alla complicità del Pd e della sinistra europea, l’Ilva resta tra i ‘gioielli’ da salvaguardare. Una vergogna”.
D’Amato, presentando l’emendamento, ha sottolineato come “a Taranto vi sia lo stabilimento più inquinante di Europa, un impianto economicamente insostenibile, che è già stato condannato dalla Corte di Giustizia europea e che è causa di una procedura di infrazione ed è sotto processo in varie cause penali. A Taranto – ha concluso – non bisogna garantire la capacità produttiva dello stabilimento ma assicurare il rilancio dell’intera provincia, la riconversione economica e le bonifiche”.