LE RIEVOCAZIONI NEL SALENTO DELLA GRANDE GUERRA / IL NOSTRO MODESTO CONTRIBUTO AL DIBATTITO

| 9 Dicembre 2014 | 0 Comments

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO (E POI COMMENTIAMO PURE)______

“Comune di Lecce, Università del Salento, Prefettura di Lecce, Scuola di Cavalleria Lecce, Provincia di Lecce, Archivio di Stato Lecce, Cesram (Centro Studi Relazioni Atlantico-Mediterranee) Lecce, Associazione Intercultura (Centro Locale di Lecce), Cedos – Grande Guerra San Polo di Piave (TV), Istituto Archivio Storico Luce, Comitato per la Qualità della Vita, Pro Loco Lecce, Associazione Nazionale Arma di Cavalleria di Lecce e i comuni di Galatina, Ruffano, Salve, Tricase, Vernole, San Polo di Piave hanno sottoscritto questa mattina un apposito protocollo d’intesa per “promuovere e realizzare iniziative di carattere didattico e divulgativo, dirette a preservare, valorizzare e diffondere le testimonianze materiali e immateriali relative al primo conflitto mondiale; favorire lo studio della dimensione storico-culturale degli eventi della Grande Guerra, utilizzando metodologie didattiche innovative, che stimolino nei giovani la passione per la ricerca storica; organizzare mostre, convegni, manifestazioni commemorative, attività seminariali, lezioni, conferenze, laboratori e percorsi didattici in linea con quanto previsto dalla legge 78 del /2011 sulla ‘Tutela del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale’”.

“Grazie a questa Convenzione – ha spiegato il vicesindaco e assessore alla Pubblica Istruzione, Carmen Tessitore- ed in linea con il programma sulle politiche per la famiglia, intendiamo promuovere il dialogo interfamiliare e -colmando una lacuna – cercheremo di tramandare, in particolare ai nostri figli, racconti e vissuti familiari, storie di eroismo quotidiano che da molti anni non ci raccontiamo più, ma che hanno contribuito a fare la storia. Rientra in questo percorso l’iniziativa con la scrittrice Antonia Arslan, da me invitata per offrire ad alcune classi della scuola secondaria, una testimonianza concreta del genocidio armeno del 1915, di cui poco si parla e poco si conosce”.

Il Protocollo d’intesa è stato ampiamente condiviso anche dall’Università del Salento. “Abbiamo individuato comuni obiettivi – ha confermato il rettore Vincenzo Zara – E’ una strada che continueremo a percorrere per far emergere altri valori significativi e condivisi”.

Il presidente della Provincia, Antonio Gabellone, ha sottolineato il ruolo di collante della Provincia che ha trovato ragion d’essere anche nella partecipazione a questo evento che coinvolge numerosi comuni del territorio.

Soddisfazione è stata espressa anche dai rappresentanti della Prefettura di Lecce che hanno messo l’accento sulla bontà di un progetto “in linea con la programmazione e i compiti del Governo di valorizzazione delle vicende della storia patria”.

Il progetto nasce da un’idea del Cesram, in particolare dalla professore Giuliana Iurlano, e dell’Associazione Intercultura Lecce guidata da Renato Di ChiaraStanca”. 

______(g.p.) Fin qui il comunicato degli organizzatori. Per ora tutto questo ambaradan ha prodotto la solita conferenza – stampa – vetrina per politici e associazioni varie ed eventuali.

Andremo a sentire qualche lezione extrascolastica. C’è in effetti di uscire dai solite metodologie di approccio comunemente adoperate .

Sui libri di scuola “la grande guerra” viene raccontata ancora in forma retorica ed edulcorata. Ne vengono taciute le responsabilità, i costi immani di morti, feriti, mutilati, e folli, sopportati dal popolo, dai ceti più umili ed emarginati, il coinvolgimento nella carneficina delle popolazioni civili, donne e bambini in primo luogo. I tanti partiti al fronte come soldati e non ritornati, e i tanti del popolo del Salento. Di quale eroismi quotidiani parliamo, assessore Tessitore?

Non viene detto che dalla grande guerra trassero unico giovamento i ricchi, i grandi industriali, i commercianti, gli affaristi, gli speculatori e i mercanti di armi. Continua a sfuggire in essi il senso di carneficina senza senso, dipinto nella letteratura da Junger, Celine, Ungaretti, tanto per fare soltanto alcuni nomi e su cui certo tutto potrebbro proficuamente esercitarsi.

E’ ora di allargare il discorso. Cominciare a costruire una vera cultura della pace. Interrogarsi su come e quando i nostri governanti potrebbero aver violato nel frattempo l’articolo 11 della Costituzione. O su che senso abbia spendere milioni di euro per comperare gli aerei americani.

Parleranno di queste cose ai nostri ragazzi politici ed associazioni varie ed eventuali?

Sarà un’occasione persa anche oggi per rilanciare il dibattito sull’inutilità e la disumanità totale della guerra, e sul fatto che, checché continui a pensarla diversamente il nostro presidente della Repubblica, “non ci sono guerre giuste”?

Possiamo pensare finalmente a una cultura che spieghi come la guerra debba diventare non più un’opzione, ma un vero e proprio tabù?

Possiamo pensare il sogno di John Lennon nella pratica attuazione di un impegno che preveda costantemente la costruzione della cultura della pace, dopo tanti secoli, ancora oggi, di pseudo – cultura ella guerra?

Possiamo pensare a una politica che preveda, subito, senza se, e sena ma, l’ uscita dell’Italia dalla Nato?

Possiamo pensare ad avere finalmente una nostra politica estera fondata sull’ordinamento del Mediterraneo e sulla cooperazione internazionale?

E se no, di che cosa parliamo a fare?

 

 

 

Category: Cultura

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