INQUILINI MOROSI, GLI AMMINISTRATORI MINACCIANO DI NON PAGARE I FORNITORI, CON LA CONSEGUENTE SOSPENSIONE DEI SERVIZI
(c.m.)_______Gli amministratori degli alloggi pubblici sono costretti a sospendere i pagamenti verso tutti i fornitori. Negli immobili di proprietà dell’Agenzia regionale per la casa e l’abitare (Arca, ex Iacp) saranno interrotti i servizi resi ai condòmini: dalla luce all’acqua, dalla manutenzione degli ascensori alla cura degli spazi verdi comuni, dalla pulizia delle scale allo spurgo dei pozzi neri, eccetera.
Negli alloggi pubblici si registra un crescente tasso di morosità, oltre ad una parte di inquilini che corrisponde le somme dovute in forte ritardo rispetto alla scadenza, penalizzando, così, anche gli assegnatari in regola con le quote condominiali.
«Se ne devono fare carico la Regione Puglia e le Arca (ex Istituti autonomi per le case popolari)», dicono all’unisono gli amministratori. Purtroppo, nonostante gli incontri con l’Ente proprietario, non è stato ottenuto alcun risultato. Così gli amministratori si vedono impossibilitati a garantire i servizi nelle Autogestioni e nei condomini.
Nonostante le numerosissime richieste di rimborso, non è stato effettuato alcun pagamento e parallelamente è esploso il tasso di morosità, non solo per la crisi, in questo caso, si parla di morosi «incolpevoli», perché disoccupati o in cassa integrazione, ma anche per gli accordi presi fra gli ex Iacp e l’Acquedotto pugliese che non sono serviti a tamponare l’emergenza.
Tale situazione, dunque, sta provocando l’impossibilità ad erogare i servizi agli assegnatari, anche quelli che non risultano morosi.
Ne pagherebbero le conseguenze anche le ditte fornitrici ed appaltatrici di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria che, pur risultando creditrici nei confronti dei condomini, non riuscirebbero più a far fronte alle scadenze fiscali.
Category: Costume e società
UN COMUNICATO DEL CONSIGLIERE REGIONALE DI FORZA ITALIA:
“La denuncia che fanno gli amministratori degli alloggi pubblici è gravissima e sembra preludere a una situazione che non sarebbe drammatica solo per la condizione di molte famiglie (comprese quelle non morose), private di beni essenziali come acqua e luce, ma per un problema più generale di ordine pubblico, considerato il pericoloso livello di esasperazione che una eventualità del genere provocherebbe. E’ fin troppo logico auspicarsi che Regione Puglia e Arca (ex Iacp) non si voltino dall’altra parte facendo finta di niente. Innanzitutto perché esiste un problema dalla portata e dagli effetti sociali incalcolabili, poi perché l’art. 35 della Legge regionale 10/2014, com’è noto, obbliga proprio l’ex Iacp in via di principio a farsi carico della morosità per scongiurare il taglio delle forniture. Ora, capisco che ci siano talvolta norme di legge non gradite, ma quando esistono vanno applicate. Piacciano oppure no.
Alla Regione, come ho fatto anche in passato, chiedo di assicurare l’efficacia delle previsioni normative e quindi di disattivare concretamente il rischio del taglio della fornitura. Una normativa che è in generale molto chiara nel rafforzare le responsabilità che l’ex Iacp ha nei casi di famiglie indigenti e quindi impossibilitate a pagare i canoni. Sarebbe peraltro un’azione logica per non vanificare il percorso politico e istituzionale che ha portato a scelte importanti e sostanzialmente condivise in tema di politiche abitative”.