“NON VOGLIAMO UN NUOVO CASO CUCCHI”, CASA POUND E ANDARE OLTRE PER LA VERITA’ SULLA MORTE IN CARCERE DI GREGORIO DURANTE
DA “CASA POUND” DI NARDO’ E DA “ANDARE OLTRE” RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMOI IL SEGUENTE COMUNICATO______
“Verità e Giustizia per Gregorio Durante”, lo chiedono a gran voce, anche attraverso uno striscione affisso in via Rubichi, CasaPound Italia e Andare Oltre. Alla vigilia del processo che si svolgerà a Trani, nel quale sono imputati cinque dei presunti responsabili della morte in carcere del giovane neretino (nella foto, n.d.r.), avvenuta il 31 dicembre del 2011, le due associazioni intervengono pubblicamente nell’auspicio “di non doversi trovare di fronte a un nuovo caso Cucchi”, come scrivono nella nota congiunta diramata nella mattinata.
“Gregorio era malato, soffriva di crisi epilettiche e necessitava dell’assunzione giornaliera di due farmaci” – spiega Pippi Mellone, consigliere comunale di Andare Oltre, il quale ha seguito il caso fin dalle prime battute coinvolgendo anche gli onorevoli del Partito Radicale, Rita Bernardini e Sergio D’Elia.
“Uno dei farmaci prescritti a Gregorio non era disponibile nel carcere di Trani e, a quanto è dato sapere, l’amministrazione non si sarebbe mai adoperata per procurarlo” continua Pierpaolo Giuri, referente locale di Cpi. “Dopo diverse crisi e un ricovero la situazione è precipitata: Gregorio Durante, accusato di simulare i malori, non venne curato adeguatamente ed anzi fu messo in regime di isolamento dove, la notte di capodanno del 2011, morì in circostanze ancora da chiarire”.
CasaPound Italia e Andare Oltre, da sempre vicine alla famiglia Durante, chiedono che la sentenza “renda giustizia a Gregorio e a tutti i detenuti deceduti in circostanze poco chiare. Vorremmo – conclude la nota – che dal tribunale di Trani giungesse una sentenza che possa restituire dignità al concetto di ‘Giustizia’. La morte di un cittadino affidato allo Stato non rientra tra le ipotesi possibili, e lo stesso Stato è ora chiamato ad individuare le precise responsabilità di chi non ha agito come avrebbe dovuto. Non possiamo e non vogliamo assistere, come nel caso Cucchi, ad una morte senza colpevoli”.
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Morì in carcere il 31 dicembre 2011, le sue condizioni di salute peggiorarono infatti durante la detenzione, ma non fu mai trasferito in ospedale, né adeguatamente curato. Parenti e associazioni di Nardò nei giorni scorsi avevano chiesto giustizia per la morte del tentatreenne Gregorio Durante, subito soprannominato “il Cucchi salentino”. Oggi il giudice di Trani, dove avvenne la tragica morte e dove si è celebrato il processo, con l’accusa agli imputati di omicidio colposo, ha emesso la sentenza: condannato solamente il medico del carcere, a quattro mesi, assolti tutti gli altri imputati. La famiglia ricorda che Gregorio fu condannato a sei anni per aver aggredito il figlio di una guardia giurata, in pratica per avergli dato uno schiaffo, e constata quanto è stato deciso invece oggi per la sua morte; parla perciò di sentenza “scandalosa” e preannuncia ricorso in appello.