“GLI AMMINISTRATORI DI ZOLLINO SONO AMMALATI DI IDEOLOGIA”
UN GRUPPO DI RESIDENTI A ZOLLINO – COSI’ SI FIRMANO – CI HA MANDATO IL SEGUENTE ARTICOLO DI POLEMICA DENUNCIA____________
Nella foto: su una piccola aiuola all’ingresso del paese, un segnale con su scritto: “Giardinieri sovversivi” con un pugno chiuso che campeggia.
La passione per il giardinaggio è durata poca, giusto la durata di una campagna elettorale, oggi l’aiuola è piena di erbacce, ma le “minchiate” invece continuano.
Nella foto in basso: il volto coperto dalle mani di un’anziana signora in preda alla disperazione.*******
Quella di Zollino è un’amministrazione ammalata di ideologia, pensa ancora che il mondo possa governarsi con la bandiera rossa e con la falce e il martello.
Dopo che la loro ideologia è fallita, dopo che sono trascorsi 25 anni da quando è caduto il muro che i loro compagni costruirono a Berlino il cosiddetto muro antifascista, alzato per impedire alla gente di scappare da quello che i comunisti italiani definivano “il paradiso comunista”, sono passati dagli slogan “Contro il Fascismo per la Dittatura del Proletariato” a “Contro il razzismo per l’apertura delle nostre frontiere ai disperati d tutto il mondo”. Che poi siano, delinquenti, terroristi, portatori di malattie, o più semplicemente, persone, migliaia di persone depositari di culture diverse dalla nostra che confliggono con le nostre tradizioni e le nostre leggi, poco importa. Fanno la loro bella figura recitando la parte dei buoni e dei generosi, sia ben chiaro, generosi con i soldi degli altri. Per usare il linguaggio dei nostri nonni: potremmo dire:” cueru te l’auri curriscia larga”, che sta a significare che è facile fare il generoso con la pelle degli altri.
Naturalmente questo buonismo non è disinteressato. Le associazioni, cosiddette non profit, che si occupano di accogliere i migranti hanno fatto e fanno soldi a palate.
Ma la cosa simpatica e che l’Amministrazione che in questi giorni ha ospitato nel piccolo paesino della Grecia salentina una decina di giovani provenienti da altrettanti paesi africani, vogliono convincere i cittadini della bontà del loro operato, e non trovano di meglio che distribuire un volantino nel quale descrivono quei cittadini che nelle strade e nei bar discutono esprimendo tesi diversi da quelle degli amministratori con il solito armamentario: “Razzisti”.
Ebbene a questi amministratori a questi razzisti alla rovescia, che hanno sempre sputato su tutto ciò che è italiano, ricordiamo loro che quando qualche giorno fa i malati di sla sono andati a manifestare in carrozzina sotto al Ministero perchè gli avevano tagliato i fondi, alle famiglie di questi cittadini italiani, di questi poveri disgraziati, il governo del compagno Renzi ha risposto che purtroppo non ci sono fondi e che si sarebbe visto cosa si poteva fare.
Quindi se non ci sono i fondi per i malati per i poveri disgraziati italiani, come possiamo pensare di accogliere i disgraziati di tutto il mondo?
Le ridicole risposte le abbiamo ascoltate in questi mesi : ” attenti a non scatenare una guerra tra poveri”, “non strumentalizzate gli ammalati”, oppure ” si potrebbero aiutare gli uni e gli altri, se si combattesse l’evasione fiscale”.
Intanto ci sono italiani che si tolgono la vita a causa della crisi, giovani che emigrano, aziende che chiudono, ma la priorità dei nostri compagni locali e nazionali sono l’accoglienza, e i matrimoni gay.
Agli Amministratori di Zollino che con il loro comportamento manifestano una forma di razzismo contro il popolo italiano, dedichiamo questa storia, una storia vera, una delle tante storie di ordinaria disperazione.
E’ SUCCESSO IN UNA GRANDE CITTA’ ITALIANA….storia di ordinaria disperazione.
Angela una donna di 76 anni come tutte le mattine si reca al supermercato “Pam di via Archimede Milano”; tira fuori gli occhiali per controllare i prezzi con cura meticolosa; scarta il prosciutto crudo e il cotto, scarta i salumi, scarta la mozzarella, tutto costa troppo, deve fare una scelta…
Sceglie quella con il costo più basso, la infila nel carrello dove ci sono già una scatoletta di tonno e del pan carré.
La Signora Angela, si reca verso la corsia dei formaggi, con le dita sfiora il parmigiano, fruga tra i pacchetti alla ricerca di quello meno voluminoso, legge accuratamente ogni prezzo, e poi lo ripone come se avesse un ripensamento sulla scelta.
In verità la Signor Angela non ha abbastanza soldi per comprare il formaggio, decide di andare via, ma é un attimo, vede una scatoletta di Tic Tac alla menta abbandonata vicino al banco frigo, la mano scivola verso la casacca e sospinge la piccola scatolina di Tic Tac nella sua borsa.
Lei non lo sa, ma la scena viene vista dal direttore del supermercato: «Signora, Signora mi scusi può mostrarmi la sua borsa?» Pochi euro, appena tre prodotti. «Un controllo di rito, dice con un sorriso la guardia, mi segua di là»…
Il locale dove si confessano queste minuscole vergogne è un ufficio: lei da una parte, l’anziana dall’altra. «Forse ha dimenticato qualcosa – dice il direttore – sa, a volte capita…» Lei abbassa gli occhi, è rossa in volto, si vergogna, trema…
La signora Angela: “É la prima volta, mi creda non sono una ladra; ho lavorato una vita facendo sacrifici per far crescere i miei figli, ed oggi mi trovo qui a rubare una scatoletta di Tic Tac, mi vergogno molto”.
La scatoletta di Tic Tac alla menta finisce sulla scrivania: il prezzo é € 0.75 centesimi.
Nonostante questo, il direttore di nome Valerio non voluto sentire ragioni, ed ha seguito rigidamente il protocollo chiamando la Polizia per denunciare la donna.
Arriva la Polizia, dalla macchina scendono 2 agenti di nome Arturo Scongiu e Francesco Console.
Racconta Arturo Scongiu uno dei due agenti:
«quella vecchina indifesa che si scusava e diceva piangendo di non avere i soldi per pagare le mentine tremava come una foglia, ho capito subito che si trattava di una persona che fa fatica ad arrivare alla fine della prima settimana del mese. Le ho chiesto quanto pigliasse di pensione; lei, nascondendosi dietro il mio collega, mi ha risposto 320 euro. Mi ha fatto pena, ho immaginato mia nonna che non ho più, ho aperto il portafoglio e pagato le mentine al direttore».
E il direttore del Pam?
«L’ho chiamato in disparte, c’era tanta gente attorno. Gli ho detto due paroline. A questo punto (eravamo tornati davanti al supermercato) dalle persone che si erano raccolte attorno a noi si è levato un applauso spontaneo, pensa che un signore mi è venuto vicino e mi ha chiesto di poter pagare lui la spesa che la signora Angela aveva fatto: una scatoletta di tonno e del pan carrè».
Il gesto di questa donna di Milano è solo il simbolo di una parte dell’Italia che è ridotta veramente in situazioni economiche drammatiche, in totale dissonanza con il denaro pubblico sprecato e male usato, denaro pubblico che potrebbe essere messo a disposizione di quelle povere persone che non hanno cosa mangiare all’ora dei pasti.
FONTI NOTIZIA: Corriere della Sera, Tgcom24, Oggi e molti altri.
Category: Costume e società