I CITTADINI IN DIFESA DEL “PALAZZO DELLA CULTURA” DI CASTRIGNANO DEI GRECI NE FERMANO L’ABBATTIMENTO. PER ORA

| 7 Novembre 2014 | 2 Comments

IN UN DOCUMENTO CHE INVITIAMO A LEGGERE LA CRONISTORIA DEI MISFATTI ARCHITETTONICI PERPETRATI SUL TERRITORIO.

E GLI ESEMPI VIRTUOSI

(Rdl)__________ In data 4 novembre il comune di Castrignano dei Greci ha diffuso un progetto di presunta riqualificazione urbana per un’ area pedonale, e ha avviato le fasi iniziali dei lavori preparatori volti allo scriteriato abbattimento del più prezioso palazzo storico in stile Liberty ed in pietra leccese del centro storico, nelle adiacenze del castello-palazzo nobiliare chiamato Castello De Gualtieris. Il palazzo liberty a rischio  da alcuni cittadini è stato chiamato “il nostro Palazzo della Cultura”, a sottolinearne il valore.

Un’altra bruttissima storia di fondi pubblici da spendere per appalti e lavori che eliminano la bellezza e la peculiarità del territorio, per riconsegnarlo in una dimensione amorfa e anonima.  Appena pochi dopo i pini abbattuti a Campi salentina, tanto per fare un esempio, o, per farne un altro, in corso, il centro commerciale previsto a Lecce sull’area dell’ex caserma Massa.

***

Immediatamente il “Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio e  della Salute del Cittadino”,  rete d’azione apartitica coordinativa  di associazioni, comitati e movimenti locali e non, ambientalisti, culturali e socio-assistenziali; e il “Forum Ambiente e Salute del Grande Salento”, rete apartitica coordinativa di movimenti, comitati ed associazioni a difesa del territorio e della salute delle persone” hanno redatto un dossier inviato a Regione Puglia e ministeri competenti.

Nel documento, fra l’altro, si legge, e invitiamo tutti a leggerlo, perché contiene una puntuale ricostruzione degli scempi ambientali ed architettonici compiuti nel Salento da scelte scriteriate delle amministrazioni, come pure invece di alcune scelte virtuose:

“…Bisogna agire con la massima rapidità per salvare quello che è stato battezzato ormai il “Palazzo della Cultura di Castrignano dei Greci”, anche perché, abbiamo appreso, avrebbe ospitato un teatro-cinema al suo interno nei decenni trascorsi, ma anche e soprattutto per la preziosità del suo progetto architettonico dalle suggestioni neo-classiche, la preziosità dei ricchi decori liberty, e del complessivo respiro di art neuveau in un edificio interamente realizzato e cesellato nella preziosa e ormai sempre più rara “pietra leccese”. Tra i vari fregi si registrano anche delle chiavi d’arco con bassorilievi raffiguranti delle torri.

…Il presente testo di esposizione dei fatti, data l’urgenza, giunge sulla base dei dati che si è potuto raccogliere rapidamente sui luoghi dai cartelli di cantiere e dalle voci dei cittadini, demandando le procedure ispettive alle Autorità competenti interpellate per l’accesso agli atti, e la sospensione di finanziamenti pubblici e fermo coatto dei lavori. Finanziamenti pubblici per la distruzione di beni culturali dal valore pubblico! Che paradosso assurdo è mai questo!

Assistiamo ad una cattivissima pratica del fare danneggiando e non salvaguardando (quando anche solo si potrebbe spostare, smontare e ricostruire altrove come in questo caso), che non è più possibile consentire e tollerare.

Abbattimenti così insensati e scellerati hanno macchiato la condotta dei nostri paesi salentini nei decenni di negligenza passati, anni ‘50, ‘60, ‘70, e qui si vorrebbe consentire di continuare su questa strada senza virtù?
NON LO SI PUO’ TOLLERARE E PERMETTERE !

E’ UNA VERGOGNA!

Si possono vedere in questo scandaloso caso, corsi e ricorsi storici dei mali di ispirazione iconoclastica della nostra terra: come non aver a memoria lo scempio, pura barbarie, che avvenne a danno del Convento di Santa Maria del Tempio a Lecce nell’area dell’ex Caserma Massa, piazza Tito Schipa e cripta di Santa Lucia, (persino quest’ultima minacciata da un folle progetto cementificante di falsa e snaturante “valorizzazione” per accogliervi addirittura un albergo su suoi resti, da fermare assolutamente), abbattuto negli anni Settanta per lasciar posto ad un vile parcheggio, e i cui resti archeologici copiosi sono Aggiungi un appuntamento per oggial centro di aspre polemiche, che vedono da un lato i virtuosi cittadini al fianco della Soprintendenza per la difesa dei luoghi, e dall’altro progetti di fanatismo cementizio che vogliono invece completamente stravolgere la fisionomia e le ricchezze culturali dei luoghi.

Oppure come non ricordare l’abbattimento del Castello di Soleto negli anni Cinquanta per  nuove cubature edilizie nel cuore del centro storico.

Si tratta di vandaliche distruzioni dei nostri beni più preziosi, avvenute nei decenni passati quasi in uno stato di paradossale “psicosi collettiva”, che non ci si può più permettere quali che siano le motivazioni, buone o cattive, il mondo non ce lo perdonerebbe, le future generazioni non ce lo potrebbero perdonare!

Alcuni mesi or sono, nel vicino centro di Maglie, con la scusa di questa “rigenerazione urbana”, taluni volevano far abbattere un edificio addirittura molto meno prezioso, e di case popolari, e in zona B, ma interamente realizzato in pietra leccese. Per salvarlo si è sollevato uno “tsunami” di mobilitazione civica, e l’abbattimento è stato fermato; lo stesso deve ovviamente avvenire in questo caso!

Ma nel Salento, dobbiamo oggi rilevare, purtroppo, che spesso questi interventi diventano, occasioni per abradere tutto, (roccia affiorante e testimonianze archeologiche), e stendere tonnellate di cemento impermeabilizzante, cosa assurda, sul quale poi poggiare sottili lastrine di pietra, che si rompono al primo passaggio delle auto, com’è ovvio dato anche che sotto esse vanno ad impattare contro il duro cemento e non contro uno strato di morbida tufina ammortizzante, che invece in passato si usava al posto del cemento. E con quel cemento, sul cui costo qui non ci interroghiamo, limitandoci a sottolineare che son sempre soldi pubblici quindi dei cittadini, le ceneri, rifiuti di scarto, delle centrali termoelettriche a carbone fossile, come quella di Cerano a Brindisi, o delle industrie dell’Ilva di Taranto, o degli inceneritori, mescolate alle sabbie cementizie come purtroppo talune leggi permettono, finiscono nei nostri centri urbani e col cemento alimentiamo così una catena industriale immorale, persino sotto il buon proposito della valorizzazione dei centri storici, che per quelle ditte di opifici altamente insalubri, diventano occasione di vantaggiosa discarica per i loro rifiuti, che in uno Stato più attento all’ambiente dovrebbero andare in discariche speciali!

Vi sono edifici in cemento, e non certo in pietra, che hanno davvero offeso negli ultimi decenni i nostri centri storici, come ad esempio nei pressi del Castello di Corigliano d’Otranto, e per i quali davvero invece sono auspicabili progetti di demolizione e restauro paesaggistico, ovvero di loro cancellazione accelerata; anche tenendo conto del fatto  che gli edifici in cemento armato cemento, orridi davvero anacronistici e avulsi al contesto, hanno una loro limitata, fortunatamente, durata nel tempo. Questo vuol dire valorizzare, non certo accanirsi contro edifici in pietra, antichi vincolati preziosi e gradevolissimi come nel caso di Castrignano.

Un simile abbattimento avrebbe voluto dire abbattere alla base i principi di esistenza dei centri storici, dei vincoli e degli enti di soprintendenza ai beni culturali, se si può cancellare un palazzo così bello ed utile in pieno centro storico poi anche!

Come sarebbe possibile tollerare quanto rischia di avvenire in nome della “rigenerazione” urbana, quando nel territorio salentino si registrano invece buoni esempi di valorizzazione, restauro e recupero di edifici in pietra calcarea locale, più o meno impreziositi da decori scultorei, anche di archeologia industriale, come nel caso di Lecce delle Officine Cantelmo, o di Maglie, vedi il recupero del Palazzo Liberty Sticchi-Ruberti Aggiungi un appuntamento per oggisede del Museo di Paleontologia e Paletnologia e dell’antica Biblioteca comunale di Maglie, o anche il recente recupero dell’ex fabbrica dei fratelli Piccinno, gioiello liberty acquisito al patrimonio del Comune di Maglie, o ancora, sempre a Maglie, l’ottimo recupero degli edifici delle antiche concerie Lamarque sede di un museo di archeologia industriale; o ancora, il recupero dell’ex oleificio in pietra e tetti a spiovente e tegole della prima metà del ‘Novecento a Lucugnano, frazione di Tricase”.

***

A seguito di tutto ciò, la Regione Puglia, cui va dato atto nella fattispecie di essersi mossa con rapidità,  “Aree Politiche per la mobilità e qualità urbana ”, con lettera in data 5/11/2014, ha chiesto al Comune di Castrignano dei Greci, in via cautelativa, in regime di tutela, di sospendere i lavori di demolizione dell’immobile e ha convocato un incontro per il giorno 12 novembre, ore 10, presso la sede del Servizio Assetto del Territorio, a Bari.

L’auspicio è che i lavori di presunta riqualificazione urbana di Castrignano dei Greci vengano fermati e il palazzo della Cultura sia salvato: è una battaglia in difesa della bellezza e delle salvezza del nostro territorio per le giovami generazioni che verranno dopo di noi.

Category: Costume e società

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Comments (2)

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  1. redazione ha detto:

    AGGIORNAMENTO – COSI’ ORESTE CAROPPO CI AGGIORNA SULLA VICENDA:

    “TORNA LA RAGIONE SUL “PROBLEMA CASTRIGNANO
    L’incontro a Bari di questa mattina è andato molto bene. È intervenuto il Sovrintendente capo della Regione Puglia. I lavori di abbattimento sono stati sospesi. Si procederà per ora solo alla rimozione della copertura del tetto che ha bisogno di essere ricostruito.

    Dalla Regione Puglia e dalla Soprintendenza abbiamo avuto grandi rassicurazioni che fanno ben sperare per il pieno recupero del palazzo liberty teatro cinema di Castrignano dei Greci.
    La piena assurdità di quanto stava per avvenire è stata ben compresa e per fortuna in tempo dalle autorità che oggi possono intervenire per la salvaguardia di quell’importante e tanto amato e caro ai cittadini bene culturale. Importanti i dossier che vi abbiamo consegnato, come anche le tantissime firme raccolte dai cittadini del territorio mobilitatosi in questi frenetici giorni nell’emergenza.
    Abbiamo esposto il nostro piano per il pieno recupero della struttura e degli spazi circostanti nel rispetto vero delle suggestioni del nostro territorio. Continuiamo tutti a vigilare!
    Ringraziamo i tanti cittadini che hanno già firmato e che sono in numero sempre più crescente al fianco dei cittadini di Castrignano dei Greci, che rischiavano questo gravissimo trauma culturale, per scongiurare quanto sta per avvenire.
    Ringrazio anche gli attivisti Enzo Vizzi, Marcella Invidia, e Natalia Semjonova della Facoltà di Beni Culturali dell’Università del Salento che hanno fatto parte della delegazione oggi giunta a Bari dal Salento in difesa del nostro paesaggio e della nostra storia!”

  2. Mario ha detto:

    Il progetto di rigenerazione urbana è stato sottoposto più volte all’attenzione della soprintendenza, che lo ha approvato senza nulla eccepire. Come immagino tutti gli altri enti interpellati visto che il progetto è stato approvato e finanziato.
    Ora per poter recuperare questo edificio occorrerebbe più dell’intero finanziamento ottenuto per la rigenerazione. E peraltro non potrebbe essere finanziato in questo modo perché non pertinente e non ci sarebbe comunque il tempo per farlo.
    Risultato? Tutto resterà così com’è, tettoia in amianto compresa, l’impresa chiederà i danni, i progettisti pure, i proprietari anche. Da stabilire chi pagherà tra comune o soprintendenza. La regione non può che lavarsene le mani visto che si tratta di finanziamenti europei con finalità specifiche e che non potranno essere più erogati.
    Onestamente non so se ne sia valsa la pena.

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