ARRESTATO IL PRESUNTO AUTORE DELL’OMICIDIO DEL PASTORE ALBANESE DI TORRE LAPILLO
Un colpo di pistola in fronte aveva posto fine alla breve vita di Quamil Hyraj, pastore albanese di 23 anni da tempo residente in Italia, un ragazzo tranquillo, tutto dedito alla sua occupazione con cui si guadagnava da vivere, lo scorso 6 aprile, nelle campagne di Torre Lapillo, località di Torre Castiglione. Unici testimoni di quanto avvenuto, le pecore, e il fido pastore tedesco.
A chiamare il 118 e i Carabinieri, era stato proprio il suo datore di lavoro, Angelo Roi, 70 anni, di Torre Lapillo: aveva raccontato di avere trovato il cadavere quando, a mezzogiorno, era andato, come era solito fare, a controllare le attività di pastorizia.
Ma qualcosa non aveva convinto gli inquirenti, soprattutto nei rilievi balistici. Hanno continuato a indagare per tutti questi mesi, in silenzio, convinti di aver imbroccato subito la pista giusta, al comando del colonnello Saverio Lombardi, i Carabinieri di Campi Salentina, del maggiore Nicola Fasciano, e quelli di Lecce, del capitano Biagio Marro.
Questa mattina il colpo di scena. Su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe Capoccia e del giudice per le indagini preliminari Simona Panzera, è stato arrestato proprio Giuseppe Roi, 31 anni, figlio di Angelo, ritenuto l’autore dell’omicidio.
Lo avrebbe commesso per futili motivi, magari per un “gioco”, o per “scherzo” con le armi di cui era appassionato, sparando contro bersagli solidi, ma finendo con il colpire Quamil Hyvraj; e avrebbe poi inscenato un finto furto di bestiame, per dare un possibile movente all’omicidio e allontanare da sé i sospetti.
Il giovane ha negato ogni responsabilità. A breve l’udienza di convalida dell’arresto permetterà di avere più elementi su questa sconcertante vicenda.
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