LIBRI / NICHOLAS FARREL E GIANCARLO MAZZUCCA RILEGGONO “IL COMPAGNO MUSSOLINI”
Su Mussolini è stato scritto tanto e, a parte la voluminosa opera di De Felice, gli scrittori si sono perlopiù soffermati sul ventennio che va dalla ascesa al potere dopo la Marcia su Roma fino alla indegna conclusione di piazzale Loreto.
Gli autori con una ricca documentazione indugiano sulla personalità di Benito e arrivano alla conclusione che quest’ultimo fosse stato e rimasto comunque un uomo di sinistra. L’originalità dell’uomo risiede in quella che potremmo definire un ossimoro.
Mussolini è stato un avido lettore di Marx dal quale ne fu influenzato e nello stesso tempo dimostrò «un’empatia profonda piuttosto strana per un socialista, col pensiero di Nietzsche».
Il fascismo secondo gli autori deriva dalla fusione del pensiero di Marx e di quello di Nietzsche. Non paia una tesi ardita. In Mussolini era profonda la curiosità di capire come dare «uno spazio vitale all’uomo dentro la camicia di forza del marxismo scientifico».
Sulla ideologia comunista e sul credo nella Russia, già nel 1919 lo stesso Mussolini profetizzò che la rivoluzione «alla russa aveva ucciso la Russia». I sovietici, dopo la seconda guerra mondiale erano al tavolo che vincitori che scrivono la storia. Ma il crollo del muro di Berlino e i guasti prodotti da quella dittatura feroce, antistorica e causa di molti mali ed errori, furono profetizzati dal fondatore del fascismo che, pur con vari distinguo, costituì il superamento della ideologia comunista.
Il libro non parla del ventennio. Le pagine sono un film che illustra in movimento la figura poliedrica di Mussolini interpretata fuori dagli schemi che lo portarono al potere con i suoi meriti e i tanti successivi tragici errori.
Mussolini era un uomo dal grande fascino i suoi occhi erano, come scrisse Rachele, «acuti, penetranti con le pupille che parevano mandare lampi…Ho sempre pensato che chi ha ucciso Benito non poteva guardarlo in faccia, se l’avesse fatto ne sono sicura avrebbe lasciato cadere il mitra per terra».
Parole di una vedova, romagnola e contadina, possessiva e nello stesso tempo ubbidiente al suo uomo secondo la logica del tempo soprattutto in terra di Romagna.
Mussolini è stato un anticlericale mangiapreti. Sosteneva, ma non ne sono certo, di non credere in Dio al quale chiese, dandogli dieci minuti di tempo, di fulminarlo se veramente fosse esistito. Mussolini era sin dalla giovane età un ribelle.
Secondo un rapporto della polizia del 4 giugno 1919 era «molto intelligente, accorto, misurato, riflessivo, buon conoscitore degli uomini delle loro qualità e manchevolezze». Era «coraggioso, disinteressato e audace, con qualità organizzatrici». Il compagno Mussolini non è soltanto una opera biografica, è molto di più è lo spaccato di un’epoca.
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