QUALCHE RIFLESSIONE SUL DRAMMA DEI PROFUGHI DAL CENTRO DEL MEDITERRANEO. CONTROCORRENTE

| 9 Ottobre 2014 | 0 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Per capire che cosa sia Mare Nostrum, bisogna vivere al centro del Mediterraneo. Io vivo ormai a Malta da dieci anni e durante questo decennio oltre che vedere molto da vicino quello che nel frattempo è accaduto ho avuto anche la possibilità di conoscere numerose personalità inserite tanto nelle organizzazioni umanitarie che hanno gestito le varie strategie di soccorso ai clandestini (che gli altri chiamano migranti o rifugiati politici) quanto nei governi che hanno attuato le varie linee guida per la gestione del fenomeno. Parlare di Mare Nostrum senza prima aver conosciuto qualche clandestino che è entrato in Italia, in Grecia o a Malta eludendo le vigenti disposizione di legge del rispettivo paese è come parlare di prostituzione ad unavergine ignara di come si espleta un rapporto sessuale. Recentemente all’aeroporto di Malta ho conosciuto per un caso fortuito un operatore sanitario presso una NGO presente in Libia. Cominciamo con il dire che i media nazionali in Italia hanno gonfiato a dismisura la favola (tragedia) della Siria, nel senso che tutti gli sbarchi che si stanno verificando in queste ultime settimane sono profughi siriani che scappano dal loro paese. Questa è una delle più grandi falsità che continuano ad utilizzare soprattutto la stampa di sinistra o quei giornalisti radical chic per giustificare l’accoglienza e gli aiuti ad infinitum nei confronti di questi clandestini.

Di siriani forse ve ne saranno due o tre ogni trecento che arrivano ed abbiamo anche preso un dato molto ottimistico. La stragrande maggioranza arriva dal Sudan, Egitto, Eritrea, Etiopia, Somalia, qualcuno dal Niger e Nigeria. Nessuno di questi clandestini che arriva è fornito di documenti di riconoscimento: sono disposti per questo a spendere migliaia di euro, anche 5.000 ciascuno, pur di sostenere un viaggio della morte di dozzine di giorni in mezzo al deserto quando potrebbero arrivare in Italia atterrando a Roma in poche ore con un volo aereo in prima classe per molto meno della metà. Questo se avessero il passaporto. Generalmente non si possiede il passaporto perchè te lo hanno ritirato (chissà per quale motivo) oppure perchè non te lo hanno rilasciato (chissà per quale altro motivo). Dieci anni fa quando decisi di trasferirmi a Malta, dovetti presentare, contratto di affitto di un’abitazione, copertura sanitaria privata e la disponibilità di una provvista di fondi finanziari a cui avrei potuto attingere in caso di necessità o indigenza economica. L’operatore della NGO in qualità di medico mi ha rivelato che se la maggior parte delle persone in Italia fossero a conoscenza di quali rischi sanitari sta andando incontro la popolazione, soprattutto le fasce più deboli, bambini ed anziani, ci sarebbe una mobilitazione di massa che richiederebbe l’intervento dell’esercito a presidio dei confini nazionali.

Stiamo parlando di rischi ormai oggettivi legati a epidemie che potrebbero scoppiare in pochissimo tempo a causa delle condizioni igieniche e sanitarie che caratterizzano molti clandestini (scabbia e vaoiolo sono in pole position da questo punto di vista). La stampa ed i talk show nazionali, quasi tutti sinistriodi, se ne guardano bene nel dare visibilità a queste considerazioni: l’unico messaggio che deve passare è dobbiamo aiutarli e farli entrare, costi quel che costi. Noi siamo ricchi (si fa per dire) e loro sono poveri disperati. A Malta ho conosciuto in questi ultimi tre anni imprenditori libiani (qui li chiamiamo cosi) ed egiziani che sono i primi ad essere timorati per questa situazione di disordine sociale e mancanza di controllo in Nord Africa. Tutti rimpiangono i vari leader/dittatori che prima governavano i rispettivi paesi. Più di tutti si rimpiange Gheddafi, l’uomo che agli inizi degli anni Ottanta aveva intenzione di creare gli Stati Uniti d’Africa, coalizzando e guidando tutti le nazioni del continente, per evitare di subire lo strapotere delle economie occidentali. Per questo faceva paura, non perchè era un dittatore ma perchè il suo carisma e leadership potevano portare ad un cambio di svolta epocale per l’Africa e le loro genti. Purtroppo per l’ingerenza statunitense e per l’egocentricità di Amin (dittatore dell’Uganda) il progetto cadde in disgrazia.

Purtroppo con la sua morte sono iniziati i problemi per il Mediterraneo: il controllo che aveva sulla Libia e sulle sue coste rappresentava la miglior garanzia di stabilità socialeper tutti le popolazioni del Mediterraneo. Mare Nostrum è una costosa coreografia che sta andando in scena per gestire l’invasione controllata e pianificata che l’establishment sovranazioanale europeo ha ideato per consentire la sostenibilità economica e finanziaria di pensioni e debito pubblico. Senza dimenticare anche i profitti delle multinazionali dei consumi di massa. In Europa servono 11 milioni di clandestini entro il 2020, questi nuovi consumatori e lavoratori consentiranno di compensare gli effetti negativi di un progressivo invecchiamento della popolazione europea e di un crollo della natalità. Non si parla di cospirazionismo o complottismo ma di exit strategy. L’Europa che ad oggi ha sempre voluto controllare e commisariare tutto quello di cui aveva paura o quello che doveva essere gestito per l’interesse di qualcuno, sino ad ora è sempre rimasta alla finestra lasciando agli italiani il compito di gestire il tutto. Questo è il principale indizio che vi fa capire come quanto sta accadendo non solo va benissimo, ma anzi deve continuare. Lasciare il tutto nelle mani degli italiani è la soluzione ideale. Sogno un nuovo primo ministro italiano che in partenership con quello maltese istituisca una nuova authority per la vigilanza e controllo militare del Mediterraneo, in modo da vigilare e proteggere tanto i confini della nazione quanto la sua credibilità.

EUGENIO BENETAZZO

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