Assistiamo a chi si straccia le vesti per rivendicare la lesa vocazione turistica di San Foca ma che al contempo autorizzò un altro gasdotto ad Otranto come da decreto del MISE del 02 maggio 2011 e a chi, tra idiozia e malafede, suggerisce fantasiose riconversioni o subdole compensazioni. Sarebbe responsabilità della politica locale, anziché inseguire i voti, ammettere il deficit democratico che ha accompagnato l’iter autorizzativo e la negligenza della Regione Puglia che nel 2010 non impedì tutto questo ma preferì un vile silenzio assenso come semplicemente si può evincere dal decreto del MISE del 21 ottobre 2010 e che, all’ atto della ratifica dell’accordo intergovernativo, scelse di non impugnare il provvedimento per evidenti vizi di costituzionalità proprio perché era indicato l’approdo. Sarebbe stato il momento più opportuno per liberare S. Foca da questo oltraggio e stiamo parlando di meno di un anno fa.Sarebbe intellettualmente onesto da parte del PD e di SEL, almeno da parte dei candidati alle primarie, spiegare perché un’opera ritenuta impattante a S. Foca, inutile dal profilo occupazionale e strategico, dannosa alla salute, dovrebbe diventare oggetto di interesse per il territorio di Brindisi senza che questo sia consultato con un processo partecipativo da esaurirsi nelle piazze, pubblicamente e dando vita ad un contraddittorio costruttivo e chiarificatore.
Insomma, siamo costretti al gioco delle tre carte degli amministratori pugliesi che, lontani dalla serietà e chiarezza che dovrebbero all’ intera Regione, simulano un interesse atto solo a spostare l’attenzione alla colpa che hanno maturato in questi anni di lassismo.
Il M5S è pronto ad un’opposizione durissima non solo per l’approdo di S. Foca ma per tutti gli altri approdi alternativi. Tap è un progetto obsoleto e dannoso e in Puglia si deve smettere di imporre vocazioni alle province e di considerarne qualcuna meno meritevole di ascolto di altre.
BARBARA LEZZI M5S