DALLE CIMINIERE ALL’ARIA DI LECCE

| 28 Settembre 2014 | 0 Comments

(Rdl) La centrale di Cerano minaccia direttamente la salute dei Leccesi e dei Salentini tutti. Come gli scarichi dell’Ilva, per cui il Ministero della Salute ha decretato recentemente i dati scientifici relativi alla nocività dell’impianto. Non è un caso se nella nostra provincia le morti per tumore siano in forte crescita, mentre il relativo registro pubblico non viene – e non a caso – più aggiornato.

Per quanto riguarda la costa adriatica, dalle riviste tecniche e scientifiche su cui è stato pubblicato, riprendiamo e divulghiamo qui di seguito l’intervento del chimico industriale leccese Giuseppe Pellerano.

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La mia professionalità e le circostanze della vita mi hanno portato ad occuparmi di inquinamento ambientale e degli effetti derivanti sulla salute umana. Inoltre la vicinanza e collaborazione con l’ISBEM (Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo) del Prof. Alessandro Distante mi ha portato a condividere il progetto europeo COHEIRS (acronimo inglese di “Osservatori Civici per la Tutela dell’Ambiente e della Salute”).
Volendo trattare di inquinanti dell’aria che possano influire specificamente su cardiopatie occorre parlare di PM (Particulate Matter o particelle sottili). Le PM sono particelle molto piccole che si possono trovare nell’atmosfera. Sono sospese in aria come aerosol atmosferico, termine che si riferisce a queste misture di aria e particelle solide. L’origine di queste PM sono o le attività umane o eventi naturali. Queste PM hanno effetti negativi sulla salute umana e possono influenzare anche il clima e/o le precipitazioni atmosferiche. Ma il tema da svolgere, sia pure sinteticamente, sono gli effetti sulla salute umana e, specificamente, le cardiopatie.
Interessante è considerare le dimensioni di queste PM e di sostanze gassose, che possono contaminare l’aria, andando dalle dimensioni più grandi a quelle inferiori:
Polveri di cemento (megacementeria COLACEM di Galatina, LE)      8 – 100 micron Ceneri sospese o Pm prodotte da combustione di gasolio e altri prodotti petroliferi: 1 – 100 micron
Smog         0,01 – 2 micron Fumo di tabacco         0,01 – 1 micron Fuliggine o particelle di Carbone 0,01 – 0,15 micron Molecole di inquinanti 0,0 – 0,0005 micron (da 100 a 1000 volte inferiori alle particelle solide)

Fonti di produzione di PM Alcune sono naturali: vulcani, tempeste di sabbia, incendi di foreste e praterie. E’ ben noto che le eruzioni dell’Etna possano provocare l’oscuramento del cielo e costringano temporanee interruzioni di voli da e per l’aeroporto di Catania.
Altre sono indotte da attività umane: a) Inquinamento da traffico stradale. Combustione di propellenti petroliferi nelle automobili. Attenzione al fatto che l’inquinamento atmosferico, anche come PM, dipende, quantitativamente e qualitativamente, dalla natura del motore e dalla sua vetustà e stato di manutenzione. Ciononostante rimane il fatto che i motori Diesel producono molte più PM di altri motori. b) Riscaldamento delle abitazioni c) Combustione di Carbone o gasolio nelle Centrali Termoelettriche (vedi Megacentrale di Cerano, BR) d) Inceneritori di RSU (Rifiuti Solidi Urbani o meglio CDR) non progettati con impiego delle migliori tecnologie o scorrettamente gestiti e) Impianti chimici, come la Mega cementeria Colacem di Galatina (LE), la mega acciaieria ILVA di Taranto, ecc.
Formazione delle PM Le PM sono prodotte dalla combustione, ma a differenza di altri composti, come ossidi, nitrati, anidride solforosa (che dipendono dalla composizione del combustibile e da altre condizioni della combustione), si formano per reazioni di fotosintesi abbastanza complesse ad una certa distanza dal camino o punto di emissione in atmosfera. Prova ne sia che non sono facilmente arrestabili o filtrabili. Se fosse possibile filtrare i fumi dello scappamento delle auto, tutti i costruttori di motori Diesel installerebbero i dispositivi sui loro motori.
Le PM hanno diverse dimensioni e per convenzione sono suddivise in PM 10 (micron), PM 4 e PM 2,5. La tendenza delle particelle più piccole e leggere è di galleggiare nell’aria e di stare in aria anche per lungo tempo (settimane o mesi) e di percorrere anche distanze molto lunghe. Come esempio vale la sabbia del Sahara che ritroviamo, talvolta qui nel Salento, sulle nostre auto dopo la pioggia. Le PM più pesanti potranno anche tendere a scendere a terra e quindi inquineranno gli strati dell’atmosfera più bassi.
Effetti dell’inalazione delle PM sulla salute delle popolazioni Le PM 10 o più grandi di 10 micron vengono fermate o filtrate dalle ciglia nasali o dai bronchi superiori. Queste verranno ripulite e rimosse per effetto del muco bronchiale e dagli espettorati. Le PM 2,5 o inferiori (anche < 100 nanometri, 10 alla-9 mt) raggiungeranno i bronchioli e gli alveoli polmonari più profondi e la zona di scambio dei gas. Essendo particelle molto piccole, alcune si depositeranno negli alveoli ingenerando malattie bronco-polmonari, (asma, deficienza respiratoria e tumori del polmone). Uno studio del Journal of the American Medical Association riporta che le PM 2,5 portano ad alti depositi di placche nelle arterie causando infiammazione dei vasi sanguigni, ispessimento delle arterie, depositi di placche, atherosclerosi. Tale indurimento delle arterie, che ne riduce l’elasticità, porta ad attacchi cardiaci e ad altri problemi del sistema di circolazione del sangue. Un recente studio pubblicato il 21 gennaio 2014 dal British Medical Journal evidenzia che una prolungata esposizione ad ambiente inquinato da PM è connessa con la incidenza di eventi coronarici. La World Health Organization

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Category: Cronaca

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