Il Resort della Sarparea in Nardò e le manovre surrettizie degli investitori stranieri
La vicenda del resort di investitori stranieri nella zona Sarparea di Nardò sta suscitando un clamore mediatico ingiustificato. Il clima di confusione è stato attentamente pianificato ed è organico ad una attività tesa ad ingenerare per confondere i termini della questione e, magari, fornire l’occasione per un’approvazione del progetto con quei mezzi “straordinari” che stanno pericolosamente sostituendosi alla trafila di pesi e contrappesi che dovrebbero garantire una corretta valutazione in una nazione democratica come è l’Italia.
Bisogna precisare che questa vicenda nasce dall’intenzione di costruire tra gli ulivi di una delle poche zone non edificate della costa di Nardò, un resort che è stranamente composto per il 70% di villette a schiera e quindi suscita il sospetto che lo scopo principale sia la costruzione di case a vendere come è successo per la quasi totalità di precedenti simili progetti nei dintorni.
Gli ambientalisti, riuniti nel Comitato per la Tutela del Paesaggio, vollero vederci chiaro e studiando carte ed aerofotogrammetrie scoprirono che, per asimmetria della collocazione degli ulivi, si trattava di un bosco naturale e che, da documenti (pergamene) conservati negli archivi del Monastero di Santa Chiara, si ritrovano prove dell’esistenza del bosco di Ulivi già nell’anno 1452; con il conforto di esperti agronomi si valutava la presenza di numerosi ulivi monumentali (plurisecolari) non censiti. Si presentarono quindi debite osservazioni alla regione Puglia nella fase di ascolto prevista dalle procedure di valutazione sia di impatto ambientale che paesaggistico. La regione accolse le osservazione e provvide a censire gli ulteriori ulivi secolari e di conseguenza a negare il nulla osta paesaggistico.
Del resto erano evidenti, fin dall’inizio, macroscopiche forzature come le altezze degli edifici più elevati degli alberi e la profondità delle fondamenta che avrebbero comunque intaccato le radici degli ulivi in netto contrasto con l’asserzione di voler mantenere intatto l’uliveto. Anche la Consulta dell’ambiente del comune di Nardò espresse parere (ancorchè consultivo) negativo sul progetto Questo il sunto più sintetico possibile della vicenda, allegate troverete le osservazioni del Comitato Tutela Paesaggio e il parere della Consulta Ambiente di Nardò.
Fare Verde plaude alle decisioni della Regione Puglia che rappresentano il miglior modo per difendere beni dall’incommensurabile valore come l’integrità del territorio e del paesaggio, beni in assoluto non fungibili.
Non si può tollerare che chiunque venga nel Salento faccia strame del territorio solo per profitto.
Si può accettare il restauro, il recupero e il riuso di vecchi manufatti esistenti rispettando stili e codici estetici ma non si può aggiungere ulteriore volumetria anche in considerazione che quelle previste dagli strumenti urbanistici sono abbondantemente esaurite. Nei loro paesi questi signori non si permetterebbero mai di sfregiare zone incontaminate con vestigia architettoniche ma anche paesaggistiche e ambientali perché le leggi non lo consentono, lo fanno qui perchè ci considerano poco più che colonie. Facendo leva sull’opinione pubblica stremata da anni di crisi col ricatto occupazionale e con promesse di ricadute economiche molto aleatorie.
Il solito gioco degli esploratori che offrono perline di vetro in cambio di tonnellate d’oro.
L’attuale clamore mediatico provocato dai promotori di questo progetto non può costituire condizionamento per le scelte delle Istituzioni ed eventuali giudizi giurisdizionali. L’innesco di queste polemiche serve solo agli immobiliaristi per tentare uno straccio di accordo con la Regione per evitare la sentenza del Consiglio di Stato dove forse non hanno avuto modo di “rappresentare” i propri interessi come al TAR di Lecce.
Associazione ambientalista
FARE VERDE
GRUPPO PROVINCIALE
Il Responsabile
Graziano De Tuglie
CONSULTA DELL’AMBIENTE, DEL TERRITORIO E DELLA VIABILITA’
Prot. 8 Nardò 10/12/2012
Al Sindaco
All’Assessore all’Ambiente
Al Dirigente dell’area Funzionale 2°
della Città di Nardò
Oggetto: Parere PUE “Oasi Sarparea” Comparto 65 – Piano Lottizzazione del PRG vigente Loc. S.Isidoro proponente Oasi Sarparea srl.
La Consulta per l’Ambiente del Comune di Nardò, avendo preso visione, nella seduta del 26.11 u.s., del progetto indicato in epigrafe e, considerato il forte impatto del progetto in esame sull’ambiente e sul territorio nel suo complesso, e nello specifico sotto l’aspetto ambientale sotto l’aspetto paesaggistico e sotto l’aspetto geologico, esprime, all’unanimità, parere
negativo
nei confronti del progetto di cui all’oggetto con le seguenti motivazioni :
- IMPATTO IDROGEOLOGICO
La zona della Sarparea è, al pari del sito della Palude del Capitano, distante solo qualche centinaio di metri in linea d’aria, caratterizzata da doline, doline di crollo (Spundulate) e polle sorgive a mare (ben visibili quelle che sgorgano nell’impianto di Stabulazione di proprietà Murciano). Tutto ciò denota, in maniera innegabile, che la stessa fragilissima situazione geologica ed idrogeologica che esiste nella zona della Palude del Capitano, esista (e data la brevissima distanza e la stessa natura del terreno, meraviglierebbe il contrario) anche in località Sarparea. Sarebbe logico, pertanto, che tutti i vincoli geologici ed idrogeologici che proteggono la zona della Palude vadano a proteggere anche la zona della Sarparea. In ogni caso il progetto è privo di adeguato studio geologico che analizzi i terreni interessati dall’insediamento sotto questo specifico aspetto.
- IMPATTO ANTROPICO
La recente realizzazione di altro villaggio turistico nelle immediate vicinanze della spiaggetta di S. Isidoro ha ulteriormente sottoposto a stress antropico un tratto di litorale che si rivela appena sufficiente per il turismo residenziale. Ad eccezione della spiaggetta sabbiosa, infatti, il litorale a nord (verso Porto Cesareo) è delimitato da un impianto privato di stabulazione, dove la balneazione è vietata. Subito a sud della spiaggetta, invece (zona Palude del Capitano), vigono una serie di divieti di balneazione, transito, ecc. disposti dalla Riserva Marina di Porto Cesareo e dall’Ente Gestore del Parco Naturale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano. In parole povere, la zona balneare di S. Isidoro è già satura oltre la decenza e pensare ad un ulteriore carico antropico sul litorale sarebbe irrazionale, illegittimo ed improponibile.
- IMPATTO PAESAGGISTICO
L’intervento urbanistico proposto è in contrasto con le NTA del PUTT/P che disciplinano i processi di trasformazione fisica e d’uso del territorio in rapporto alla valorizzazione e alla salvaguardi delle peculiarità paesaggistiche e ambientali del territorio. E’, inoltre, un ulteriore esempio di consumo fine a se stesso del territorio senza alcun reale legame con lo sviluppo economico-turistico della zona. In ultimo esiste nell’area in oggetto un bosco di ulivi monumentali, censiti nel catasto regionale, che già ripetuti oltraggi hanno ricevuto dall’azione degli uomini non ultima una potatura selvaggia a fine della scorsa estate su cui la magistratura ha aperto un’indagine.
Il presidente
Graziano De Tuglie
Category: Costume e società