ANCORA POLEMICHE SULLA SFILATA DELL’ORGOGLIO OMOSESSUALE DI SABATO SCORSO. LE DICHIARAZIONI DI VENDOLA, CONGEDO E TUNDO
Puglia Pride, sfilata di Lecce in particolare, due giorni dopo, polemiche a scoppio ritardato.
Il consigliere regionale di Forza Italia Saverio Congedo ce l’ha con il presidente della Regione.
Nichi Vendola è intervenuto alla manifestazione di sabato pomeriggio, insieme a più di mille e duecento manifestanti, ma senza il sindaco Paolo Perrone, che pure aveva concesso il patrocinio, e fra le altre cose ha dichiarato:
“E’ un peccato per tutte le istituzioni che hanno mancato questo appuntamento, hanno perso molto, hanno perso credibilità, un’assenza che puzza di Medioevo. Grazie al cielo però il popolo che ha riempito Lecce è un bel biglietto da visita, perché l’abbattimento delle barriere, dell’intolleranza, è parte integrante della promozione della cultura. Per una città che aspira a diventare capitale europea della cultura, è arrivato il momento di abbattere il muro dell’indifferenza e dell’ignoranza.
Non si può promuovere la cultura e mantenere poi una società nel Medioevo, che cultura è?“.
Questa mattina Saverio Congedo ha diffuso la seguente nota:
“Ci è ricascato anche questa volta con il solito sussulto di intolleranza che definirei una <intolleranza al contrario>. Il punto è questo ed è molto semplice. Per Nichi Vendola è normale sfilare al Puglia Pride rappresentando un’intera Regione senza minimamente porsi il problema della condivisione dei pugliesi o almeno della maggioranza di essi. Ma passi pure questo peccatuccio di superficialità istituzionale. Arrivare però a criticare aspramente chi liberamente ha scelto di non sfilare e di non condividere è una palese dimostrazione di intolleranza e discriminazione. Insomma, un liberticidio. Giacché significa non avere alcun rispetto di chi la pensa in maniera diversa, peraltro in questo caso sui temi delicatissimi della famiglia, dei valori, delle adozioni. Non è lui a essere moderno e gli altri ad appartenere al Medioevo, ma il contrario. Anche perché strumentalizzare così la parata, francamente porta molto lontano dai propositi della riflessione e della sensibilizzazione sui diritti”.
Sempre questa mattina, è ritornato alla carica il dirigente nazionale di Fratelli d’Italia Roberto Tundo, che ha rafforzato i concetti espressi nei giorni precedenti con un’altra nota, ch qui di seguito riportiamo:
“Nel documento programmatico presentato al Congresso di fondazione tenuto a Fiuggi da FdI-AN è scritto chiaramente che “rifiutiamo una società nella quale qualunque capriccio diventa un diritto. Una cosa è combattere la discriminazione degli omosessuali, altra cosa è sostenere, per esempio, che possano adottare dei figli: questo è un capriccio, di fronte al quale difendiamo il diritto di ogni bambino ad avere un padre ed una madre. Mentre è un diritto chiamare mamma e papà i nostri genitori e non, come propone qualcuno, genitore uno e genitore due”. Per tali ragioni abbiamo espresso la nostra contrarietà alla concessione del patrocinio del Comune di Lecce ad una manifestazione che inneggia all’orgoglio omosessuale e che aspira ad ottenere il diritto alle unioni omosessuali, la possibilità di adottare bambini per coppie dello stesso sesso, la procreazione medicalmente assistita. Scriveva qualche anno fa Marcello Veneziani: “premesso il diritto dei gay a manifestare, resta il problema: può lo Stato, la Regione, il Comune dare il patrocinio al Gay Pride? Io dico di no. Perché una scelta che attiene alla vita privata non può diventare una scelta sponsorizzata da un ente pubblico che è espressione dell’intera cittadinanza. È giusto che debba sparire il crocifisso dai luoghi pubblici perché la fede è cosa privata e poi un ente debba invece apparire come sponsor simbolico dei raduni omosessuali?”.
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