A proposito del villaggio turistico previsto alle Cesine/ QUALCHE DOMANDA ALLA REGIONE PUGLIA E ALLA PROVINCIA DI LECCE. E PURE AL WWF
L’attenzione degli ambientalisti salentini, dell’associazione appositamente costituita “Difesa acque dolci” e del M5S di Lecce – manca il WWF, ed è un silenzio francamente assordante, anche perché l’area naturalistica è gestita da loro, e devo dire male, anche se …questa è un’altra storia – è concentrata in questi giorni, oltre che sulla nota vicenda della Tap, su quella che a mio modo di ragionare è una vicenda non meno importante e non meno emblematica: la prevista costruzione di un villaggio turistico a ridosso delle Cesine.
I fatti sono noti, almeno per chi ha voluto documentarsi e, documentandosi, si è stropicciato gli occhi, e anche altro. Da alcuni anni, l’impresa De Nuzzo di Casarano, molto attiva nel Salento, ha avviato un progetto per costruire un villaggio turistico residenziale, partendo dalla ristrutturazione di un vecchio casale abbandonato che si trova proprio a ridosso dell’area naturalistica.
La foto della planimetria che pubblichiamo – ripreso dal sito dell’azienda costruttrice – rende l’idea, più dei numeri, che parlano di costruzioni per 14585 mc, su una superficie di 4678 mq, per 104 camere e 260 posti letto, più piscina, ristorante, bar e quant’altro.
Ha fatto le cose per bene, ha fatto il suo mestiere.
Siamo in grado di valutare e ricostruire tutti i passaggi, che oramai vanno avanti da quattro anni. Il terreno è stato acquistato dalla famiglia Albanese dopo che il comune di Vernole ne aveva variato la destinazione d’uso.
Al momento però presenta soltanto un compromesso, non l’atto definitivo di vendita, alla Regione Puglia, alla quale chiede – per la propria attività di speculazione – absit injura verbis, uso il vocabolo in senso tecnico – privata, un finanziamento pubblico di 4 milioni di euro, a fronte di un investimento di 11: insomma, chiede che siano regalati 4 milioni di euro di soldi pubblici per i propri affari. La Regione Puglia sostanzialmente non ci trova nulla da ridire. Fa anch’essa il suo mestiere, istruisce la pratica, la divide nelle sue diramazioni e lungi dal chiarire la vicenda, la seppellisce nel sottobosco della burocrazia, in Italia al solito talmente fitto che rimane sempre problematico per chiunque non sia un super esperto capirci qualcosa.
Quel che abbiamo capito, dall’esame dei documenti che abbiamo potuto visionare, è che non ci trova niente da ridire, limitandosi alla formale osservanza degli aspetti formali della pratica. Prende atto ( come si dice nel linguaggio burocratico, prende atto, cioè “va bene” ) pure della dichiarazione della De Nuzzo, secondo cui l’area dove intende costruire sarebbe “antropinata”, orrendo termine del “burocratichese” per significare che sarebbe profondamente trasformata dall’opera dell’uomo, là dove avvengono le migrazioni egli uccelli ed esplode la flora mediterranea più rara, e va bene così. I soldi li darà al termine dell’istruttoria, per cui manca ancora un nuovo permesso di costruzione da parte del Comune di Vernole, resosi necessario in seguito a una variante del progetto approntata nel corso di questi anni, dopo il permesso rilasciato nel 2010.
Non ci ha trovato niente da ridire per le proprie competenze nemmeno la provincia di Lecce, che ha dato il VIA libera, dove non si parla di una strada, ma della valutazione di impatto ambientale sintetizzata dall’acronimo. Voi capirete, amici cari, la difficoltà per chi voglia capirci qualcosa, soltanto per decifrare il gergo burocratico e le sigle in codice, ma tant’è. Ora, lasciamo perdere per carità di patria il Comune di Vernole, perché sappiamo come spesso vanno le cose, purtroppo, nei nostri paesi. Le domande sono altre. E non sono domande burocratiche, sono domande politiche.
Possibile che a nessuno degli amministratori politici di centro – destra della Provincia di Lecce sia venuto in mente che un villaggio turistico e la frequentazione di centinaia di persone rovinerebbe irrimediabilmente il sito naturale, patrimonio storico e valore presente della comunità salentina?
Possibile che nessuno nella Regione della Sinistra, Ecologia e Libertà abbia pensato che il sistema delle acque che regge le Cesine, già minato negli anni passati dalla costruzione di un incredibile quanto assurdo campo da golf nelle vicinanze, possa essere totalmente sconvolto dal mega – insediamento?
E comunque sia, perché non impiegare certo meglio quattro milioni di euro di denaro pubblico, anziché regalarli a costruttori privati che perseguono il profitto egoistico?
Ancora, non ci vuole la laurea in fisica, o biologia, o una particolare competenza, per capire che in presenza dello stravolgimento dell’insediamento commerciale le acque dolci diventeranno salate, e poi di conseguenza devasteranno la falda acquifera dell’acquedotto potabile di Lecce e dintorni.
E pazienza per gli uccelli, che andranno a soggiornare altrove, in zone più rispettose dell’ambiente. Ma non teme il WWF che quella zona non sarà più l’oasi paradisiaca che avremmo il dovere di trasmettere alle generazioni future?
E’ questo il turismo che porta benessere? E’ questo il progresso?
Giuseppe Puppo
Category: Costume e società