LA MONSANTO TENTA DI BREVETTARE PURE I PRODOTTI NATURALI
Italia sott’occhio, mondo col cannocchiale. Rubrica di contro informazione a cura di Bepi Anguilla. Scelto per voi un articolo da Sustainable Pulse con traduzione di effedieffe.com sulle speculazioni delle sperimentazioni in agricoltura operate dalle multinazionali, un tema che riguarda da vicino il nostro Salento.
Il pericolo è che Monsanto vanti diritti, con brevetto alla mano, sulle banche dei semi che dovrebbero rappresentare un ultimo baluardo di naturalità negli anni a venire
Esponenti della coalizione No Patents on Seeds! di Francia, Germania e Spagna hanno presentato un’opposizione contro un brevetto europeo detenuto da Monsanto – famosa, anzi, famigerata multinazionale che opera con prodotti chimici in agricoltura – sui pomodori allevati in modo “convenzionale” (EP1812575). Il brevetto vanta la produzione di pomodori con una naturale resistenza ad una malattia fungina denominata “botrite”. I pomodori originari però, su cui si basa questo brevetto, provengono dalla banca dei geni situata a Gatersleben, in Germania. È risaputo che queste piante possiedono già la resistenza desiderata alla botrite, qualità ottenuta attraverso l’incrocio con altre piante di pomodoro. Monsanto ha pertanto prodotto un brevetto abilmente formulato in modo da dare l’impressione che l’ingegneria genetica sia stata utilizzata per produrre questi pomodori e far passare questa operazione come una loro “creazione”.
Christoph Then, di No Patents on Seeds!, afferma: “Visto che incrociare diverse specie di pomodori tra loro non è brevettabile, Monsanto ha deliberatamente riformulato il brevetto durante il periodo di esame per far sembrare che per questa operazione sia stata utilizzata l’ingegneria genetica. Tuttavia, una lettura attenta del brevetto mostra che ci troviamo dinanzi ad un’operazione fraudolenta. Questi pomodori non sono stati “prodotti” con un trasferimento di singole sequenze di DNA. L’Ufficio europeo dei brevetti deve prenderne atto. Questo brevetto dimostra quanto sia facile, per aziende come la Monsanto, aggirare furbescamente i divieti esistenti nel diritto riguardante la formulazione dei brevetti”.
Secondo la legge sui brevetti difatti, “procedimenti essenzialmente biologici per la produzione di piante e animali” sono esclusi dalla brevettabilità. D’altra parte, l’Ufficio europeo dei brevetti concede abitualmente i brevetti su piante geneticamente modificate. Monsanto detiene già diverse centinaia di questi brevetti, del tutto controversi. Tuttavia, in questo specifico caso, i pomodori derivano da incrocio normale, secondo natura. Inoltre, è altamente improbabile che tali pomodori possono essere stati creati mediante ingegneria genetica visto che la resistenza alla “botrite” sembra si basi su effetti combinatori di diversi geni appartenenti al genoma di queste piante. Le sequenze di geni responsabili di tale resistenza non sono noti in dettaglio. Quindi, una combinazione genetica desiderata può essere ottenuta incrociando genomi “interi”, e non trasferendo singole isolate sequenze di DNA come sostiene di aver fatto Monsanto.
Monsanto è stata anche accusata di biopirateria: i pomodori originari provenivano difatti da una banca genetica internazionale tedesca che dovrebbe salvaguardare i semi per garantire la sicurezza alimentare mondiale.
“L’impiego di semi appartenenti a banche genetiche internazionali avendo come obbiettivo l’ottenimento di brevetti sulle risorse genetiche e loro caratteristiche native è niente meno che un furto, biopirateria bella e buona ed un abusare del diritto sui brevetti”, sostiene
Francois Meienberg per la “Dichiarazione di Berna”. “Rilasciare brevetti basati su risorse genetiche conservate nelle banche di sementi internazionali ha enormi implicazioni con la disponibilità verso agricoltori ed allevatori e può ostacolare notevolmente – se non addirittura bloccare – l’accesso agli impianti necessari per un ulteriore allevamento”.
La coalizione internazionale di No Patents on Seeds! sta organizzando la sua opposizione. Fanno parte della coalizione Bionext (Paesi Bassi), laDichiarazione di Lucerna (Svizzera), GeneWatch (UK), Greenpeace ,Misereor (Germania), Fondo europeo di sviluppo (Norvegia), No Patents on Life (Germania), Red de Semillas (Spagna), Rete Semi Rurali (Italia),Reseau Semences Paysannes (Francia) e Swissaid (Svizzera).
Le organizzazioni che compongono No Patents on Seeds! sono pertanto seriamente preoccupate che tali brevetti possano favorire un’ulteriore concentrazione del mercato, rendendo gli agricoltori e le altre parti interessate della catena di approvvigionamento alimentare sempre più dipendenti da pochi grandi società internazionali, cosa che infine porterà ad una forte limitazione nella libertà di scelta del consumatore finale.
No Patents on Seeds! domanda una revisione della legge sul brevetto europeo per escludere dalla brevettabilità materiale di riproduzione, piante, animali ed alimenti derivati. La coalizione è sostenuta da diverse centinaia di altre organizzazioni.
Category: Costume e società