VESPA PUNGE GRILLO
A me Grillo è sembrato sotto tono,incalzato da un Vespa mai visto in quasi 50 anni che ce lo ritroviamo ovunque.
Da mellifluo cerimoniere di (tutti i) potenti ed accoliti del regime partitocratico imperante in Italia,Vespa si è trasformato ronzando attorno a Beppe Grillo con il pungiglione in fuori,pronto a colpire.
Fastidiosamente,ma con indubbia professionalità,ha piazzato domande e valutazioni cui il Grillo parlante,anzi strepitante,non ha di fatto risposto.
Quali ? In sintesi due : il referendum sull’euro ed il reddito di cittadinanza.
Queste,perfide,le chiavi di volta che hanno messo in luce i limiti del Grillismo.
Referendum sull’euro,promette il Capo dei 5stelle….”ma dai,Grillo,sai bene che non si può fare”…ripete costantemente il Cerimoniere costituzionale.
Ed ha ragione….,Grillo ne deve prendere atto,va in apnea e trasforma il referendum in una consultazione online.
Stessa cosa,tralasciando tutti gli altri argomenti trattati,con il reddito di cittadinanza.
Grillo ribadisce la bontà dell’idea,tenta di spiegare come non sia assistenza ma un sostegno etico e pure pratico a quanti (tantissimi)si trovino in difficoltà momentanea. Vespa insiste con la impossibilità di trovare i 15 miliardi necessari alla fattibilità della proposta.
Anche questo è,fondamentalmente,vero.
Questo sistema,questo tipo di Stato partitocratico e liberal-capitalista mai e poi mai consentirà reddito di cittadinanza e referendum sull’euro.
È qui che Grillo non riesce a varcare il Rubicone della cosiddetta “legalità”.
È un Cesare che già con la elezione di Napolitano e la mancata (per puro terrore di finire in galera) marcia su Montecitorio ha dimostrato di non essere in condizione di strafottersene dei limiti posti dalla Costituzione. Che vieta il referendum sull’euro pur se richiesto da tutto il popolo italiano,alla faccia della democrazia e della volontà popolare.
Esattamente come,con la scusa dei vincoli europei e della stabilità di bilancio,di reddito di cittadinanza non se ne parlerà mai concretamente.
Si è vantato, Grillo,di aver impedito la formazione di formazioni “naziste” in Italia. Lui stesso ha citato Grecia,Olanda,Ungheria,Germania,Finlandia e pure la Francia,tutti paesi in cui si agita minaccioso lo “spettro” del nazismo.
Bravo….! Lui,populista da salotto, ha ammesso di avere un compito preciso : combattere le spinte nazional-popolari per evitare che possano saldarsi in Europa.
Piú chiaro di così…,ma Vespa ha punto lo stesso. Ha fatto capire che Grillo,non avendo alcuna intenzione di superare con i fatti gli assetti costituzionali,non otterrà niente di niente.
Perché oggi,caro Grillo,in Italia non c’è nessuna forza organizzata capace di ribaltare le cose,non a chiacchere.
E che,non solo a mio personale parere,meriti pertanto che ci si rechi alle urne.
Perché non è dalle urne che giungerà il cambiamento…ma dalle piazze.
Ho la presunzione,non avendo alcuna ambizione politica,di essermi spiegato chiaramente e chi vuol capire capisca.
Grazie per l’attenzione.
Vincenzo Mannello
Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Non mi pare che Vespa sia poi riuscito a pungere più di tanto, nonostante la sua ormai quarantennale esperienza. Ma mi preme soffermarmi un attimo sulla presunte responsabilità di Grillo, che con il suo movimento ha di fatto impedito che Italia sia avvenuto ciò che è avvenuto in tutta Europa, la nascita e la crescita di un movimento di destra, o come scrive il dott. Manello, una forza nazional-popolare.
In Italia un movimento nazional-popolare da quella destra che immagina Manello, non nascerà mai, per il semplice motivo che l’area politica di destra, non dico quella di A.N., ma quella che si riconosceva nel Movimento Sociale Italiano, non aveva nessuna carica, non dico rivoluzionaria, ma neanche ribellistica, il M.S.I. di Almirante ha avuto la funzione, di smorzare tutte quelle forze, quei giovani, generazioni di giovani, che pensavano e volevano e combattevano per un’alternativa al sistema partitocratico e antifascista.
Il M.S.I. che a parole predicava l’alternativa al sistema, poi nei fatti nel sitema, quanto meno con i suoi vertici ci stava , accontentandosi delle briciole, mentre i giovani o venivano mandato allo sbaraglio, e si cerva di disciplinarli, educandoli all’arte sottile del compromesso.