OMFESA, CASAPOUND CHIEDE TRASPARENZA.

| 8 Maggio 2014 | 0 Comments

Trepuzzi, 7 maggio – “Mentre i lavoratori di Omfesa, da questa mattina, sono riuniti in assemblea permanente presso l’aula consiliare del Comune, per esprimere un ulteriore, disperato, appello alle istituzioni per risolvere la vertenza, sembra che qualcuno si stia adoperando per far rientrare dalla porta di servizio chi ha abbandonato la fabbrica al proprio destino, uscendo di scena solo in maniera temporanea”.

 

Francesco Pezzuto, responsabile locale di CasaPound Italia, non usa mezzi termini per commentare gli ultimi eventi riguardanti le Officine meccaniche ferroviarie del Salento e il destino degli 85 operai in mobilità. “Abbiamo appreso che in data 24 aprile è stata inviata alla curatela fallimentare una proposta di affitto di azienda, avanzata dall’avvocato Maria Alessandra Termini in rappresentanza di un costituendo consorzio di imprese. Una Pec nella quale si specifica che i diretti interessati ‘non intendono manifestare la loro identità fino a quando non saranno definiti tutti i reclami proposti dai lavoratori’ aggiungendo che lo stesso consorzio si costituirebbe dopo il 15 maggio, poiché è noto che il 9 maggio dovrebbe essere deciso il primo reclamo proposto dai lavoratori’. Si evidenzia ancora al settimo punto della proposta che il gruppo di imprese ‘ove non ritenesse conveniente la proposizione del concordato, valuterà la possibilità di partecipare all’asta per l’acquisto del complesso aziendale quando il valore sarà ritenuto conveniente, considerato l’attuale stato di crisi’”.

 

“Basterebbero queste cervellotiche richieste, atte a far ritirare agli operai i reclami proposti contro le sentenze di rigetto dei ricorsi avversi ai licenziamenti, per far dubitare della validità della proposta – spiega il responsabile di Cpi – ma non possiamo esimerci dal constatare, ed evidenziare, che l’avvocato Termini, rappresentante della cordata, è notoriamente vicina alla famiglia De Leo. E’ chiaro che questo non implica pregiudiziali particolari o voglia significare che lo stesso De Leo stia cercando di riappropriarsi di una fabbrica fallita sotto la sua amministrazione prima e proprietà dopo, ma è altrettanto vero che nessuno deve scandalizzarsi se c’è chi, come CasaPound, chiede che vengano resi pubblici i nomi delle aziende interessate”.

 

“Del resto – continua Francesco Pezzuto – non è un mistero che lo stesso Ennio De Leo, nel corso dell’inchiesta de L’Indiano di TeleRama andata in onda nel maggio 2013, dichiarò che una ‘Newco’ sarebbe stata intenzionata ad affittare un ramo di Omfesa. Chiediamo, dunque, alla curatela, alle istituzioni e ai politici interessati alla vicenda a cosa siano serviti i tavoli di lavoro e le assemblee susseguitesi in questi dodici mesi se oggi, con una situazione gravemente compromessa, stiamo assistendo alla realizzazione di quanto annunciato dallo stesso De Leo un anno fa”.

Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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