AIKIDO DOJO IL CAVALIERE. Il cavaliere medievale europeo a confronto con il samurai giapponese feudale
Nella foto:
il M° Cozzi Fiordineve 6° dan con il
M° Valerio Mlcore 3° dan durante uno stage sull’uso delle armi presso il dojo il Cavaliere in via Puccini a Lecce.
Il pensiero di chi avrebbe vinto un ipotetico scontro tra il cavaliere medievale europeo e il samurai giapponese feudale ha da sempre affascinato l’immaginazione degli amanti della scherma. Chi sarebbe emerso vittorioso o chi fosse storicamente il migliore guerriero è una questione che è stata affrontata più volte ma che non ha mai raggiunto un verdetto unanime. La diversità delle armi, delle armature, la complessità delle strategie belliche, e la stessa filosofia che stava dietro l’arte della guerra, rende la questione di non facile soluzione.
Per essere onesti, mentre vi è una quantità straordinaria di assurdità e di fantasia riguardo le spade e l’arte della scherma europea, c’è anche una buona dose di mito e ignoranza in merito ai veri insegnamenti della scherma storica giapponese. Mentre oggi è attiva una forte corrente sottoculturale che mira a promuovere in maniera forte la storica via del bujutsu e la pratica moderna del budo, non si può ancora dire lo stesso per le “perdute” arti marziali della scherma Medievale e Rinascimentale. C’è però da dire che almeno per queste ultime, esistono decine di guide tecniche sopravvissute allo scorrere del tempo che descrivono in maniera dettagliata i metodi e le tecniche di cavalieri e di uomini d’arme.
Quindi, data la complessità della questione riguardo alla scelta di quale tipo di arma, di armatura e periodo storico sarebbe più corretto effettuare, potremmo considerare l’ipotesi che i nostri due “gladiatori” appartengano entrambi al 15° secolo e che, tale duello, si svolga in armatura, impugnando una sola spada e senza scudo. In questo modo abbiamo in sostanza due combattenti, entrambi esperti nell’utilizzo di una lunga spada e di un’armatura da combattimento.
Questo risolve un sacco di domande. Ma anche qui la situazione è problematica. Dobbiamo ancora chiederci: che tipo di katana e di spada lunga? Che lunghezza della lama e manico? Dopo tutto non esisteva un modello standard di queste armi, quindi supponendo che si scelgano due armi di dimensione simile, si potrebbe considerare la spada lunga con l’elsa a croce, con lama a doppio taglio.
In questo scenario, potremmo supporre che la katana abbia un leggero vantaggio, in quanto è molto adatta nell’infliggere devastanti ferite da taglio, molto resistente grazie alla sua particolare tecnica di forgiatura e molto maneggevole grazie alla sua forma.
La spada lunga sarebbe invece molto minacciosa grazie alla sua lunghezza e alla velocità impressa ai suoi colpi dalla spinta della lama stessa, anche se i suoi attacchi non sarebbero del tutto estranei ad un samurai abituato al combattimento contro lunghe lance.
Dall’ altra parte un cavaliere potrebbe già essere avvezzo allo scontro con lame ricurve, avendo già avuto occasione di duellare contro spade simili alle scimitarre turche.
Così ancora una volta, l’esito della sfida sarebbe determinato dall’atteggiamento personale e dalle abilità individuali dei singoli combattenti.
Ci sono molte analogie tra i guerrieri feudali europei e giapponesi, ma ci sono anche significative differenze tecniche e stilistiche nei loro rispettivi approcci. In caso contrario, le loro storie marziali e le loro armi e armature, non sarebbero così distinte.
Come si può vedere, ci sono un gran numero di variabili e incognite per poter esprimere un giudizio realistico riguardo tale questione.
Il combattimento non può essere ridotto alle dichiarazioni generalizzate su chi avesse lo storico vantaggio complessivo di abilità o su chi avesse la più grande varietà di armi e armature.
Non si possono ignorare la dimostrata efficacia delle tecniche di spada e di scudo, così come non si possono ignorare l’utilità e la versatilità che una spada lunga europea, abbinata all’utilizzo di un’eccellente armatura può offrire.
Ma una katana può essere una spada veramente impressionante. La sua forma, il complicato processo di forgiatura e le tecniche marziali millenarie hanno portato il suo uso e la sua funzione a qualcosa che va oltre il semplice gesto di brandire la spada, racchiudendo in essa l’essenza stessa del guerriero.
In definitiva quindi la risposta al nostro quesito è una sola: essere un grande guerriero è una questione di capacità individuali e fattori tecnici che non sono prerogativa di nessun tipo di cultura, te mpo o periodo. Il guerriero migliore vince un combattimento, e chiunque dovesse vincere è quindi considerato a ragione il migliore combattente, o almeno quello più fortunato.
FONTI:
- “The Medieval European Knight vs. The Feudal Japanese Samurai” di J.Clements ARMA Director
Ricerca a cura di Riccardo Rizzi
Category: Cultura