MOBILITAZIONE POPOLARE IN DIFESA DELL’AMBIENTE/ VI RACCONTIAMO CHE COSA HANNO FATTO E CHE COSA HANNO DETTO
di Tonio Leuci
L’orrendo e vergognoso eccidio di oltre cento ulivi nelle campagne del Salento ha suscitato una vera e propria ondata di indignazione popolare, che si è tradotta, oltre che in una petizione sul web, anche in due manifestazioni importanti: la prima venerdì 18 aprile, la seconda domenica di Pasqua.
Venerdì, il maltempo non ha fermato un sit-in sotto la Prefettura a Lecce contro il decreto della Regione Puglia che, sotto la direttiva dell’Unione Europea, ha imposto l’espianto come unica soluzione per combattere un batterio (Xilella Fastidiosa), che porta all’essiccamento degli alberi.
Il sit- in è stato organizzato dalle associazioni ambientaliste salentine: Forum Ambiente e Salute del Grande Salento; Associazione Spazi Popolari; Coordinamento civico apartitico per la tutela del territorio e della salute del cittadino.
Il secondo evento ha visto anche l’adesione di: Arci provinciale Lecce, Associazione DnaDonna, Egerthe!, Gruppo indipendente Intervalla insaniae, Forum Amici del territorio, Sos Coste, Associazione Core De Villani, Movimento Agende Rosse Salento, associazione Sveglia cittadina, Comitato Civico La Scisciula, Soniboni officine culturali, Nuova Messapia, Cosa pubblica Puglia – Collettivo Arte ambiente Nuovi Selvaggi, Associazione di volontariato Mujmunè, Associazione “Il nodo fatato”, Associazione “La valigia parlante”Solet, Liberamente e Apertamente, Comitato intercomunale “No alla centrale a biomasse a Lequile”, associazione “Custodi del Salento”,”Meticcia” Aps, Collettivo Tesla, Cooperativa “Laboratorio Zarchar” Manfredonia, Laboratorio Omar Moheissi, FucinaAsud, Collettivo C.La.s.s. – Associazione Nuvole Taurisano.
Durante il sit in gli ambientalisti hanno gridato le ragioni della protesta:
“Era il 28 di Ottobre 2013 quando, Antonio Guario dirigente capo dell’osservatorio fitosanitario regionale e Dario Boscia CNR Bari, in assenza di letteratura e senza alcuna base scientifica, attribuivano gli essiccamenti al batterio “xylella fastidiosa”. Avevano prospettato uno scenario apocalittico, distruzione di 180 specie di piante, eradicazione di circa 8.000 ettari di oliveti, diserbanti e insetticidi a tutto spiano, anche per via aerea, per uccidere gli insetti vettori (ancora non individuati).
Con questo sit-in vogliamo coordinare la mobilitazione civica levatasi al fine di fermare l’eccidio del nostro patrimonio olivicolo. La grave minaccia della sua cancellazione è costituita oggi dall’irresponsabile azione regionale nel nome del patogeno da quarantena Xylella Fastidiosa.
La Regione Puglia ha inaugurato, all’indomani della domenica delle Palme, la mattanza dei primi 104 esemplari di olivi secolari, la maggior parte dei quali senza alcun sintomo del malanno.
Non pochi i dubbi che avvolgono l’intera vicenda, sia sotto la procedura utilizzata per comunicare l’ attuazione delle direttive fitosanitarie, sia sotto il profilo della profilassi stessa. Anomalie che si aggiungono alle tantissime accumulatesi nel corso dei mesi intorno alla questione del disseccamento.
L’incontro è volto a dare voce al territorio rimasto totalmente inascoltato ed a sottolineare l’ importanza e l’urgenza di un’indagine sulla vicenda da parte della magistratura e degli organi inquirenti.
Si chiede di fermare gli abbattimenti nonché gli interventi che dovessero prevedere irrorazione di prodotti chimici o di sintesi sempre e comunque nocivi per l’ecosistema e per la salute dei cittadini.
Si auspica che l’eco di questa crescente mobilitazione giunga ai commissari europei i quali possano indicare allo Stato membro una via di cura agroecologica dell’intero patrimonio olivicolo del Salento, poiché le esperienze pregresse hanno largamente dimostrato che eradicare le piante non serve a debellare il batterio ed inoltre, essendo carenti gli studi in materia, tutti gli istituti di ricerca dovrebbero far luce sulla vicenda. Gli ulivi del Salento sono alberi millenari, patrimonio dell’umanità, non permetteremo che vengano sterminati!”.
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La manifestazione di domenica, nonostante la Pasqua, è stata un GRANDE successo, con la partecipazione di una folla di semplici cittadini, ambientalisti e attivisti del Meet up “Salentini Uniti con Beppe Grillo”, i quali si sono dati appuntamento in piazza Sant’Oronzo a Lecce per manifestare e raccogliere le firme per due petizioni: una contro l’uso degli organismi geneticamente modificati e l’altra in difesa degli ulivi.
E’ stata alta affluenza dei cittadini, coinvolti in questa protesta, in fila per firmare: circa trecento, in due ore.
In entrambe le manifestazioni, non solo gli ambientalisti e gli attivisti del M5S, ma anche intere famiglie, proprietari agricoli e semplici cittadini, i quali si sono detti esterrefatti, arrabbiati e nauseati da una classe politica che guarda oramai solo alle grandi speculazioni delle multinazionali e agli interessi particolari degli amministratori locali.
Ognuno con i loro manifesti e striscioni: “NO ALLA STRAGE DEGLI ULIVI!”, “MORTE DEL SALENTO = MORTE DEGLI ULIVI”, “NON SI TOCCHI UN SOLO ALBERO!”, “NO SPECULAZIONI!”, “DOVE SI DEVASTA IL PAESAGGIO LI’ C’E’ LA MAFIA!”, “FUORI I CRIMINALI DAL SALENTO!” e tanti altri.
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Domenica di Pasqua è intervenuto alla manifestazione anche il cittadino portavoce e capogruppo del M5S al Senato, Maurizio Buccarella il quale, parlando alla cittadinanza, ha espresso i suoi dubbi e sospetti riguardo a questa vicenda, che può suscitare gli enormi interessi delle multinazionali del settore o di chi ha interesse nelle centrali a biomasse, al fine di reperire una quantità illimitata di legname a basso costo.
A noi di leccecronaca.it ha poi dettagliato quanto ha potuto verificare dal suo osservatorio privilegiato. Sono fatti importanti, quelli che Buccarella ha ricostruito per i nostri lettori, rimasti finora inediti. Li sottoponiamo così all’attenzione generale. Ecco quanto ci ha dichiarato:
”Ci sono dei punti che a noi del M5S ci sembrano molto oscuri. Questa storia non convince! Noi, il sospetto lo abbiamo avuto già nell’estate del 2013, quando è esploso il caso e c’erano molti aspetti che rimanevano oscuri. Come strani accadimenti con strani convegni fatti a Bari, sponsorizzati dall’università americana di Berkeley e altri punti oscuri.
Il problema Xilella non è stato all’ordine del giorno nel dibattito parlamentare, ma subito una cosa è balzata agli occhi. Io qui sul telefonino ho ancora le foto di vari emendamenti che nel dicembre 2013, in sede di dibattito e di voto sulla legge di stabilità, una legge che spostava diversi miliardi(c’era ancora Letta, doveva arrivare il nuovo “comunicatore del governo”) e noi notammo in Commissione Bilancio che arrivavano emendamenti fotocopia.
Emendamenti tutti uguali a firma di politici di di forze politiche differenti, di dare la loro disponibilità attraverso vari emendamenti al fine di stanziare svariati milioni di euro(5-15 milioni) per finanziare operazioni di quarantena per combattere l’emergenza Xilella Fastidiosa.
Emendamenti fotocopia presentati da vari senatori che suscitavano un campanello d’allarme a causa della presenza – che noi denunciammo durante l’approvazione della legge di stabilità – di lobbisti, e quindi dell’intervento delle lobby.
Persone sconosciute che all’improvviso compaiono fuori le porte delle commissioni bilancio di Camera e Senato, le quali possono anche difendere gli interessi più nobili oppure interessi oscuri e loschi. Se questi emendamenti fotocopia sono presentati in modo uguale dai parlamentari sia dei partiti della maggioranza, che da quelli dell’opposizione allora o si tratta di un qualcosa di nobile e sacrosanto o di un qualcosa, che riceve l’imput dall’esterno e quindi poco chiaro. Ed è appunto quello che noi del M5S cerchiamo di fare ogni volta e cioè di vederci chiaro e far vedere cosa succede nelle stanze del Palazzo. Ora, di fronte a questi imput esterni, sta a noi, sta a voi, sta alle associazioni, sta ai cittadini vederci chiaro e vedere alla fine che disegno esce. Se effettivamente c’è un ‘emergenza e per questo bisogna intervenire in maniera così brutale – come quella che è avvenuta con l’eradicazione degli ulivi – o se dietro c’è un qualcos’altro. Il risultato finale è la produzione di legname a basso costo, che ben sappiamo quanta gola può fare a chi ha interesse nelle centrali a biomasse, con una quantità ingente di legname a buon mercato. O – per la soluzione del problema – proposte di tipo ogm da istituti americani o trattamenti chimici o fitosanitari da svariate multinazionali del settore, che già hanno inondato di questi prodotti la nostra terra.
Noi del M5S staremo lì con gli occhi aperti e faremo su questo una battaglia. Io intanto come cittadino portavoce in Parlamento quello che posso fare è una interrogazione per chiedere al Ministero o ai ministeri competenti di vederci chiaro.
Intanto a livello locale vorrei capire: che fine ha fatto questa legna? Che trattamento ha avuto? Se è veramente contaminata che precauzioni sono state prese?
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Le associazioni ambientaliste, dal canto loro, hanno urlato la loro disapprovazione, la loro ferma protesta e tutto il loro sdegno:
“Un’azione irresponsabile, vergognosa, un’esecuzione plateale senza alcun rispetto della pur minima norma di profilassi fitosanitaria, la barbarie compiuta all’indomani della Domenica delle Palme contro oltre 100 vetusti alberi d’olivo, fatti letteralmente a brandelli, da enti pubblici che hanno smarrito ogni ragione, ogni pudore! Un atto blasfemo e palesemente strumentale e terroristico, spettacolarizzato alla mercé dei media espressamente invitati a riprendere l’atto dell’esecuzione sommaria, mentre le motoseghe facevano segatura volatilizzata dal vento del legno detto “contaminato” e “contaminante” (??), di alberi sanissimi, argentei e carichi di promettenti fiori, e la legna (detta “contaminata”) veniva caricata sui camion per esser portata ovunque senza protezione, come li stessi media hanno documentato!
I cittadini coesi in difesa dell’agroforesta degli ulivi del Salento, terra consacrata ad Atena nell’antichità, e da qui a Maria nel Cristianesimo, in un perfetto sincretismo religioso legato al sacro Ulivo, si danno convegno, per informare, coordinarsi, raccogliere le firme che arriveranno nelle mani dei soggetti preposti.
E’ una mobilitazione civica levatasi al fine di fermare l’eccidio del nostro patrimonio olivicolo. E’ l’incontro di varie realtà, agricoltori, imprenditori olivicoli, vivaisti, madri e padri, giovani, uomini e donne che amano il territorio nelle sue caratteristiche peculiari ed hanno a cuore la sua preservazione. La grave minaccia della sua cancellazione è costituita oggi dall’irresponsabile azione regionale nel nome del mistificato e strumentalizzato patogeno da quarantena “Xylella”.
Mai nel mondo, e nella storia dell’umanità, neppure per epidemie vere e concrete che colpivano l’uomo, nessun pazzo ha mai proposto la cancellazione di una regione intera, di un’intera foresta, ed oggi invece per un piccolo fito-patogeno sconosciuto all’ulivo fino ad ora nel mondo, patogeno di un albero forte e che sta già provvedendo a guarire e reagire secondo natura come da sempre ha fatto nei millenni della sua imperitura storia contro tantissimi patogeni con cui ha imparato a convivere, oggi degli agro-nemici della natura propongono, dopo una incerta diagnosi (non confrontata liberamente con tutti gli altri ricercatori della comunità scientifica mondiale – come la vera Scienza comanda), la terapia folle dell’olocausto finale! Un danno, uno sterminio che mai il patogeno potrebbe compiere negli anni, lo compiono loro con mega incentivi richiesti all’UE (Unione Europea), e chiamano tutto questo “cura”! E con l’ulivo vorrebbero fare scomparire anche la biodiversità salentina selvatica e domestica (ben oltre 150 specie di piante dette “contaminate”) e la preziosissima entomofauna, la Vita intera insomma, fare il deserto artificiale del Salento, eradicando e avvelenando con prodotti chimici industriali! E questo deformando le norme comunitarie che mai hanno parlato di obbligo all’eradicazione degli ulivi colpiti, ma semmai all’“eradicazione” o addirittura anche solo “contenimento” del patogeno. Patogeno, poi, sì ad oggi da quarantena, ma di cui non si vuole verificare neppure se sia giusto lasciarlo in questa graduatoria, dato che non si vuole studiare il decorso dei sintomi su quegli ulivi che han mostrato disseccamenti, e invece si vuole procedere in maniera oltranzista e integralista a ucciderli meccanicamente eradicandoli del tutto … prima che possano, tanti di essi, guarire naturalmente!
Inoltre entro la fine del mese di aprile si vorrebbe decidere dell’assetto del nostro territorio, attraverso la messa “in atto di misure di eradicazione, contenimento e l’istituzione di una zona tampone” per quanto riguarda la vasta area del Gallipolino, come si apprende dal documento recentemente giunto da Bruxelles.
L’incontro di oggi è volto a dare voce al territorio rimasto totalmente inascoltato ed a sottolineare l’importanza e l’urgenza di un’indagine sulla vicenda da parte della magistratura e degli organi inquirenti.
Si chiede di fermare in maniera coatta gli abbattimenti, nonché gli interventi che dovessero prevedere irrorazione di prodotti chimici o di sintesi sempre e comunque nocivi per l’ecosistema e per la salute dei cittadini.
L’incontro è volto anche alla massima partecipazione dei contadini e dei proprietari olivicoli, che è necessario informare massimamente affinché possano reagire, adendo le vie legali qualora nelle prossime ore e giorni, senza preavviso e/o forzosamente, degli ufficiali preposti dovessero eseguire altre mattanze programmate sui loro terreni.
Oggi è un giorno festivo per tutti. Ma entro undici giorni potrebbero cambiare totalmente il nostro DNA culturale, storico, paesaggistico e persino agro-genetico! Dietro ad ogni olivo c’è il nostro albero genealogico, un prezioso albero che protegge questa terra dalla desertificazione, dal dissesto idrogeologico e pone vincoli ostativi alle numerose devastanti speculazioni che minacciano come spade di Damocle sospese il nostro patrimonio paesaggistico, tutelato dall’articolo 9 nei principi basilari della nostra Costituzione.
Il Salento reagisce e lo fa proprio nella settimana di Pasqua, quando forse qualcuno sperava che la reazione dei cittadini potesse essere più blanda e distratta per le concomitanti vacanze! Una sottovalutazione ulteriore dell’Intelligenza e dell’Amore dei cittadini del Salento per la loro terra che aggiunge indignazione ad indignazione!”.
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Infine, a Pasquetta (giustamente, l’emergenza ambientale nel Salento non concedeva ferie) il neo – costituito comitato “No villaggi nell’oasi delle Cesine” ha promosso un sopralluogo in zona.
E’ stato denunciato con dovizia di particolari il fatto che, dopo anni, di alterne vicende, proprio in questi giorni sono stati dati permessi e fondi pubblici ad alcune ditte per la costruzione di strutture ricettive nell’oasi protetta delle Cesine, gestita (male, a proposito, vista la mancata valorizzazione, e gli scarichi a mare tollerati, ma questa è un’altra storia) dal Wwf e area di interesse comunitario, oltre che, come è noto, vero e proprio paradiso biologico salentino. I documenti dicono “a ridosso” dell’area, ma in realtà la struttura alberghiera vi è ben dentro. Il tutto, con i soliti permessi degli enti locali, cioè degli amministratori politici, fra i quali si distinguono quelli della solita Regione Puglia, della Provincia di Lecce, e, con tanto di esultanza a definizione dell’iter burocratico, quelli del sindaco di Vernole.
L’ennesima speculazione senza ritegno.
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E’ facile prevedere che le proteste non finiranno qui.
Noi di leccecronaca.it dopo avervi raccontato che cosa succede, con i nostri reportage, commenti e approfondimenti, continueremo a seguire l’evolversi della vicenda, che consideriamo prioritaria, addirittura vitale per tutti noi Salentini, nella speranza che si trovino soluzioni diligenti e responsabili per risolvere questioni che, per come sono state finora gestite e come abbiamo ampiamente fin qui documentato, suscitano molte perplessità e moltissimi dubbi.
Tonio Leuci
Category: Costume e società