LA TERRIBILE EMERGENZA AMBIENTALE NEL SALENTO/ LA STRAGE
LE TESTIMONIANZE DAI LUOGHI DELL’ECCIDIO
di Tonio Leuci
“Povera terra mia” decantava Pier Paolo Pasolini. E niente è più vicino a queste parole il grido di dolore che lanciano in questi giorni cittadini, associazioni e movimenti ambientalisti salentini. Negli ultimi giorni si è consumata una strage di ulivi nel nostro territorio. L’ordine dell’espianto di oltre cento alberi, a causa del famigerato “batterio Killer”(Xilella Fastidiosa), è arrivato direttamente da Bruxelles, eseguito senza battere ciglio dai dipendenti della Regione Puglia e dalla Guardia Forestale.
Quando ho appreso quello che stava avvenendo, mi sono recato sul luogo, in agro di Trepuzzi. Appena sono giunto ho avuto un colpo al cuore. Gli uomini della forestale intenti a tagliare gli ulivi, che inermi cadono sotto il furore dei tagli delle seghe elettriche. Tutto intorno un rumore lancinante di mezzi meccanici e di rami che si spezzano. Un via vai di camion, uomini che tagliano i tronchi, caricano sui camion e portano via la legna. Sotto gli occhi di noi cittadini, dei giovani dei movimenti ambientalisti e dei proprietari degli ulivi con le lacrime agli occhi, amareggiati e arrabbiati. Gli ulivi abbattuti, mentre cadevano al suolo, sembravano urlare, chiederci aiuto e noi che assistevamo impotenti. Il giorno dopo, martedì è scesa in campo una escavatrice gigantesca per espiantare le radici e finire l’opera di “pulizia”del terreno. Con i suoi denti mostruosi e la sua bocca enorme, sembrava un dinosauro d’acciaio, intento a sbranare e maciullare le sue vittime inermi.
Parlo con i proprietari dei terreni, i quali si dicono: “inorriditi e esterefatti per il modo in cui c’è stata comunicata l’ordinanza dell’espianto”. Mi riferiscono che: ”la comunicazione è arrivata sabato a mezzogiorno e non attraverso raccomandata, ma “a mano”, nel senso che siamo stati avvisati di recarci in un punto del paese dove il dipendente della Regione Puglia, ci ha consegnato il decreto con l’ordine di espianto. Il tutto a spese nostre. Le istituzioni ci hanno detto che saremo risarciti; ma come e quando?”
Si sentono seriamente danneggiati e pensano di unirsi con gli altri proprietari per chiedere il risarcimento dei danni alla Regione Puglia. Affermano: “ Che non c’è stata una corretta informazione, nel senso che non siamo stati avvisati molto tempo prima, ma addirittura due giorni prima. Il danno arrecato è enorme, perché ci vogliono decine di anni se non secoli per creare questi uliveti maestosi che in pochi minuti sono stati distrutti. Inoltre essendo piccoli proprietari di appezzamenti a conduzione familiare ed essendo passati di generazione in generazione il danno è anche affettivo, perché i nostri padri e nonni ci hanno lasciato qualcosa con quegli ulivi che va oltre l’aspetto economico e materiale”.
Sul piede di guerra i movimenti ambientalisti, che sul posto hanno manifestato apertamente contro l’eradicazione degli ulivi. Un manifestante voleva anche incatenarsi ad un albero, ma è stato fermato. Tali movimenti hanno fatto ufficialmente denuncia in procura e interrogazioni alle istituzioni locali, nazionali ed europee: “Come mai le analisi sono state compiute solo dai tecnici della Regione Puglia, senza la possibilità di fare contro – analisi? Come mai sui terreni colpiti da Xilella è stato accertato che sono stati utilizzati diserbanti, come il Roundup (Monsanto), che hanno indebolito gli ulivi? Come mai la legna doveva essere bruciata sul posto, ma poi si è deciso che poteva essere portata via o rivenduta? Come mai si è proceduto alla eradicazione completa quando si sarebbero potute trovare soluzioni alternative?”
Ma come si è potuto arrivare a tutto questo?
Fino a poco tempo fa, si erano avute rassicurazioni da parte delle nostre istituzioni, sulla infondatezza delle voci riguardanti l’eradicazione degli ulivi. Poi in un vertice in Prefettura il 4 aprile: contrordine! Si comincia con i primi cento alberi infettati dal batterio nella zona compresa tra Copertino, Trepuzzi, Galatina e Sternatia .
Fabrizio Nardoni, assessore all’agricoltura della Regione Puglia, è stato chiaro: ”Con l’abbattimento delle piante si circoscrive il problema e si evita il contagio”. Anche se non sarà possibile, per il momento, bruciare in loco scarti e potature perché tutto ciò è vietato dalla legge.
Non si è fatta attendere nemmeno la protesta via web delle associazioni ambientaliste.
Colpiscono fra le altre le parole di Tina Minerva (Spazi Popolari):
“Ci opporremo con tutte le forze a nostra disposizione.
Dobbiamo opporci alla triplice alleanza Barese contro la Terra Salentina: CNR Bari, Facoltà di Scienze Agrarie UniBari, Ufficio fitosanitario Regionale.
Anche perché siamo tanti e tutti consci ed informati. Qualcuno per gli ulivi non ci sta dormendo la notte. Qualcun’ altro sa bene che sull’area del Gallipolino pendono da anni quattro mega progetti che temiamo saranno realizzati con la scusa della batteriosi(una volta che il batterio s’insedia non può essere debellato,dicono da Bari, neanche fosse una pestilenza… Ma come?Abbiamo un vettore che in volo non riesce a compiere neanche cento metri, ma arriva da solo da La Castellana (Gallipoli-Alezio) a Surbo, saltando interi territori e lì ne colpisce dieci ma tutti da una parte, in una zona cara al fotovoltaico e nel frattempo si sposta a Sternatìa ed anche lì colpisce terreni ha tutti concentrati.
Ma il batterio si sposta su gomma o con l’insetto? E dato che ancora mancano gli esiti del postulato di Koch che ne attestano la patogenicità, come si fa a dire che xylella sta facendo morire gli ulivi, se persino Krugner nel 2010 non ne ha attestato la patogenicità per l’ulivo? E lì si parlava di multiplex! Qui invece abbiamo un genoma gemello della Pauca che nel viaggio transoceanico si è specializzato solo su ulivi.
Per chi non lo sapesse, la Pauca colpisce gli agrumi. Qui invece si è specializzata solo su olivo. Lo ribadisco, così magari il dubbio s’insinua anche in tutti quelli che fino ad oggi hanno seguito la vicenda distrattamente.
La Regione Puglia ha fallito. In particolare l’assessorato all’agricoltura. Che da “gli aerei con i pesticidi dall’alto” a questo accodarsi servile alle verità falso scientifiche, ci stanno facendo vedere di che pasta sono fatti”.
Queste le testimonianze che abbiamo raccolto. Serviranno per riflettere con consapevolezza e rispondere all’interrogativo che drammaticamente e urgentemente si pone ora per tutti: “Che fare?”.
Tonio Leuci
Category: Costume e società
Che fare??? Ripiantiamo alberi di valore dove hanno distrutto in modo da mantenere alto il valore del territorio, non potranno sempre espiantare!!!
A mio parere è la migliore soluzione!