LA TERRIBILE EMERGENZA AMBIENTALE DEL SALENTO/ INTERVISTA ALL’AGRONOMO CRISTIAN CASILI

| 17 Aprile 2014 | 0 Comments

L’USO INDISCRIMINATO DEI DISERBANTI, LE RESPONSABILITA’ DELLE LOBBY ECONOMICHE, IL RUOLO DELLA POLITICA.                                                                                                  ( t.l.) Lo abbiamo trovato nelle zone di campagna, in agro di Trepuzzi, dove è avvenuto l’espianto degli ulivi colpiti da “Xilella Fastidiosa”, risultati positivi dalle analisi della Regione Puglia. Cristian Casili, di Nardò, dottore agronomo e quindi esperto in materia, ha risposto alle nostre domande.

 

Di fronte a questo scenario devastante, che cosa sta succedendo? Lei cosa ne pensa?  

 

In questa zona, in agro di Trepuzzi, è stato individuato un focolaio di Xilella Fastidiosa. Quello che qui  vediamo è un’operazione di eradicazione totale degli alberi, in cui è stata riscontrata la positività alla Xilella Fastidiosa.                                                                                                                

 

Quindi la situazione è grave?        

 

La situazione è molto grave e questa eradicazione potrebbe costituire un principio per l’espianto di altri alberi di ulivo nel Salento. Questo è un punto di partenza, tanto è vero che nella zona sono stati individuati altri focolai puntiformi.                                                                                                        

 

Allora dobbiamo preoccuparci?  

 

Certamente dobbiamo allarmarci , perché Xilella è un batterio che viene trasportato in modo molto facile da alcuni vettori, che si chiamano “sputacchine”. Questi vettori alati fanno spostamenti molto rapidi e vanno ad infettare altri alberi.                                                                                                  

 

Ma la Xilella potrebbe diffondersi in altre zone?                        

 

E’ importante chiedersi se questa operazione rimane circoscritta in queste zone, dove vengono estirpate anche le radici, per cui il soggetto infestante viene completamente eliminato,  per questo si parla appunto di “eradicazione”. In tempi non sospetti, a novembre, sono stato intervistato dal National Geographic, in quella circostanza ho cercato di definire quali erano i problemi causati da Xilella Fastidiosa. Problemi che sono dovuti a diversi fattori, uno dei tanti è quello della cattiva conduzione agronomica degli uliveti, con un uso indiscriminato dei diserbanti, come il “Roundup”, con il principio attivo glifosate, piuttosto che potature molto forti, hanno favorito la proliferazione di Xilella in soggetti debilitati.                                                                                                                    

 

Quindi che succederà?       

 

Ci troviamo in una situazione molto particolare, che a mio modo di vedere susciterà preoccupazione e interesse generale, anche a livello internazionale. Ho serie perplessità e in quanto tecnico, inizio a preoccuparmi, perché questi focolai saranno dei “cavalli di troia”, nel senso che saranno il principio di una eradicazione totale delle piante del Salento. Con grave nocumento non solo per la produzione di olio di extravergine di oliva, visto che nel Salento si contano circa nove milioni di alberi di ulivo, ma anche per l’intera economia del territorio salentino e dell’intera Puglia, si pensi al settore del turismo. Quindi una situazione talmente grave che può cambiare i connotati paesaggistici dell’intero Salento.                                                                                            

 

Qual’ è lo scopo di questa sua visita, oggi,  in questo luogo?     

 

Lo scopo della mia visita in questo campo, trasformato in un campo da guerra, è quello di ribadire che secondo me il principio della eradicazione è valido da un punto di vista eziologico e fitoiatrico, ma, almeno per il sottoscritto, suscita serie perplessità. Perché all’inizio si era pensato di fare un’indagine e un’analisi sui soggetti malati, su più vasta scala con un’analisi fogliare all’infrarosso. Questa analisi fogliare rispetto a quello che è stato fatto ci avrebbe consentito di avere un dato più probante, un’accortezza più forte, rispetto a quelli che possono essere gli sviluppi di Xilella in tutta l’area del Salento. Oggi sappiamo che l’area di Gallipoli fino Alezio e Racale che sono state le zone di partenza, rappresentano un’area da cui è partita Xilella in modo puntiforme, arrivando fino a zone come questa, in cui in un contesto di ulivi completamente sani, ci troviamo di fronte a soggetti che sono stati colpiti e che oggi vengono eradicati completamente.                          

 

Quale dovrebbe essere allora la nostra risposta ?              

 

Il mio consiglio di fronte a questo grave problema è quello di essere un po’ più coesi, un po’ più uniti, perché è in gioco l’intero patrimonio economico e paesaggistico del Salento.                                        

 

Lasciamo i dati tecnici ed entriamo nella sfera umana, delle emozioni. Ad una persona o ad intere generazioni che hanno fatto sacrifici ed hanno lavorato tanto su queste terre e che ora si vedono distrutto tutto, l’Unione Europea come può rispondere? Cosa può fare?     

 

Io ritengo che quello che stiamo vedendo oggi qui, sia soltanto un pagliativo, perché è evidente che l’eradicazione di pochi soggetti, rispetto ad un patrimonio che comprende tutto il Salento non può risolvere il problema.                                                                                               

 

Quindi, di fronte a questo disastro, cosa suggerisce?                                                                                                                                       

 

A tutte le istituzioni suggerisco di andare con i piedi di piombo, prima di creare delle situazioni, come questa, che possono costituire dei precedenti, che irrimediabilmente vanno a compromettere i tanti sacrifici e il lavoro di intere generazioni e soprattutto la storia, la cultura e l’identità di un intero territorio. Non dimentichiamoci pure gli ulivi monumentali, che sono stati censiti. In questa fase importante, in cui abbiamo i fari puntati non solo dall’Italia e dall’Europa, ma da tutto il mondo, dobbiamo essere un po’ più cauti. Soprattutto sono una cosa importante non soltanto le unità impegnate da parte dell’ispettorato fito-sanitario – per la verità poche unità a risolvere il problema – ma  tutti gli agronomi, tutti i tecnici dovrebbero essere impegnati in un controllo massivo degli ulivi del Salento.                                                                                                            

 

Allora potremmo affrontare il problema in questo modo?       

 

Questo può portare in questa fase ad una soluzione che non comporti un’ azione eradicativa, come appunto stiamo vedendo in questa zona.                                                                                                         

 

Cosa possiamo chiedere noi cittadini salentini all’Unione Europea?      

 

Bisogna andare in Europa e bisogna andare pure con forza , sbattendo i pugni anche sui tavoli di concertazione, perché è evidente che tutti i giochi si svilupperanno con questo contraddittorio. Tra l’altro ora vivremo questo semestre europeo importante, dove l’Italia sarà attrice principale. Nelle istituzioni europee si ha la necessità di avere chi non guarda in faccia le lobby, le multinazionali (come quelle dell’agro-alimentare), ma impone strategie diverse rispetto a quelle che stiamo subendo (basta vedere quanto sta accadendo oggi in questo luogo). Così come purtroppo ben presto lo vedremo in altre zone.                                                                          

                                  

 

Tags:

Category: Costume e società

About the Author ()

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.