DOMENICO MENNITTI RICORDATO ANCHE DAI GRECI
Io Domenico Mennitti l’ho conosciuto nella sua ultima fase di carriera politica, quando dal 2004 al 2011 è stato il sindaco di Brindisi. Tralasciando il fatto che personalmente mi trovavo abbastanza lontano dalle sue idee politiche, devo invece ammettere che sono stato subito convinto dal suo discorso politico specifico riguardo il destino della Brindisi post-Antonino. Mi era da subito piaciuto il suo modo di pensare, di parlare, il suo pathos travolgente anche su questioni tabù che inizialmente lasciavano indifferente una grande parte dell’opinione pubblica. Come per esempio la necessità del rilancio culturale della città di Brindisi. L’urgente bisogno di ritrovare il giusto orgoglio brindisino al di là della tifoseria sportiva.
Non posso dire che Mennitti sia stato un filogreco sfegatato… Tutt’altro!.. Una volta mi ha detto: “Io evito la tua Grecia perché soffro il caldo e da voi fa tanto caldo!”. A me, più che un uomo di mare, dava l’impressione di un uomo di montagna, che però ha avuto il pregio di capire l’importanza della sua “città d’acqua” e quindi del porto, prima di tanti altri… E poi per rilanciare il porto ha scelto uno di nome Hercules… forse non immaginando le reazioni del “sistema portuale”, locale e pugliese, ad un’eventualità di decollo e quindi una “sproporzionata” crescita dell’economia trainante locale…
Con Mennitti, personalmente, ho avuto un feeling di reciproca approvazione e simpatia che però non ha mai generato risultati eccellenti. Ostacolo? Credo il mio rapporto di amicizia personale con l’allora presidente del Consiglio Comunale Giampietro Pennetta. Mimmo essendo in aspra contrapposizione politica con Giam praticava la regola antica di guerra “gli amici dei miei nemici sono miei nemici” . Peccato.
Devo, però, riconoscere che Mennitti ha sorvolato più di una volta a questa regola di guerra ed ha aperto per la mia Comunità Ellenica il portone del suo Palazzo Nervegna in varie occasioni importanti. Ci siamo incontrati più volte con la delegazione di Corfù, abbiamo paventato e lanciato con il sindaco Trepeklis la grande idea di rilancio del turismo in rete – mai decollata; ci siamo incontrati con la delegazione di Cipro per denunciare l’assurda occupazione di una isola – stato membro della Comunità Europea – da parte della Turchia aspirante new entry nella famiglia Europea. Da sottolineare, tra gli altri incontri, quello con ”Istanbul Capitale d’Europa 2010” che gli aveva garantito tra l’altro l’appoggio di quella città, alla candidatura di Brindisi Capitale d’Europa 2019. Nessuno poteva all’epoca immaginare il dietro-front del suo successore e la consegna del sogno, benché in condivisione, alla vicina e cosiddetta, “rivale storica”, Lecce.
Mi fermo qui. La mia vuole essere solamente una piccola nota alla memoria del “sindaco Mennitti” visto da lato “ellenico”. Rapporti difficili ma passati alla storia per quello che riguarda la nostra modesta presenza in città. Certo si poteva fare molto di più. Non ce l’hanno permesso personaggi e circostanze di contorno. Non importa, forse i tempi non erano allora maturi, forse è saggio fare nostra, per il caso, la filosofia orientale secondo la quale “quel che avviene, conviene”…
Oggi voglio semplicemente salutare l’uscita del sindaco Mennitti dalla scena terrestre come avevo fatto il 2004 in un breve articolo per salutare il suo arrivo da sindaco in città: in quella occasione lo avevo chiamato Kyriàkos (versione greca di Domenico). Anche oggi voglio chiamarlo per ultima volta cosi, aggiungendo “kalò taxìdi”. E dunque, Kalò taxìdi, Kyriàkos! Buon viaggio Kyriàkos!
Ioannis Davilis
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