RIFORME: PIU’ DEMOCRAZIA O SVOLTA AUTORITARIA? di Tonio Leuci
In questa situazione di crisi economica drammatica con 1000 posti di lavoro persi ogni giorno, con migliaia di aziende che chiudono per sempre o delocalizzano all’estero, con la disoccupazione al 13% e quella giovanile al 41,2%, con la disperazione e i tanti suicidi, molti si chiedono come mai il governo Renzi dia la priorità alla riforma elettorale e a quella del Senato.
Una esauriente spiegazione la dà l’avvocato Marco Della Luna:
“Renzi è stato scelto non certo per dimostrate capacità, ma per la sua immagine di bravo ragazzo a capo di un governo di giovani rassicuranti – un’immagine che lo rende idoneo, con l’aiuto di contentini demagogici su tasse e bollette, a far passare una riforma elettorale e del Senato estremamente pericolosa e aggressiva verso la democrazia e lo stesso impianto della Costituzione. Una riforma che prepara l’ambiente giuridico-costituzionale adatto in cui il successivo premier potrà esercitare una dittatura formalmente legittima per gestire un prevedibile e imminente periodo di peggioramento economico e di protesta sociale.
E quel premier non sarà un ragazzotto inoffensivo, ma un uomo degli interessi finanziari, dei poteri forti, un delegato della Trojka, che macellerà l’Italia come la Trojka ha macellato la Grecia, senza però che la Trojka debba metterci la faccia, quindi scaricando italiani la responsabilità di ciò che essa farà a loro.
Il peggioramento economico arriverà l’anno prossimo, con le decine di miliardi che annualmente l’Italia dovrà togliere ai contribuenti per l’abbattimento forzoso del debito pubblico (fiscal compact) in un trend già di avvitamento fiscale pluriennale. Prevedibilmente l’Italia dovrà allora invocare l’aiuto, il bail-out, della Trojka, accettare le sue “cure” e reprimere un ampio scontento popolare. Servirà una mano dura, un governo autoritario con poteri forti. Ecco a che cosa servono la riforma elettorale e del Senato. Ecco perché per questo governo sono prioritarie e vengono prima dei problemi economici.
In una situazione siffatta, in cui l’Italia è indebitata sempre più in una moneta praticamente straniera e tutta sbilanciata su poteri esterni alla repubblica, avevamo bisogno di una riforma che prevenisse da altre
sospensioni della democrazia come quella imposta ben tre volte dai manovratori del rating e dello spread attraverso Napolitano, e invece… arriva esattamente l’opposto!
Riflettete bene: sotto la pelle d’agnello di Renzi e dei suoi ragazzi un po’ ingenui, con le loro riforme, e con l’aiuto di un Berlusconi sempre più condizionabile giudiziariamente, stanno istituendo una nuova architettura costituzionale in cui
-il segretario del partito si sceglie i candidati che gli vanno bene
-col voto di meno di un terzo degli elettori si prende la maggioranza assoluta nell’unica camera legislativa
-si blinda a priori la fiducia al proprio governo
-nomina il presidente della repubblica (che a sua volta nomina buona parte del Senato!), il presidente dell’unica camera legislativa, i giudici costituzionali, i membri laici del CSM, e altre cariche di garanzia
-revoca i ministri
-lascia senza rappresentanza parlamentare partiti che raccolgono milioni di voti
-quindi si pone al di sopra di ogni controllo.
La giustificazione è che i tempi richiedono un premier forte e decisioni rapide.
E’ una giustificazione bugiarda perché queste esigenze di efficienza –rapidità e insieme di democraticità-legalità sarebbero molto facilmente soddisfatte senza rinunciare alle garanzie e alla rappresentatività vera del corpo elettorale”.
Ma come si è potuti arrivare a tutto questo?
Anche Berlusconi aveva cercato in tutti i modi di attuare queste riforme – dal sapore piduista – ma non era riuscito. Ora sta ci riuscendo Renzi, perché con l’appoggio dell’ex cavaliere, suo prezioso alleato, non ha più un’ opposizione in Parlamento, a parte quella vera e sola del M5S.
Inoltre il leader del PD, tiene sotto ricatto tutti i faccendieri e politici attaccati alle poltrone e ai privilegi, ai quali ripete sempre: ”Se vado a casa io, andiamo a casa tutti”.
Molto importante si è rivelato anche l’appoggio esterno di un’Europa favorevole ad ogni oligarchia o riduzione della democrazia, purchè garantiscano obbedienza ai diktat della TROYKA ( BCE, FMI, UE).
Quindi questo piano, che nasconde con la riforma della legge elettorale lo scopo di impedire qualsiasi cambiamento politico, la sostituzione dei consigli provinciali e del Senato con identici organismi però non elettivi, il premierato forte che voleva Berlusconi, lo stupro della Costituzione, porta chiaramente verso una “deriva autoritaria”, celata da una parvenza di democrazia.
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