Kitty Blair…la pornosacrificata
Se non fosse vera,occorrerebbe inventare una storia del genere,indicativa di comportamenti collettivi e non relativi al solo caso specifico.
Ina Groll,in arte Kitty Blair,è una bella tedesca che,di professione,fa la pornostar.
Tra un film e l’altro ritiene un proprio diritto-dovere partecipare attivamente alla vita politica della sua Germania.
Sceglie di farlo attivandosi in favore dell’Npd (Partito Nazional Democratico) che,pur professandosi di estrema destra,dalle autorità e dalla magistratura della Repubblica Federale Tedesca non è considerato “fuorilegge”.
È attiva la Kitty nel propagandare le teorie ed i programmi dell’Npd,lo provano sia i numerosi video girati in favore del partito sia le personali considerazioni esternate su Facebook. Tutte iniziative gradite al vertice che non trova nulla da ridire sulla professione della ragazza.
Ma,galeotto un film,la pornonazi entra in contatto ravvicinatissimo del primo tipo con un afroamericano.
Troppo intimo,malgrado sia solo un momento lavorativo e non una scelta sentimentale.
L’Npd espelle Kitty perché “chi vende il proprio corpo e disonora la sua razza non ha posto nel gruppo”.
Cosi sentenziò non Zarathustra ma un iscritto su Facebook.
“Deutschland über alles” (Germania soprattutto) e palla al centro.
Espulsa la camerata per contaminazione razziale pensano quanti leggono che i guai siano finiti per Ina ?
Macché….,il pornoambiente del cinema hard berlinese decide di metterla al bando dal circuito nazionale ed internazionale.
Tuona il Kapo del porno teutonico,certo Thompson : “accogliamo attori di tutti i colori di pelle e nazionalità ma non accettiamo nazisti”.
Calca la mano un leader pornografo :
“nessuno ha bisogno di una persona con una tale perversa visione del mondo. Sicuramente non potrà piú girare un solo porno nel mondo”.
A prescindere della personale considerazione sul porno, e sull’uso e consumo che se ne gradisca fare, è davvero singolare che tale mondo censuri e condanni al ludibrio planetario la “perversione” della attività politica di Kitty
Blair. Mai,peraltro,messa in discussione dalle autorità tedesche sotto forma di reato.
Trovo sia una presa di posizione di una gravità estrema,da codice penale,corte di Strasburgo e violazione dei diritti dell’uomo.
Una categoria (la pornocasta), che fa del proprio essere motivo scatenante di tutte le piú inimmaginabili perversioni umane (dai bambini agli animali) ,denuncia la “perversione nazista” della legittima appartenenza ad un partito di una attrice.
Sorvolando sul fatto che i film hard basano le migliori prestazioni quando gli interpreti si vestono (e svestono) da SS e danno massimo esempio di cosa significhi far “godere” democraticamente lo spettatore.
Non mi sembra,a leggere la notizia sui media,che si sia colto questo aspetto ben più grave del primo.
L’Npd ha espulso la sua adepta con motivazioni,a mio parere,fuori dal tempo e dalla realtà. Ma sempre un fatto interno ad un partito resta.
I boss del porno invece hanno sentenziato estendendo il loro potere non alla casa cinematografica che rappresentano ma facendolo pesare su scala planetaria. Ed ampliandolo non solo alla malcapitata Kitty ma a tutta la genia “nazista”.
Piú razzismo di questo…..!!!
Qualche star delle istituzioni,della politica,dello spettacolo,della cultura e dei diritti umani prenderà a cuore il caso di Kitty,la pornosacrificata ?
Grazie per l’attenzione.
Vincenzo Mannello
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