IN FRANCIA LA DESTRA VINCE…PERCHE?
Camilli: “Destra italiana sbiadita, assistiamo ad autoproposizioni celebrative”
Fabrizio Camilli, presidente di Salento Europa, interviene circa il successo della destra francese alle ultime amministrative rapportandolo all’attuale situazione del centrodestra italiano.
“L’affermazione della destra in Francia suona come un campanello rivelatore nel panorama politico italiano, laddove la destra si è di fatto sbiadita ed ha cercato confusamente la legittimazione andando ad affollare quella che un tempo era l’area naturale della democrazia cristiana e del partito liberale italiano”, dichiara Camilli compiendo una profonda e personale riflessione sull’attuale stato della destra italiana.
“Spesso essere di destra in Italia ha significato eccessi poco riconducibili alla nostra storia culturale salvo poi andare a cercare comodi inserimenti in quel contenitore magistralmente gestito da Silvio Berlusconi che ha saputo coniugare le esigenze del cattolicesimo liberale con le spinte innovatrici delle frange più vicine al progressismo moderato, senza dimenticarsi qualche nostalgia storico-filosofica che ha fatto da collante per i tanti piccoli gruppi di nostalgici più estremi. La caduta di Berlusconi dall’ olimpo e il conseguente disfacimento dell’area politica di riferimento, evidenzia come si sia costruito tutto sull’ uomo e poco sul dettato politico”, continua il presidente di Salento Europa, “Come tanti personaggi in cerca di autore di pirandelliana memoria, oggi nel centrodestra assistiamo alle autoproposizioni celebrative, mentre si può tranquillamente osservare come dall’alveo del centrosinistra emerga un nuovo decisionismo di berlusconiana fattura che tende ad assorbire le migliori intelligenze che un tempo non molto lontano avevano contribuito nelle periferie nazionali alla nascita ed alla crescita di quel movimento ideale che fu Forza Italia”.
Sul futuro del centrodestra italiano, Camilli ha qualche dubbio: “Se ci sarà mai più un centrodestra competitivo non è dato saperlo oggi, ma in termini contemporanei possiamo solo prendere spunto dalla trasformazione generale dell’intero sistema politico, laddove destra e sinistra rimangono concetti vuoti e vengono sostituiti, dialetticamente parlando, dai laburisti e progressisti nei quali, paradossalmente, ognuno di noi potrebbe trovare tranquillamente collocazione essendo decisamente ampie e ben definite le connotazioni delle aree ideologiche”.
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