LA STAGIONE LIRICA
In qualità di Presidente della Provincia di Lecce, ho l’onore di presentare ai Salentini, agli appassionati ed ai turisti che vogliano unire alla visita della città e dei suoi monumenti una importante occasione artistica, la 45° Stagione Lirica Tradizionale, fiore all’occhiello della nostra offerta culturale. Ringrazio, sin da subito, la direzione artistica, la produzione, i cantanti, i professori d’orchestra e tutti coloro che hanno lavorato all’organizzazione e alla sua realizzazione, assicurandole un ottimo livello artistico. Nonostante le difficoltà, i tagli, gli impedimenti a cui la Provincia ha dovuto e deve far fronte negli ultimi periodi, non rinunciamo, ed anzi puntiamo con maggiore fermezza sulla produzione culturale. Sono consapevole che nessuno al momento possa fare promesse per il futuro, ancora troppo incerto e nebuloso per le province italiane; ma posso assicurare, finchè ve ne saranno le possibilità, il mio impegno a garantire una offerta culturale di spessore e di valore, nella consapevolezza che, nella crescita e nello sviluppo di una comunità quello culturale sia un settore fondamentale e mai accessorio.
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI LECCE Antonio Maria Gabellone
Anche quest’anno prende il via la nuova Stagione Lirica, la quarantacinquesima della storia operistica salentina, che, grazie all’impegno di tutto lo staff, alle opere in cartellone e al cast di assoluto prestigio, si apre sotto i migliori auspici. Continuiamo con la prestigiosa direzione artistica del Maestro Sergio Rendine, che già lo scorso anno ha raggiunto notevoli risultati in termini di apprezzamento di pubblico e di critica. Sono lieta di poter presentare al pubblico due opere molto popolari e di grandissimo successo, Don Carlo di G. Verdi e Tosca di G. Puccini, alle quali si aggiunge una terza opera, Orfeo ed Euridice di C. W. Gluck, con la quale celebriamo il trecentesimo anniversario della nascita del suo compositore. Nella certezza che la qualità della Stagione Lirica di Lecce, accompagnata dalla autorevolezza della nostra Orchestra Tito Schipa, rappresenti una punta di diamante per il nostro territorio e per la produzione artistica regionale e nazionale, auguro a tutto il pubblico di godere del suo straordinario valore e di lasciarsi trascinare e conquistare dal suo fascino ammaliante.
IL VICE PRESIDENTE Assessore alla Cultura – Simona Manca
Il filo conduttore con cui abbiamo voluto collegare questa 45a Stagione Lirica Tradizionale della Provincia di Lecce è quello dell’ “Eros e Thanatos”, Amore e Morte, inteso sotto i vari aspetti tragicamente diversi dell’Amore. Apriamo la Stagione con il Don Carlo, una delle opere più belle di Giuseppe Verdi, un capolavoro assoluto della maturità, che presentiamo nella versione italiana in 4 atti che andò in scena al Teatro alla Scala di Milano il 10 gennaio 1884. Qui si celebra la morte per un ideale politico e morale, ma anche per un uomo. Rodrigo sacrifica sé stesso nelle mani delle vendette del potere: sì, certamente, per il popolo fiammingo, ma fortissimamente per Don Carlo (Un nuovo secol d’or rinascer tu farai, regnare tu dovevi ed io morir per te… … Carlo mio, A me porgi la man!… Io morrò, ma lieto in core, Ché potei così serbar alla Spagna un salvatore! Ah!… di me… non… ti… scordar!…). C’è, in questo sacrificio, la spinta dell’amore per lealtà, per amicizia, dell’amore sublimato anche tra uomo e uomo; l’amore per l’ideale di libertà, per la fedeltà a un “amato” e a un’idea, un amore fatto di passione e azione. Non si può dunque negare che quella di Rodrigo e morte d’amore: d’amore per le Fiandre, ma anche d’amore per Carlo. Ci siamo vagamente ispirati, in questo “gioco” delle classificazioni d’amore, a quell’incredibile pozzo di sapienza che è un antico libro sacro d’oriente, nel cui diciassettesimo capitolo si descrivono i mescolamenti di energie interiori che portano alle varie tipologie dell’amore, dividendole in sattva, luminosità, saggezza, l’Amor puro e superiore; rajas, passione e azione, l’amore degli amanti e degli eroi, ma non bastevole alla chiusura del cerchio della felicità; tamas, tenebra e inerzia, la libido senza sviluppi ulteriori, l’amor bestiale. E nella musica di Verdi, Puccini, Gluck, queste energie si mescolano in atti espressivi sonori straordinari, incredibilmente simili tra loro, nella vivificazione della tragedia. Importanti le morti per amore in Tosca di Giacomo Puccini. Morte per amore profondo e disperato (Tosca), morte per amore lascivo (Scarpia), e, quella di Cavaradossi, ancora morte per lealtà ad un’idea, per solidarietà totale a un uomo (Angelotti), amico e combattente politico: un amico oltre l’amicizia, amato fino alla morte. L’amore di Tosca è quello che si definirebbe un amore sentimentale, dove generosità, dedizione, pulizia d’intenti, intelligenza, lungimiranza, propensione per ciò che è favorevole e benefico a tutt’e due gli amanti e non al solo “io” (l’antico libro orientale direbbe: mescolanza di sattva – luminosità, saggezza – e rajas – passione, azione – incontaminata da tamas – tenebra, inerzia – ). Tosca le tenta tutte per salvare l’amante, inganna e uccide, con senso della giustizia e purezza di cuore. Ma il rajas, la passione, prenderà il sopravvento distruggendo anche sè stessa. Altissima drammaticità nel graduale spostamento di energie dell’amore di Tosca. La morte per amore di Cavaradossi è molto simile a quella di Rodrigo. Mario non muore per Floria Tosca, ma per l’amico Angelotti e per l’ideale bonapartista. Non parla, non confessa, non tradisce: muore d’inganno, sì, ma fino all’ultimo d’ideali e d’amore. Scarpia muore per la sua marcata libidine e crudeltà. L’amore passionale si colloca su di un piano fisico-emozionale; è costituito, direbbe l’antico libro, da tamas, tenebra, e da rajas, passione. Le passioni infuocate inceneriscono chi le prova e alla fine bruciano anche se stesse, poichè interamente basate sui corpi, sugli oggetti e quindi sull’inganno, su ciò che malgrado ogni sforzo, è destinato ad essere inghiottito dagli eventi, nella tenebra del cuore impietrito. (Tosca – Mi vuoi supplice ai tuoi piedi! Vedi, le man giunte io stendo a te! Ecco… vedi… e mercè d’un tuo detto, vinta, aspetto… Scarpia – Sei troppo bella, Tosca, e troppo amante. Cedo. – A misero prezzo tu, a me una vita, io, a te chieggo un istante!… ). Orfeo ed Euridice di Gluck, in cui si rappresenta un aspetto mistico, simbolico e sacro dell’Amore, attraverso la morte rituale e la resurrezione di Euridice, è legata al concetto, sempre seguendo le classificazioni energetiche dell’antico libro d’Oriente, di sattva, ovvero di luminosità, l’Amor puro superiore. La vicenda è simbolica quanto la morte di Euridice. Sappiamo che nel Mito originario, la storia finisce male: Orfeo, nonostante il suo magico canto, commette un errore fatale, non ascolta gli Déi e lascia Euridice nell’Oltretomba, finendo divorato a pezzi. Calzabigi, il librettista, è costretto a concepire un “lieto fine” che avvicina il mito a ideali di salvazione cattolica. Qui Amore entra in scena: diventa un personaggio vero e proprio, deus ex machina e pontefice massimo tra Orfeo e gli Déi. Il mito orfico antico dice che dall’Uovo d’argento primordiale nasce Fanes (la manifestazione) o Protogonos (il primo nato), a seconda delle Tradizioni. Con questo comincia una prima scissione del Tutto, una separazione che porteraà, saltando, ovviamente, dei passaggi, alla scissione di anima (Psyche – Euridice) e corpo (Orfeo – Dioniso – Soma). L’opera comincia con la scena dei funerali di Euridice. L’uomo – dio, Orfeo, con la forza delle sue tecniche magiche (il canto e la poesia) e con l’aiuto dell’Anghelos Amore tenta di andare a commuovere negli Inferi gli déi (ancora un’alchemizzazione del V.I.T.R.I.O.L. di Basilio Valentino – Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem) affinchè gli restituiscano l’amata “anima”. Una serie di vicissitudini, tra cui la famosa trasgressione degli ordini degli Déi, “voltandosi”, spinto da pietas tutta umana, a guardare Euridice, e la novità del perdono ottenuto ben due volte per intercessione di Amore, portano alla ricongiunzione del Corpo – Orfeo con la sua amata Anima – Euridice. Quasi una sacra rappresentazione del sattva dell’Amor puro che ricongiunge e “salva” l’uomo. Ecco le rappresentazioni dell’Amore in una Stagione Lirica, la 45°, che è tormentata da tante preoccupazioni: le Province, che ne sarà? Cosa succederà alla nostra gloriosa Stagione Lirica, sopravvivente da nove lustri? Cosa ne sarà della cultura a Lecce? Le risposte e le nostre speranze sono nei politici. Noi, da artisti, possiamo solo contribuire alla difesa di centinaia di posti di lavoro che questa Stagione dà, compreso un lungo periodo di lavoro all’ICO Tito Schipa, battendoci con i nostri mezzi. E tra questi mezzi forse il più potente, ci si creda o no, è proprio l’Amore, a cui abbiamo voluto, in qualche modo, consacrare la Stagione. Non si sottovaluti mai l’energia di questo Amore collettivo e sacro, non si sottovaluti mai la sua capacità di far miracoli e di abbattere i nemici. Perché Esso non è altro che quell’ Amor che move il sole e l’altre stelle.
IL DIRETTORE ARTISTICO Sergio Rendine
Venerdì 14 Marzo 2014, ore 20:45
Sabato 15 Marzo 2014, ore 20:45
Domenica 16 Marzo 2014, ore 18:00
TOSCA
Melodramma in tre atti
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, dal dramma omonimo di Victorien Sardou
Musica di Giacomo Puccini
Floria Tosca: Dimitra Theodossiou (14.03, 16.03) – Nunzia Santodirocco (15.03, 20.03*)
Mario Cavaradossi: Aquiles Machado (14.03, 16.03) – Francesco Anile (15.03, 20.03*)
Il Barone Scarpia: Marcello Lippi (14.03, 16.03) – Omar Kamata (15.03, 20.03*)
Il Sagrestano: Angelo Nardinocchi | Angelotti: Antonio Mameli| Un Carceriere: Matteo Nardinocchi
Spoletta: Antonio Pannunzio (14.03, 16.03) – Motoharu Takei (15.03, 20.03*)
Sciarrone: Francesco Benini (14.03, 16.03) – Yuki Takahashi (15.03, 20.03*)
Un Pastore: Ginevra Martalò (14.03, 16.03) – Salvatore Saracino (15.03, 20.03*)
* replica di Brindisi – Teatro Verdi
Regia e Scenografia
Enrico Castiglione
Aiuto Regia: Francesca Rollo | Costumi: Sonia Cammarata
Luci: Iuraj Saleri
Orchestra “Tito Schipa” di Lecce Coro Lirico di Lecce
Maestro del Coro: Emanuela Di Pietro
Maestro concertatore e Direttore d’Orchestra
Marcello Panni
Trama
Floria Tosca, celebre cantante (S); Mario Cavaradossi, pittore (T); Il barone Scarpia, capo della polizia (Bar); Cesare Angelotti (B); Il sagrestano (Bar); Spoletta, agente di polizia (T); Sciarrone, gendarme (B); Un carceriere (B); Un pastorello (S); soldati, sbirri, dame, nobili, borghesi, popolo.
ATTO PRIMO
È il primo pomeriggio del 17 giugno 1800, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Il pittore Mario Cavaradossi sta ritraendo in un quadro Maria Maddalena e le dà il volto della marchesa Attavanti, che ha visto più volte entrare in una cappella. Da questa cappella esce Cesare Angelotti, già console della repubblica romana soppressa dalle truppe napoletane e fratello della marchesa. Angelotti è evaso poco prima da Castel Sant’Angelo, dove il barone Vitellio Scarpia, capo della polizia, l’aveva imprigionato. Cavaradossi, di sentimenti liberali, gli offre rifugio nella propria villa. Sopraggiunge Tosca, cantante tanto famosa quanto avvenente e amante di Cavaradossi. Il quadro che ritrae l’Attavanti l’ingelosisce, ma, rassicurata da Cavaradossi, Tosca s’allontana. Cavaradossi e Angelotti lasciano la chiesa, nella quale entra poco dopo Scarpia, che ha iniziato le ricerche dell’evaso. Torna Tosca, per avvertire Cavaradossi che la sera dovrà eseguire a Palazzo Farnese una cantata per festeggiare la vittoria che l’esercito austriaco ha riportato a Marengo su Napoleone. Non trovando l’amante è ripresa dalla gelosia, che d’altronde Scarpia rinfocola. Da tempo desidera Tosca, e ordina al poliziotto Spoletta di pedinarla. Rimane quindi nella chiesa per assistere al Te Deum di ringraziamento per la sconfitta subita da Napoleone.
ATTO SECONDO
Scarpia sta cenando in una sala di Palazzo Farnese, residenza romana dei Borbone di Napoli. Gli giunge la voce di Tosca che esegue la cantata celebrativa e decide di convocarla. Apprende poi da Spoletta che Angelotti è irreperibile, ma che certamente Cavaradossi conosce il suo nascondiglio, e quindi lo ha arrestato. Ha inizio l’interrogatorio: il pittore nega di conoscere il nascondiglio di Angelotti e impone il silenzio a Tosca, nel frattempo sopraggiunta. Scarpia lo sottopone a tortura e Tosca, disperata, rivela che Angelotti è nascosto in un pozzo del giardino della villa di Cavaradossi. Sopraggiunge il gendarme Sciarrone, e informa che a Marengo Napoleone non è stato sconfitto, ma ha vinto. L’esultante Cavaradossi è imprigionato. Rimasto solo con Tosca, Scarpia la ricatta: se gli si concederà, potrà salvare Cavaradossi e lasciare Roma con lui. È interrotto da Spoletta, il quale riferisce che Angelotti ha evitato la cattura uccidendosi. Tosca, sempre più sconvolta, chiede a Scarpia, in cambio di ciò che egli pretende, un salvacondotto per Cavaradossi e per sè. Scarpia acconsente, ma precisa che, non avendo egli la facoltà di graziare Cavaradossi, occorrerà simularne la fucilazione, con un plotone che sparerà a salve. Mentre compila il salvacondotto, Tosca impugna un coltello scorto sul tavolo al quale Scarpia stava cenando all’inizio dell’atto, e lo uccide.
ATTO TERZO
Sulla piattaforma di Castel Sant’Angelo. È l’alba, salutata dallo scampanio delle chiese di Roma e anche dal malinconico stornello d’un giovane pastore. Cavaradossi, in attesa di essere giustiziato, inizia una lettera di addio che un carceriere, in cambio di un anello, consegnerà a Tosca. Colto tuttavia dai ricordi dei giorni felici, si interrompe commosso. Ma Tosca giunge di lì a poco, mostra il salvacondotto all’amante, entrambi esultano. Tosca esorta Cavaradossi a fingersi colpito quando il plotone di esecuzione sparerà a salve: ma Scarpia la ha ingannata. La scarica dei soldati uccide Cavaradossi e Tosca, disperata, sfugge a Sciarrone e a Spoletta, che hanno scoperto l’uccisione di Scarpia, e si getta nel Tevere che scorre sotto Castel Sant’Angelo, invocando la giustizia divina.
Regista
Enrico Castiglione
Enrico Castiglione, nato in Italia, a Roma, regista, scenografo, fondatore e direttore artistico di festival e manifestazioni musicali internazionali, è uno dei più poliedrici ed acclamati registi/scenografi di teatro musicale della sua generazione a livello internazionale, le cui produzioni vengono regolarmente trasmesse dalle principali reti televisive internazionali, trasmesse in diretta via satellite nei cinema e successivamente edite in dvd e blu-ray. Il suo “catalogo” annovera ad oggi oltre duecento produzioni tra opere e concerti. Tra le sue regie più note, trasmesse dalle principali reti televisive internazionali e tutte edite in home video e regolarmente distribuite nei cinema e nelle televisioni internazionali: ricordiamo Mass/A Theatre Piece for singers, players and dancers di Leonard Bernstein (2000, Aula Paolo VI, Città del Vaticano), Tosca di Giacomo Puccini (film live del 200, Bari, Arena della Vittoria), La Trilogia dell’Amore, ovvero le tre opere di Mozart/Da Ponte Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte (2001), Candide di Leonard Bernstein (2003), Le Villi e l’Edgar di Giacomo Puccini (2004), L’impresario teatrale di Mozart (2006), la Medea di Luigi Cherubini andata in scena al Teatro Antico di Taormina (2007), Tosca (2008, secondo film live realizzato nel 2008 con Marcello Giordani, Martina Serafin e Renato Bruson), Aida (2009 e 2011), Turandot (2010), Nabucco (2011, trasmessa live in diretta mondovisione dalla RAI), Norma (2012, trasmessa live in diretta mondovisione dalla RAI), Rigoletto (2013, tramessa live in diretta mondovisione), Cavalleria rusticana (2013) e Pagliacci (2013). Fondatore del Festival Euro Mediterraneo (Roma), fondatore e presidente del Festival di Pasqua (Roma), è attualmente direttore artistico della sezione “Musica & Danza” di Taormina Arte e del Festival Belliniano di Catania. E’ presidente e direttore artistico del Concorso Lirico Internazionale “Montserrat Caballé”, ad Andorra. Tra i suoi numerosi incarichi, è stato membro della commissione del Parlamento Europeo per la scelta delle città capitali della cultura europea, direttore artistico de “I Concerti del Giubileo” (cinquanta eventi ufficiali promossi e voluti da Giovanni Paolo II per il Grande Giubileo dell’Anno 2000), direttore artistico della Stagione Lirica del Teatro Petruzzelli di Bari, direttore artistico del Festival di Pasqua dal 1998 al 2002, presidente del Premio internazionale “Una Vita per la Musica” (assegnato ogni anno “alla carriera” ad una grande personalità del mondo musicale). Oltre agli oltre duecento dvd e blu-ray delle sue regie teatrali e televisive, tra i suoi libri ricordiamo le conversazioni con Leonard Bernstein, Una vita per la musica (tradotto in dodici lingue), la più completa edizione dell’Epistolario di Wolfgang Amadeus Mozart e le Lettere di Gioachino Rossini. Tra I suoi prossimi impegni: nuove produzioni di Tosca a Malta (12 Aprile 2014), Taormina e ad Aspendos (20 Settembre 2014) in Turchia, Aida al Teatro Greco di Siracusa (12 Luglio 2014), Cavalleria rusticana e Gianni Schicchi a Taormina (2 Agosto 2014), Zaira a Catania (6 Settembre 2014), Don Giovanni a Pisa (Ottobre 2014) ed Otello a Shanghai (Novembre 2014).
Maestro concertatore e Direttore d’Orchestra
Marcello Panni
Compositore e direttore d’orchestra romano, dalla fine degli anni ’70 Marcello Panni è ospite regolare delle principali istituzioni musicali italiane e dei più importanti teatri lirici internazionali, quali l’Opera di Parigi, il Metropolitan di New York, il Bolshoi di Mosca, la Staatsoper di Vienna, la Deutsche Oper, il Covent Garden, il Liceu di Barcelona. Oltre alle più note opere di repertorio, Panni ha diretto la prima esecuzione assoluta di Neither di Morton Feldman all’Opera di Roma (1976), di Cristallo di Rocca di Silvano Bussotti alla Scala di Milano (1983), di Civil Wars di Philip Glass all’Opera di Roma (1984) e di Patto di Sangue di Matteo d’Amico al Maggio Musicale Fiorentino (2009). Panni ha composto diverse opere liriche: Hanjo per il Maggio Musicale Fiorentino (1994); Il Giudizio di Paride, per l’Opera di Bonn (1996), The Banquet (Talking about Love), libretto di Kenneth Koch, per l’Opera di Brema (1998) e ripresa più volte in Italia. Nell’aprile 2005 ha presentato al Teatro San Carlo di Napoli l’opera in due atti Garibaldi en Sicile. Per la cattedrale di Nizza ha scritto nel 2000 una Missa Brevis, per il Duomo di Milano nel 2004 il mottetto Laudate Dominum e per il Festival di Spoleto 2009 ha composto l’oratorio i due parti Apokàlypsis su testo tratto da San Giovanni. Nel 1994 Marcello Panni è nominato direttore artistico dell’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano e quasi contemporaneamente, direttore musicale dell’Opera di Bonn. Nel settembre del 1997 assume la carica di direttore musicale dell’Opera e dell’Orchestra Filarmonica di Nizza. Dal 1999-2004 è direttore artistico dell’Accademia Filarmonica Romana. Nell’autunno 2000 lascia l’Opera di Nizza per ricoprire il posto di consulente artistico al Teatro San Carlo di Napoli che mantiene per due stagioni. Nel 2003 è stato nominato Accademico di Santa Cecilia. Dal 2007 al 2009 ha ripreso la direzione artistica dell’Accademia Filarmonica Romana. E’ stato direttore artistico e principale della Orchestra Sinfonica Tito Schipa di Lecce dal 2008 al 2012. Ha fondato a Lecce l’Ensemble del Sud con alcuni solisti dell’Orchestra Tito Schipa, effettuando numerosi concerti in Marocco, in Ungheria, a Londra e al Palazzo del Quirinale per i concerti promossi da Radiotre. E’ Accademico di Santa Cecilia e vicepresidente dell’Accademia Filamonica Romana.
Direttore Artistico Sergio Rendine
Nato a Napoli il 7 settembre 1954, si è diplomato in Composizione presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma con Domenico Guaccero e presso il Conservatorio Rossini di Pesaro in Musica Corale e Direzione di Coro con Giuseppe Agostini; è stato docente presso il Conservatorio de L’Aquila. Nel 1995 l’organizzazione del Premio Nobel per la Pace di Oslo lo invitò a scrivere un brano della “Mass for peace”, l’Alleluja finale. Gli altri compositori scelti furono Menotti, Pendereckj, Snikte e Matzudaira. Ha composto circa duecento lavori, tra cui Serenata per violino ed archi, Romanza opera in tre atti, Un segreto d’importanza opera in un atto, Alleluja per voce, coro e orchestra, Poema mediterraneo opera in tre atti, Alice opera per la radio in 126 quadri, (commissione RAI-Radiouno, Radiotre), con cui ha vinto il Premio “Hondas”, Barcellona e il Premio speciale della critica al Prix Italia; Marconi opera in 13 quadri, La bell’Europa opera Lieder-opera in 63 canti, Missa de Beatificatione in onore di Padre Pio da Pietrelcina per soli coro e grande orchestra, l’oratorio per soli coro e grande orchestra Passio et Resurrectio per il Venerdì Santo del Grande Giubileo del 2000; l’opera in tre atti Romanza: una favola romana e De profundis Secretum Teophili, Cantata scenica in un atto, commissionategli dal Teatro dell’Opera di Roma. Ha composto inoltre: – Canto della notte, per coro di voci femminili e fiati, su commissione della Fondazione Arena di Verona; – Sinfonia n° 1, su commissione dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo; – Sinfonia n° 2 su commissione del Governo della Repubblica di Andorra. E’ stato pubblicato, per le edizioni “Editoriale Pantheon” Roma, un libro dal titolo “Sergio Rendine, ovvero il coraggio della musica” di P. Crisigiovanni e di Aa. Vv., in collaborazione con l’Università di Bologna. La Naxos, oltre alla “Passio et Resurrectio”, ha pubblicato, presentandolo in occasione dell’Expo Universale di Saragozza, un CD con le due Sinfonie di Rendine, eseguite dall’ONCA (Orchestra Nazionale di Andorra). Ha avuto commissioni da varie istituzioni musicali internazionali tra cui: la S.D.R. ‘Orchestra sinfonica della Radio di Stoccarda’; la N.D.R. ‘Orchestra sinfonica della Radio di Amburgo’; la W.D.R. ‘Radio di Colonia’; la Köln Philharmonie; il Festival di Strasburgo; il Festival di Salisburgo; la BBC di Londra; l’Opera di Francoforte; l’Orchestre Philharmonique de Monaco; l’Opera di Montecarlo; la Oslo Philharmonic; La Filarmonica della Scala; il Teatro dell’Opera di Roma; il Teatro San Carlo di Napoli; il Teatro Massimo di Palermo; la Fondazione Arena di Verona; l’Orchestra Sinfonica della RAI di Roma; il Festival di Schwetzingen; il Festival di Spoleto; l’Accademia Nazionale di S.Cecilia; la Citè Internationale des Artes di Parigi; VIII Congresso Mondiale del Sassofono, Washington; la Fondazione Gulbenkian di Lisbona; l’Orchestra di Stato di S.Pietroburgo; il Teatro Bolscioi di Mosca; l’Orchestra Sinfonica Nazionale di Praga; il Comitato Grande Giubileo del 2000, l’Orchestra Nazionale della Repubblica di Andorra, l’Auditorium Nazionale di Madrid ecc. Lo Stato della Città del Vaticano, con il Festival di Pasqua, nel 2009 gli ha commissionato una Cantata, “Cadens revixit”, sulla figura di San Paolo come unica opera in celebrazione dell’Anno Paolino, opera trasmessa in mondovisione. Nel 2009 Governo d’Andorra, con il Teatro “Liceu” di Barcellona ed una catena di teatri nel mondo, gli hanno commissionato l’Opera in quattro atti “Il sogno di Carlo Magno”, prima opera lirica in lingua catalana che debutterà nel 2015 al Teatro Colòn di Buenos Aires. Sergio Rendine è stato Consigliere d’amministrazione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal 1994 al 1999, Commissario della SIAE dal 1995 al 2000, Presidente e membro delle Commissioni tecniche della SIAE per la Sezioni Lirica e Musica, Direttore artistico del Teatro Marrucino di Chieti, Teatro Lirico d’Abruzzo, dal 1997 al 2007. Direttore artistico del Stuttgart Festival der zeitgenössischen Musik, dal 1988 al 1991. Direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica Siciliana dal 2009 al 2011. Attualmente Direttore artistico del Teatro Lirico di Lecce. Le sue opere sono pubblicate da G.RICORDI & C. (Milano), dalla B.& W. ITALIA (Bideri & WarnerBros) e da Sonzogno. Tra i suoi interpreti: Salvatore Accardo, Vladimir Ashkenazi, Michele Campanella, José Carreras, Gerard Clarette, Marzio Conti, Claudio Desderi, Carla Fracci, Cecilia Gasdia, Daniele Gatti, Gianluigi Gelmetti, Micha van Hoecke, Will Humburg, Lindsay Kemp, Peter Maag, Steven Mercurio, John Neschling, Katia Ricciarelli, Richard Stoltzman, Milva, Amii Stewart e molti altri.
Category: Cultura