A CAVALLINO: UN DIRITTO MESSO DI TRAVERSO
Il freddo mondo del diritto diventa calda narrazione, con “Un diritto… messo di traverso”, spettacolo di e con Salvatore Casentino in scena al Teatro “Il Ducale” di Cavallino sabato 15 marzo per la Stagione Teatrale 2013/2014.
Per la prima volta in assoluto il mondo del diritto, spesso freddo e asettico, viene rappresentato su un palcoscenico e si fa calda narrazione. Tutto questo accade con Un diritto… messo di traverso, monologo di e con Salvatore Cosentino in scena al Teatro “Il Ducale” di Cavallino sabato 15 marzo alle ore 20.30, nell’ambito del cartellone della Stagione Teatrale 2013/2014 siglata dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese. Un monologo intenso e fuori dal comune, quello di Salvatore Cosentino, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Locri, salentino di adozione che si descrive come un magistrato dai mille interessi, critico letterario, innamorato della cultura in tutte le sue forme espressive. Lo spettacolo, che vede alle tastiere Carla Petrachi, è vincitore del Premio Internazionale Kouros 2013 e parla della legalità raccontata attraverso i paradossi, le storture, le contraddizioni, ma anche le virtuose pratiche del mondo dei giuristi. Spiega Cosentino: «Lo spettacolo parte nella sua analisi riflettendo su quanto il diritto, strumento che nasce a servizio dell’uomo, sia in realtà – e per tanti motivi – tanto lontano della dimensione umana. Così ho cercato di umanizzare il mondo dei giuristi per non dimenticare che un fascicolo processuale non è un ammasso di carte che termina con l’ultima pagina di una sentenza, ma è un prezioso scrigno che contiene delle, spesso dolenti, vite umane». Tra citazioni di Shakespeare e Roberto Vecchioni, Pirandello e De Andrè, Alberto Sordi e Tennessee Williams, Platone e Ennio Flaiano, Collodi e Vittorio De Sica, e con l’ausilio di qualche breve spezzone cinematografico, in poco più di cento minuti Salvatore Cosentino prova a ricordare che la legalità non si fa solo con l’uso dei codici (o delle manette), ma anche con la diffusione della cultura, e con l’educazione al bello e all’arte.
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