LA NUOVA TASSA CHE MINACCIA I LECCESI: DI CHI E’ LA COLPA?
Le polemiche sullo smaltimento dei rifiuti urbani
di Tonio Leuci
I cittadini italiani, ogni anno, ogni mese, ogni giorno,sono travolti da una valanga di tasse, dirette e indirette. L’Italia è ai primi posti nella classifica dei paesi più tartassati al mondo, a fronte di servizi da paese africano.
Ma il 2014 rischia di essere ricordato per molti comuni pugliesi e soprattutto per il comune Lecce come l’anno della introduzione di una nuova tassa.
Dal 1° gennaio 2014 anche in Puglia è stata introdotta l’Ecotassa: un tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi. In sostanza, maggiore sarà la quantità smaltita (a discapito così della raccolta differenziata), più alta sarà la tassa che i Comuni pugliesi dovranno pagare alla Regione.
A darne notizia è il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, in occasione della premiazione dei Comuni “ricicloni” – che, cioè, hanno riciclato i rifiuti in misura maggiore – 2013, organizzata da Legambiente Puglia e svoltasi a Bari.
“L’ecotassa è un incentivo alla civiltà e un vantaggio per cittadini – ha dichiarato il governatore – nel senso che più si fa raccolta differenziata e meno si paga”.
In nuovo tributo, che sarà a scadenza trimestrale, era in realtà già previsto dal gennaio 2012, ma era stato rinviato di dodici mesi nella discussione della legge di bilancio. “Alla politica – ha proseguito Vendola – chiedo di non provare quest’anno a fare pressioni per un ulteriore rinvio. Il messaggio quindi è chiaro e lo voglio ribadire alla mia maggioranza, all’opposizione e a tutti coloro che pensano che dietro le quinte si possa organizzare una pressione. Io non sono disponibile neanche a cominciare la discussione su questo argomento. Se ci fosse una pressione per rinviare ancora una volta l’entrata in vigore di una modalità di tassazione che premia la virtù e punisce il vizio, noi avremmo beffato tutti quei cittadini che hanno cominciato a comprendere l’importanza della raccolta differenziata”.
Lo scorso anno, in Puglia, era stata ipotizzata la tariffa massima di venticinque euro a tonnellata e sarebbe stata applicata a quei Comuni con una percentuale di raccolta differenziata inferiore al 30%.
“In Puglia – ha spiegato Francesco Tarantini, presidente regionale di Legambiente – si registrano percentuali di raccolta differenziata ancora troppo basse, intorno al 18%, anche a causa del continuo rinvio dell’ecotassa che invece nelle Marche e Sardegna ha portato ad un incremento di dieci punti percentuali in un solo anno. La Puglia continua invece a smaltire in discarica più della metà dei rifiuti urbani, circa il 59%”.
Così la Regione Puglia, con l’approvazione del bilancio di previsione 2014, ha deciso che i Comuni che prevedono di conseguire a giugno 2014 una percentuale di raccolta differenziata pari ad almeno il 5% in più rispetto ai dati validati riferiti al periodo settembre 2012 – agosto 2013, saranno esentati dal versamento della tassa.
A rischio Ecotassa è il comune di Lecce, poco virtuoso nella differenziata.
“E’ necessario un gioco di squadra per evitare l’ecotassa”, così l’assessore comunale alle politiche ambientali Andrea Guido, che ha per questo convocato i dirigenti delle aziende concessionarie del servizio di raccolta dei rifiuti, Axa ed Ecotecnica, e il settore ambiente del Comune per permettere la creazione di un piano di azione mirato al raggiungimento dell’importante obiettivo.
Il risultato almeno da uguagliare è il 5% di raccolta differenziata in più su tutto il territorio leccese, rispetto ai dati riferiti al periodo settembre 2012 – agosto 2013, da raggiungere entro giugno 2014, limite fissato dalla Regione Puglia. Solo i comuni che riusciranno a raggiungere o a superare questa percentuale entro i termini previsti, come detto, verranno esentati dal pagamento del nuovo tributo.
All’incontro, tenutosi presso l’Assessorato alle Politiche Ambientali, hanno partecipato anche gli organi amministrativi guidati dal dirigente Fernando Bonocuore, al quale Guido ha chiesto collaborazione.
Tre le direttrici lungo le quali si vuole muovere l’assessorato leccese: partecipazione, coinvolgimento e monitoraggio.
Si punterà innanzitutto sui giovani, coinvolgendoli in campagne di sensibilizzazione e concorsi a premi, fin dalle scuole elementari e medie della città.
Poi si passerà al coinvolgimento totale degli uffici pubblici, quelli comunali, in primis, e delle varie sedi del tribunale, per poi passare ai plessi ospedalieri, sia pubblici sia privati, operazioni soprattutto volte all’implementazione della raccolta differenziata di carta e plastica.
Un aiuto, inoltre, verrà chiesto, attraverso le associazioni di categoria, anche agli operatori della ristorazione e agli esercenti commerciali in genere dislocati in tutto il territorio comunale, ai quali verrà chiesto di porre più attenzione nelle operazioni di diversificazione della raccolta e, soprattutto, nel conferimento.
Novità sostanziale, inoltre, sarà la costituzione di un nucleo comunale in seno al settore – Ambiente per il continuo monitoraggio in tempo reale della contabilizzazione dei flussi dei rifiuti differenziati e la ridefinizione e il miglioramento delle funzionalità delle due isole ecologiche e delle due piattaforme.
Infine, a partire da questa settimana, come ultimo ma necessario provvedimento, verranno intensificati i controlli su tutto il territorio sulle modalità di conferimento nei cassonetti. Vigili urbani e ispettori ambientali, quindi, entreranno nel merito, a campione, dei contenuti dei sacchetti, per vigilare sulla corretta differenziazione ed evitare conferimenti non corretti presso le piattaforme.
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“L’obiettivo di un 5% in più non è impossibile da raggiungere – ha commentato l’assessore Andrea Guido – per conseguirlo occorre solamente un grande gioco di squadra a cui devono prendere parte Comune, ditte, commercianti e cittadini insieme”.
Ma se la differenziata è bassa e non si riesce ad aumentarla del 5% entro giugno, la colpa non sarà dei cittadini, ma di Vendola…Il governatore ha impiegato otto anni per approvare un piano dei rifiuti.
Nel 2005 ha imposto la percentuale della differenziata dal 40% al 55%, non prevedendo gli impianti di compostaggio, utili alla lavorazione dell’umido.
Nel 2008 ha affidato al gruppo Marcegaglia la realizzazione di termovalorizzatori privati, eliminando gli impianti pubblici. Inoltre, sempre nel 2008, aveva assicurato alla Puglia dieci impianti di compostaggio pubblici, senza mai dare i fondi per realizzarli.
Se il Salento avesse oggi uno di quegli impianti, sarebbe stato molto più facile far passare la raccolta differenziata dal 17% al 65%. Con la sola frazione secca nessun comune riuscirebbe a evitare l’ecotassa e che non possiamo lavorare la frazione umida perché non abbiamo gli impianti che pure dovevano essere costruiti.
La vera barzelletta é che Vendola ha istituito una tassa per punire le sue stesse inadempienze”.
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Sul piede di guerra il M5S di Lecce, che ha ricordato all’assessore Guido che l’obbiettivo del 5% in più era facilmente raggiungibile e ampiamente superabile attraverso l’avvio della raccolta differenziata porta a porta, come già avviene in altri comuni della provincia di Lecce, invece di continuare con la raccolta nei cassonetti. Solo che si preferisce sempre prendere tempo e rimandare un problema – come quello dei rifiuti – oramai grave e colpevolmente stagnante. Si chiede all’assessore e all’amministrazione tutta: ”Perrchè non sia ancora partito l’appalto dopo la pronuncia del consiglio di stato che ha accolto il ricorso di Monteco ?
Cosa aspetta? Dal nostro penoso 17% basterebbero due mesi per aumentare di 5 punti la differenziata, infati la vicina Galatina ci è riuscita superandolo ampiamente.” Inoltre il M5S pone altre fondamentali domande cui nessuno ha voluto rispondere : “Dove andrà a finire l’umido? L’indifferenziato finirà indifferentemente in discarica? Come, chi ed entro quando si realizzeranno i centri comunali di raccolta, gli impianti di riciclaggio e del recupero dei materiali all’interno dell’ Ato? Verrà incentivato il compostaggio domestico e collettivo? Sono previsti impianti intermedi in città? Quali sono le politiche che vanno verso la riduzione del rifiuto ? Le attività commerciali che venderanno prodotti alla spina saranno esentati dalla tassa sui rifiuti? Coloro che faranno il compostaggio domestico godranno di una riduzione tariffaria? Ma soprattutto, si adotterà la tariffazione puntuale, premiando il cittadino virtuoso e incoraggiando acquisti più consapevoli? Ci dica assessore Guido, a che punto siamo, oltre a quello di multare chi dai comuni vicini getta rifiuti nei cassonetti leccesi?”
Tonio Leuci
Category: Costume e società