IL CERCHIO SI STRINGE INTORNO LA “NEW ECONOMY” DELLA MAFIA SALENTINA
di Tonio Leuci
All’ alba di questa mattina, un duro colpo è stato inferto alla criminalità organizzata salentina della Sacra Corona Unita attraverso due operazioni congiunte, denominate rispettivamente “Torre d’Acaya”, eseguita dai Repato Speciali dei Carabinieri e “Alta Marea”, svolta dalla Questura di Lecce.
L’intera operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, ha portato a quarantatrè ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip Alcide Maritati su richiesta del sostituto procuratore Gugliemo Cataldi.
I 43 indagati sarebbero capi e presunti affiliati alla Sacra Corona Unita. Avrebbero operato non solo nel capoluogo, ma anche nella fascia sud-est e nella fascia costiera salentina.
In particolare l’attività criminale avrebbe riguardato l?associazione a delinquere di stampo mafioso, il traffico di sostanze stupefacenti e le estorsioni a stabilimenti balneari.
A pochi giorni dall’altra operazione denominata “Tam Tam”, che aveva portato a quindici arresti, le due operazioni di oggi rivelano un dato inquietante. La mafia non si accontenta più delle attività illegali storiche, prima fra tutte il traffico di droga, ma ha posato la sua attenzione sul settore del turismo. A Lecce come a Gallipoli e in tutto il basso Salento, fino a Santa Maria di Leuca, sono stati presi di mira: i locali della movida, la security dei disco-bar e delle discoteche, il business dei parcheggi e la sorveglianza illegale nei lidi balneari. Attività che rappresentano nell’insieme una sorta di new economy della Sacra Corona Unita, cui oggi le due distinte operazioni hanno inferto un duro colpo di contrasto.
Tonio Leuci
Category: Cronaca