Omicidio Pesce. Custodia cautelare per 6 indagati
Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno dato esecuzione in Napoli, Giugliano in Campania, Casoria e Lecce, ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia a carico di 6 indagati. Agli arrestati vengono contestati, con distinti ruoli ed a vario titolo, l’omicidio in concorso(nrt.110,575 e 577 cp) di PESCE Carmine e il porto abusivo di armi comuni da sparo in luogo pubblico (nrt. 12/egge 497/1974), il tutto aggravato dall’ aver commesso il fatto per agevolare l’associazione camorristica denominata “V ARRIALE/MELE” (nrt. 7legge 203/1991).
Tra i destinatari di tale provvedimento restrittivo, figurano VARRIALE Antonio, già ristretto per altra causa e capo dell’ omonimo clan operante nel quartiere di Pianura di questo centro, suo cognato CELLA Ciro, nonchè MELE Giuseppe, promotore ed organizzatore della omonima compagine malavitosa, scissasi dall’ originario clan di appartenenza denominato “Marfella”, anch’ esso attivo nella suddetta area metropolitana, protagonista tra il mese di aprile e quello di agosto dello scorso anno della sanguinosa faida nei confronti dell’ avversa fazione, capeggiata da suo cugino PESCE Pasquale cl. 1975. Tra gli arrestati figura anche CASTIGLIONE Prisco, già condannato per il reato previsto e punito dall’art. 416 bis c.p. in quanto affiliato al clan “Marfella” ed attualmente sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.
Violento scontro, quello tra le consanguinee famiglie “PESCE” e “MELE”, il cui inizio risale alle fine dell’ anno 2003, generato da motivazioni di carattere economico e che ha avuto il suo episodio apicale proprio nell’ omicidio di PESCE Carmine, germano dell’ attuale “reggente”.
L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea dall’agosto 2009 al giugno 2010 e suffragata da dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia riconducibili a cartelli camorristici insistenti nel capoluogo campano, ha consentito di:
accertare inequivocabilmente i responsabili, tra cui anche il capoclan V ARRIALE Antonio, dell’ omicidio di PESCE Carmine, affiliato al clan dei “Pesce/Marfella” e nello specifico fratello dell’attuale reggente PESCE Pasquale cl. 75;
delineare precipuamente il ruolo svolto da ciascun indagato in relazione all’ agguato di stampo camorrisitico ;
documentare la “scissione”, avvenuta a partire dall’anno 2004 all’interno del clan Marfella tra le famiglie malavitose, fra loro strettamente imparentate, dei Pesce e dei Mele.
Gli indagati già detenuti si trovano ristretti in diverse località, nello specifico Catanzaro, Viterbo e Secondigliano, mentre il sorvegliato speciale stava scontando la misura di prevenzione gravata dall’ obbligo di permanenza in casa nel comune di Lecce.
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