parte 3- DALL’UOMO CHE SUSSURRAVA AI CICCIONI

| 25 Gennaio 2014 | 0 Comments

(v.m.)  … Qualche giorno dopo il luttuoso evento che aveva colpito il mio amico Mario, per la scomparsa del suo papà, accompagnato da mia moglie, andai a trovarlo a casa. Oltretutto mia moglie non aveva ancora avuto modo di fargli le condoglianze.
Ovviamente, anche lei rimase piacevolmente sorpresa dal visibile dimagrimento del mio amico, ma rimase impressionata, da quello della moglie, che sin da ragazza aveva combattuto con il problema dell’obesità. Una donna che io conoscevo da qualche decennio e che ricordavo sempre robusta, che mi aveva raccontato delle decine di diete intraprese, e delle conseguenti sconfitte. Qualche volta riportando danni anche alla salute.

Giunti a casa loro, dopo i convenevoli di “rito”, ci offrirono qualcosa da bere e lei riprese in mano ago e filo e continuò a lavorare sul pantalone che poco prima aveva poggiato sulla poltrona. Il dimagrimento dell’amica era evidente dal viso, ma il camicione che indossava mimetizzava la reale entità dello stesso. Poi, quando ci spiegò che stava stringendo il pantalone appena acquistato perché non gli andava bene, ovviamente ci fu la curiosità di chiedergli, di quante taglie era scesa, che taglia indossasse attualmente, e lei sorridendo rispose: – la 42 -. Poi aggiunse: – quando vado a comprare i vestiti, ancora non mi rendo conto che riesco ad entrare in una 42, quindi mi dirigo verso le taglie extralarge -. Insomma la mia amica, che io avevo sempre conosciuta come una persona adorabile, donna colta, ottima cuoca, con mille interessi e piena di vitalità, ma da sempre in continua lotta con il problema del grasso, ora era lì davanti a me che si stringeva un paio di pantaloni della taglia 42 perché, come diceva lei,  le andavano un tantino larghi.
Domanda ovvia, impossibile da non rivolgere ai due, – ma come avete fatto? – e poi : – siete stati bravissimi, immagino i sacrifici -.Un largo e serafico sorriso da parte dei due, poi Mario con quel fare sornione che ben conosco, abbassando un po’ la voce e allungando il collo verso il mio orecchio, come si usa fare quando a qualcuno si vuol confidare un segreto e non si vuole che gli altri sentano, disse: – abbuffandomi,si abbuffandomi caro mio, altro che dieta e fame. Non ho sofferto la fame neanche un giorno -. Accennai alla bottiglia di vino che avevo portato, e lui prontamente mi rispose: – vino no, però non mi privo quasi di nulla, vuoi assaggiare della cioccolata che non fa ingrassare? – certamente risposi, convinto che ciò che stava per farmi ingurgitare fosse qualcosa che della cioccolata avesse solo il colore. Poi mi chiese che tipo di cioccolata preferissi.
Ora ero io che lo guardavo con un sorriso ironico, gli spiegai che ero un cultore della cioccolata, che mi piaceva tutta, ma quella che preferivo, ovviamente. era la cioccolata fondente. Questo per fargli comprendere che la ciofeca che mi stava proponendo (cioccolata per gente a dieta), sottospecie di surrogato, l’avrei assaggiata ma solo per farlo contento.
Immaginatevi quindi la sorpresa quando misi in bocca quella barretta di pseudo cioccolata e scoprii, che questa era non solo una squisitezza, ma, che il cacao utilizzato era di ottima qualità.
Alla mia espressione sbalordita mi spiegò che il cacao non fa ingrassare ma sono gli zuccheri e quello era un prodotto realizzato senza zucchero eppure non aveva perso nulla dell’ottimo sapore del cioccolato classico.

Continua…

 

Category: Costume e società

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