CAVALLINO: FINI PRESENTA IL SUO LIBRO “IL VENTENNIO”
Oggi, sabato 18 gennaio alle ore 17,00 Gianfrnco Fini presenta il suo libro, IL VENTENNIO, IO BERLUSCONI, E LA DESTRA TRADITA, edizioni Rizzoli.
Dopo il saluto del Sindaco di Cavallino Michele Lombardi, interverranno il Direttore del Nuovo Quotidiano di Puglia Claudio Scamardella, e il Direttore TG Norba Vincenzo Magistà.
Fini oltre ad essere stato nel corso degli anni Ministro degli Esteri, pressidente della Camera dei Deputati, è stato anche Segretario del Fronte della Gioventù.
(ndr)
Non sappiamo se sarà data la possibilità ad altri giornalisti o al pubblico di intervenire, nel caso non fosse possibile, riportiamo qui in basso un articolo preso da il giornale.it, nel quale si riporta e commenta la notizia di un giornalista che è stato impunemente accusato di essere un picchiatore fascista per aver militato nel Fronte della Gioventù, ossia l’organizzazione giovanile del MSI.
Ora ci chiediamo se un giudice può scrivere in tutta tranquillità, senza essere sputtanato pubblicamente, una sentenza di questo genere, lui Fini sente di avere qualche responsabilità, se dopo aver governato per oltre un decennio, gli uomini e le donne di destra sono ancora considerate anche dalla legge persone di serie B ?.
Questa è la domanda che vorremmo porre a Fini.
La Cassazione assolve un blogger che aveva attaccato un giornalista. Levata di scudi, da Alemanno alla Fnsi
Non è reato definire «picchiatore fascista» un ex militante Msi
Roma – «Sconcertante». «Preoccupante». «Incomprensibile». «Anacronistica». Sono questi gli aggettivi che si ritrovano nei titoli di agenzia che riportano i commenti alla sentenza della Cassazione che ha assolto – «perché il fatto non costituisce reato» – un blogger che nel suo sito aveva definito «ex picchiatore fascista» Stefano Mensurati, attuale vicedirettore del Giornale Radio Rai.
Il motivo della sentenza che ha ribaltato primo grado e appello favorevoli al giornalista? Il riconoscimento di una sorta di peccato originale: aver fatto parte in età giovanile del Fronte della Gioventù. Una appartenenza a una «ben precisa posizione politica» che «non corrisponde a quella della maggioranza degli italiani e ai principi costituzionali in cui essi incondizionatamente credono». Insomma, per farla breve, l’equazione è: se hai fatto parte del Fdg, non è reato definirti un picchiatore.
Ma da cosa nasce «l’accusa» lanciata dal sito? Da una intervista concessa al Venerdì di Repubblica da parte di Mensurati. «Mi chiesero: botte con i rossi?» ricorda il giornalista. «Risposi: ma scusa mi vedi? Ti sembro un picchiatore? Tutt’al più se dovevo fare a botte le prendevo più che darle. Insomma non ho certo il fisico del picchiatore, né l’indole, né il temperamento. Ci siamo messi a ridere. Poi è uscita la frase: Più che darle le ho prese». Oggi il sentimento predominante è quello dell’amarezza e dello stupore. «Non sono mai stato un picchiatore fascista! Dirlo è una balla colossale oltre che una calunnia. Ma è mai possibile confondere il Fronte con i gruppi violenti? E poi: chi stabilisce qual è il pensiero della maggioranza italiani? E ancora: è un concetto giuridicamente rilevante come la pensa la maggioranza degli italiani? Allora se uno fa parte di una minoranza politica non ha diritto a lavorare o occupare posizioni di rilievo? E una tesi del genere potrebbe mai essere applicata a chi faceva parte della Fgci o di Lotta Continua?».
L’altro elemento che colpisce è la «distrazione» del mondo politico-giornalstico. A Mensurati sono arrivate attestazioni di solidarietà ma soltanto da parte della destra che per una volta è riuscita a superare le proprie lacerazioni. Si sono fatti sentire Gianfranco Fini, Gianni Alemanno, Maurizio Gasparri, Mario Landolfi, Roberta Angelilli (che intende sollevare la questione al Parlamento europeo), Roberto Menia (che giustamente chiede: «Ma lo sanno che Borsellino era del Fuan?») e altri. Uniti nel sottolineare che questa offesa si estende al presidente della Camera, a ministri, parlamentari, economisti, al sindaco di Roma. Ma dal Quirinale in giù tutti hanno chiuso gli occhi. E anche tra i giornalisti è scattata la regola del silenzio. Gli unici che hanno alzato la voce sono stati i consiglieri Fnsi, Paolo Corsini, Massimo Calenda, Marco Ferrazzoli e Pierangelo Maurizio della componente L’Alternativa, decisi nel chiedere una presa di posizione da parte della Federazione della stampa. E a invocare una ribellione contro «una vera e propria discriminazione ideologica e una lesione costituzionale». Una ribellione che difficilmente ci sarà visto che il giorno dopo sulle agenzie di stampa il «caso Mensurati» è già cancellato e archiviato.
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LA DESTRA TRADITA ? LA FACCIA DI BRONZO DI QUESTA PERSONCINA E’ UNICA – UNO CHE DICE DI ESSERE DI DESTRA SOLO PERCHE’ HA VISTO IL FILM BERRETTI VERDI DOPO 30 ANNI DI INCONSISTENZA POLITICA CHE PRENDE 6000.00 EURO AL MESE PER LAVORATO MAI MAI MAI NELLA SUA VITA