ROCA NEL MEDITERRANEO” APERTA PER TUTTO IL 2014
ALLA LUCE DEL SUCCESSO REGISTRATO PROROGATA LA MOSTRA NEL CASTELLO DI ACAYADEDICATA ALLE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE SU ROCA VECCHIA.
Gli straordinari reperti rivenienti da oltre trent’anni di scavi nel sito archeologico di Roca potranno essere ammirati per tutto il 2014. Lo ha deciso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali che, alla luce del notevole successo registrato, ha approvato la proroga di un anno, così come richiesto dall’Istituto di Culture Mediterranee d’intesa con la Provincia di Lecce, dell’apertura della mostra “Roca nel Mediterraneo”.
L’allestimento, inaugurato un anno fa nel Castello di Acaya (e che avrebbe dovuto chiudere i battenti a fine gennaio), ha fatto registrare complessivamente 12mila visitatori, di diversa provenienza. 90 i gruppi classe, per un totale 1800 studenti provenienti da tutta la regione. L’aver puntato sulla accessibilità totale della mostra ha favorito le visite di numerosi disabili, che hanno potuto accedere gratuitamente e usufruire dell’abbattimento di ogni tipo di barriera architettonica.
Molti anche i turisti, gran parte stranieri, che l’hanno visitata, soprattutto nel periodo estivo. Gli accessi sono stati costanti per tutto l’anno con una media di mille visitatori al mese.
Ad esprimere viva soddisfazione per questi risultati è la vice presidente e assessore alla Cultura della Provincia di Lecce Simona Manca, che sottolinea come “grazie ad una programmazione di alto profilo e ad una gestione attenta delle iniziative, Acaya è diventato uno dei poli espositivi tra i più visitati della Puglia, come è riscontrabile dal numero dei biglietti venduti e dalla frequenza del pubblico anche a tutte le iniziative collaterali alle mostre”.
Per festeggiare il successo della mostra, il 26 gennaio, ad un anno preciso dall’apertura, sarà possibile visitare l’esposizione gratuitamente. Per info e prenotazioni 347 2535235 o icm@provincia.le.it.
La Mostra archeologica sugli scavi di Roca Vecchia, intitolata “Roca nel Mediterraneo”, è stata organizzata da Provincia di Lecce e Istituto di Culture Mediterranee, insieme a Ministero per i Beni e le Attività culturali, Unione Europea, Regione Puglia, Comune di Melendugno, Comune di Vernole, Università del Salento, Scuola archeologica italiana di Atene, UniRoca – Associazione universitaria di promozione sociale, Terra- Società cooperativa per i beni e le attività culturali e ambientali, Umana Natura.
Curata da Luigi Coluccia e Oronzina Malecore, è suddivisa in due sezioni, una introduttiva e l’altra tematica. Nella prima, quella introduttiva, sono illustrate le motivazioni storiche e culturali che stanno dietro alla scelta del Castello di Acaya, immobile di proprietà della Provincia di Lecce situato nel territorio comunale di Vernole ed affidato in gestione all’Istituto di Culture Mediterranee, istituzione in house dell’Ente provinciale, come contenitore della mostra archeologica. Accanto a questo sono forniti i supporti informativi fondamentali per l’inquadramento generale del sito e del contesto territoriale preso in esame, insieme alla storia degli studi che vanta un insolito primato. Questa sezione è suddivisa nelle seguenti aree espositive: Da Roca ad Acaya (le ragioni di una scelta); La lunga storia delle ricerche condotte a Roca a partire dal Rinascimento; L’insediamento protostorico di Roca e il contesto ambientale. La ricostruzione dell’ecosistema antico (geomorfologia, ambiente, flora, fauna, clima etc.) e le trasformazioni intercorse negli ultimi 3000 anni, dai processi naturali a quelli antropici; L’area naturale protetta delle Cesine: il relitto ultimo di un ambiente sopravvissuto alla pressione antropica.
Nella sezione tematica sono esposti i temi nodali della Mostra, attraverso una scansione temporale delle principali fasi evolutive dell’abitato, ad ognuna delle quali è dedicata una specifica sala secondo questo itinerario: Le mura di fortificazione: l’assedio; I contatti trans marini: la navigazione; I luoghi del culto e la vita materiale; Memoria e sopravvivenza del culto nell’età del Ferro; La Grotta Poesia e le testimonianze epigrafiche del culto.
Attorno al tema delle relazioni umane e degli scambi commerciali e culturali, che da sempre hanno avuto come teatro d’azione il “mare in mezzo alle terre”, si colloca l’esperienza di un territorio naturalmente predisposto ai contatti con l’esterno, raccontata attraverso la testimonianza di uno dei siti chiave per la comprensione delle dinamiche storiche che hanno coinvolto l’estrema propaggine sud-orientale italiana a partire dalla metà del II millennio a.C. Tra la Media età del Bronzo e la Prima età del Ferro si assiste alla nascita di numerosi abitati costieri fortificati. Proprio per Roca, venticinque anni di ricerche sistematiche hanno comprovato l’esistenza di uno straordinario insediamento a carattere emporico, attorno al quale ruotavano gli interessi di una fitta rete di traffici ad ampio raggio, che dalla tarda età del Bronzo collegava la nostra penisola all’Adriatico settentrionale, all’Egeo e al Vicino Oriente.
Nella Mostra grande spazio è dedicato al contesto ambientale e alla ricostruzione dell’ecosistema antico e alle trasformazioni intercorse negli ultimi 3000 anni, dai processi naturali a quelli antropici. Presente, inoltre, un’ampia rassegna di materiali esotici, dalle ceramiche di tipo minoico-miceneo, ai metalli di derivazione europea-continentale, agli avori e ad altro ancora.
Tra gli oggetti indigeni, oltre alla significativa presenza di vasellame d’uso quotidiano foggiato a mano, sono esposti alcuni esempi di artigianato specializzato, da quello metallurgico rappresentato dai bronzi dei due ripostigli scoperti nei livelli pavimentali della grande “capanna-tempio” del Bronzo Finale, a quello vascolare, che vede la produzione dei grandi dolia, per la prima volta realizzati con l’ausilio del tornio. A questi, si associano altri singolari manufatti, come la ricostruzione del disco in lamina d’oro, simbolo del culto solare. La memoria e la sopravvivenza del culto nella successiva età del Ferro, insieme alle più tarde testimonianze epigrafiche raccolte a Grotta Poesia, che da sola costituisce la prova tangibile della lunga vicenda insediativa di Roca, sono i temi affrontati nella sezione conclusiva della Mostra.
Altra particolarità dell’esposizione archeologica è la sua completa accessibilità anche ai visitatori con disabilità, grazie al totale abbattimento di ogni barriera architettonica e alla presenza di riproduzioni tattili, audio descrizioni, stampa in braille, realizzate su consulenza della società “Poiesis” di Copertino.
Category: Cultura