TAP: LETTERA APERTA A VENDOLA DEI CINQUE STELLE PER IL RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE

| 12 Gennaio 2014 | 0 Comments

Deputati e senatori pugliesi del MoVimento 5 Stelle invitano pubblicamente il Presidente Vendola a prendere una posizione chiara vista l’incongruenza di comportamento di SEL tra Regione e Parlamento.
I parlamentari pugliesi del MoVimento 5 Stelle tornano alla carica sulla legge relativa al trattato tra Italia, Albania e Grecia per il progetto “Trans Adriatic Pipeline” approvato alla Camera lo scorso 5 dicembre, nonostante le vistose proteste in Aula. I parlamentari pentastellati lo fanno attraverso una lettera aperta al Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ed a tutti i consiglieri regionali per invitarli ad impugnare la legge dinanzi alla Corte Costituzionale, vista appunto la sua incostituzionalità.

 “Premessa l’illegittimità morale del Parlamento a seguito del comunicato stampa della Corte Costituzionale sulla legge elettorale – scrivono nella lettera i parlamentari pugliesi del M5S – riteniamo sia inaccettabile che le valutazioni di impatto ambientale siano successive alla ratifica e che la ratifica preceda anche l’ascolto delle comunità locali, contrariamente a quanto recepito dall’Italia secondo la convenzione di Aarhus. All’articolo 7 – proseguono – si legge che gli Stati contraenti sono obbligati a rimuovere, una volta completata l’opera, tutti gli ostacoli al flusso di gas attraverso il gasdotto. Una scelta che impegnerebbe l’Italia per molti anni a venire, mentre la Strategia Energetica Nazionale (SEN) prevede il ricorso al gas quale mera soluzione transitoria”. E come se non bastasse “la sede dell’approdo è parte integrante dell’accordo e non può essere modificata”.

 

I Cinque Stelle dichiarano: “Il partito di Vendola, SEL, chiarisca cosa vuole fare sul TAP, visto che in Parlamento si è opposto a questa opera, votando favorevolmente alla pregiudiziale di costituzionalità presentata dal M5S, e invece in Regione sembra non voler fare ricorso alla Corte Costituzionale, visto che ormai sono passati invano più di 30 giorni dalla ratifica del trattato, e ne restano meno di 25 per promuovere la questione di legittimità costituzionale della ratifica dell’accordo in oggetto”.

 

PUBBLICHIAMO QUI DI SEGUITO LA LETTERA INTEGRALE.

Al Presidente della Regione Puglia

Nichi Vendola

Ai Consiglieri regionali

Oggetto: Accordo sul progetto “Trans-Adriatic Pipeline” – TAP.

 

 

Caro Presidente, Signori Consiglieri,

lo scorso 5 dicembre la Camera dei deputati, ha definitivamente approvato il disegno di legge relativo all’Accordo tra la Repubblica di Albania, la Repubblica greca e la Repubblica italiana sul progetto «Trans Adriatic Pipeline» (Tap).

Premessa l’illegittimità morale del Parlamento a seguito del comunicato stampa della Corte Costituzionale sulla legge elettorale, riteniamo sia inaccettabile che le valutazioni di impatto ambientale siano posteriori alla ratifica e che la ratifica preceda anche l’ascolto delle comunità locali, contrariamente a quanto recepito dall’Italia secondo la convenzione di Aarhus. Si prevede, anzi, all’articolo 6 dell’Accordo, che l’Italia, quale Stato contraente, sia tenuta ad adottare ogni provvedimento volto a facilitare la sua realizzazione nel proprio territorio, compresa la concessione di tutte le autorizzazioni necessarie.

Come se non bastasse, all’articolo 7 si legge che gli Stati contraenti sono obbligati a rimuovere, una volta completata l’opera, tutti gli ostacoli al flusso di gas attraverso il gasdotto, scelta che impegnerebbe l’Italia per molti anni a venire, mentre la Strategia Energetica Nazionale (SEN) prevede il ricorso al gas quale mera soluzione transitoria. È pertanto in palese contrasto con la SEN, visti i lunghi tempi di realizzazione della TAP.

 

Ancora, la sede dell’approdo è parte integrante dell’accordo e non può essere modificata: non si nasconda dietro il dissenso della popolazione locale, perdendo tempo; la Regione, come TAP, non sta proponendo alcun approdo alternativo e alcuna opposizione all’inutilità dell’opera a prescindere dall’approdo.

 

Il MoVimento 5 Stelle si è fortemente opposto alla ratifica di tale Accordo opponendo motivazioni di carattere costituzionale, ambientale e economico. Sia al Senato che alla Camera sono state, infatti, presentate pregiudiziali di costituzionalità che ben evidenziavano come tale progetto appaia suscettibile, per come delineato, di incidere significativamente e negativamente, non solo sul bene ambientale ma anche su salute ed economia locale, senza il necessario apparato di cautele legislative, tecniche e amministrative, ispirate al principio comunitario di precauzione e richieste dalla normativa europea sulla Valutazione di Impatto Ambientale e sulla Valutazione Ambientale Strategica riguardanti l’attenta e approfondita valutazione degli effetti di determinate opere, piani e programmi sull’ambiente naturale.

È bene evidenziare, inoltre, che la relazione di presentazione del Disegno di legge di ratifica afferma che è stato “predisposto ai sensi dell’art. 80 della Costituzione”. Tuttavia l’art. 80 della Costituzione precisa che le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali “che sono di natura politica”.

Non è vero che la ratifica dell’Accordo rientra tra le materie di legislazione esclusiva dello Stato ai sensi dell’art. 117, comma 2°, lett. a) della Costituzione. Esso, infatti, non riguarda in alcun modo la “politica estera ed i rapporti internazionali dello Stato” ma tutt’al più rapporti (ed interessi) di natura esclusivamente o almeno prevalentemente economica. Rientra invece sicuramente nelle materie di legislazione concorrente di cui al 3° comma dell’art. 117 della Costituzione, da approvare con legge regionale in quanto l’approvazione dell’accordo in questione concerne i rapporti internazionali (non di natura politica), il commercio con l’estero, la tutela della salute, il governo del territorio, infine la produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia, che nel caso in esame sono tutti valori riferibili esclusivamente (almeno allo stato attuale) al territorio regionale Pugliese.

Infine, è evidente la violazione degli artt. 32 e 41 della Costituzione, che rispettivamente tutelano “la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” e l’iniziativa economica privata, ma soltanto se non in contrasto con l’utilità sociale e non rechi danno alla sicurezza, alla libertà e dignità umana. Ciò perché la ratifica dell’Accordo prescinde assolutamente dalla preventiva valutazione degli effetti negativi del progetto sulla salute del cittadino, sulla sicurezza delle popolazioni, sull’utilità sociale e sulla dignità umana. Infatti, le valutazioni sull’impatto ambientale e di altro genere del progetto TAP sono rinviate a data successiva alla ratifica dell’Accordo, mentre  secondo la nostra Costituzione tali aspetti devono essere preliminarmente verificati.

 

Inoltre, è stato sottolineato nella pregiudiziale di costituzionalità, votata favorevolmente dal gruppo SEL che auspichiamo firmi e spedisca quanto prima tale documento, il ruolo costituzionalmente riconosciuto al sistema delle Autonomie territoriali e alle Regioni in particolare, quando questo riguardi gli atti di pianificazione e indirizzo che guidano la trasformazione del territorio.

 

Non si nasconda dietro la Valutazione di Impatto Ambientale come se esso fosse uno strumento meramente tecnico giacché il Consiglio di Stato ha già ribadito più volte che “non costituisce un mero giudizio tecnico, suscettibile in quanto tale di verificazione sulla base di oggettivi criteri di misurazione, ma presenta profili particolarmente intensi di discrezionalità amministrativa, sul piano dell’apprezzamento degli interessi pubblici.

 

A tal proposito, il Comitato per la Valutazione di impatto ambientale della Regione da Lei presieduta, interessata dalla localizzazione dell’opera, risulta abbia già valutato negativamente il progetto TAP.

Con riferimento al progetto TAP, infine, a fronte di oneri economici, ricadute sulla salute pubblica e danni alle attività ecosostenibili, prevedibili a seguito dell’impatto ambientale dell’opera, appaiono del tutto aleatorie – nel confuso quadro programmatorio e autorizzatorio in atto – le eventuali maggiori entrate per l’Erario, sia in considerazione della destinazione finale ad altri Paesi dell’idrocarburo, sia tenuto conto delle attuali previsioni di ribasso dei prezzi del gas, nonché delle forti criticità del contesto geopolitico in cui l’opera viene a inserirsi; altresì aleatori appaiono i benefici di qualsiasi genere per i cittadini italiani, visto che i prezzi al consumo non diminuiranno e che la sicurezza di approvvigionamento è data da autoproduzione e dalla pluralità di tipologie di fonti, non di certo dalla sostituzione di fornitori dello stesso idrocarburo.

 

Le scriviamo, dunque, questa lettera aperta, presidente Vendola, per sollecitare Lei e tutto il Consiglio regionale ad avviare immediatamente (poiché 30 giorni sono già trascorsi inutilmente) tutte le procedure di propria competenza per presentare un ricorso alla Corte Costituzionale per promuovere la questione di legittimità costituzionale della ratifica dell’accordo in oggetto.

Emanuele Scagliusi, Manlio Di Stefano, Carlo Sibilia, Alessandro Di Battista, Daniele Del Grosso, Marta Grande, Alessio Tacconi, Maria Edera Spadoni, Barbara Lezzi, Daniela Donno, Maurizio Buccarella, Giuseppe Brescia, Giuseppe L’Abbate, Giuseppe D’Ambrosio, Diego De Lorenzis, Francesco Cariello

 

Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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