IL TRAMONTO D’ITALIA NEL TRAMONTO DEL CINEMA
In questi giorni di festa, come ogni anno, gli Italiani si sottopongono al “rito” del cinepanettone.
Il termine cinepanettone è un neologismo italiano indicante alcuni film comico-demenziali di produzione italiana destinati ad uscire nelle sale cinematografiche durante il periodo natalizio.
Così tutti quelli che nelle festività non vogliono stare a casa con parenti e amici e che non possono farsi una passeggiata per il maltempo, si riversano nei cinema. Le città di tutta Italia sono tappezzate da cartelli pubblicitari, che reclamizzano questo prodotto. Un prodotto che tira, stando agli incassi dei botteghini e che offre un po’ di ossigeno alla nostra industria cinematografica, oramai morente. Da trent’anni Neri Parenti e De Laurentis in cabina di regia sono gli artefici, mentre Cristian De Sica è da sempre l’attore leader del cinepanettone, ogni anno campione di incassi.
Se questi sono lati positivi, sono superati ampiamente da quelli negativi. Questi film non sono solo volgari, ordinari, grossolani, ma anche ripetitivi e uguali a se stessi. Sempre gli stessi temi triti e ritriti. Solite battute stupide, solite parolacce, solito nudo della bellona di turno. L’unica cosa che cambia ogni anno è l’ambientazione. Con la sua trivialità, volgarità e demenzialità, il cinepanettone rappresenta non solo il degrado del cinema italiano, ma soprattutto il degrado della società italiana, che si rappresenta in questo genere di film. E’ come se tutta la comicità penosa, la banalità, la volgarità, ai limiti dell’eccesso, che trabocca da questi film, rispecchiasse l’Italia di oggi e chi la governa. Il tramonto d’Italia, quale Paese sinonimo di arte, storia e cultura è il tramonto di un Paese con un cinema che è solo nostalgia di Federico Fellini, Bernardo Bertolucci, Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Sergio Leone, Pier Paolo Pasolini…
Tonio Leuci
Category: Costume e società