CIÒ CHE NON DEVE ACCADERE, ACCADE
Dopo quindici anni Giorgio Canali, Francesco Magnelli, Gianni Maroccolo e Massimo Zamboni tornano insieme sul palco per riproporre il repertorio dei CSI, band nata dalle ceneri dei CCCP – Fedeli alla linea. Dopo alcune tappe in giro per l’Italia, venerdì 13 dicembre (ore 22.30 – ingresso in prevendita 13 euro + dp nel circuito BookingShow, ingresso al botteghino 18 euro) lo spettacolo “Ciò che non deve accadere, accade. Nessuna garanzia per nessuno” approda alleOfficine Cantelmo di Lecce in collaborazione con Coolclub, Uasc e MollyArts. Un incontro non destinato ad altro se non al piacere di ritrovarsi sullo stesso palco a riproporre brani entrati ormai nella memoria collettiva, importanti per chi ascolta e per chi li esegue. Non è infatti previsto nessun “seguito”, su cd o dvd, ai pochi concerti previsti. Canzoni straordinariamente attuali che sicuramente ci ridaranno quel “suono CSI” così unico e mai ritrovato in nessun altro progetto musicale e a cui il pubblico ha dimostrato sempre grande attenzione e partecipazione. Sul palco i quattro musicisti saranno affiancati dalla cantante Angela Baraldi e dal batterista Simone Filippi.
“Ritrovarsi sullo stesso palco, dopo una quindicina d’anni. Un concerto, poche date uniche, assieme. Ci sono ottime motivazioni forti, per farlo. Scriveranno alcuni: “Ex-CSI”. “Reunion”, scriveranno altri. Pazienza. Occorrerebbe maggior fantasia nel valutare, ma va bene così”, sottolinea Massimo Zamboni. “Sembra impossibile ritrovarsi, nell’Italia di oggi, dove tutto induce a perdersi, a rinchiudersi in storie private – che possono anche essere languorose e di soddisfazione – ma sempre più soltanto personali. E sempre più difficile è pronunciare una parola facile: “Noi”. Noi, ci siamo. Senza nostalgie di futuro, senza progetto costituito, senza smanie, ci siamo perchè è bello esserci, e giusto. Abbiamo assistito a un degrado esasperante del nostro Paese, in questi quindici anni; ognuno di noi a suo modo ha dato una forma pubblica, condivisa, al malessere che governa tutti. Ciò che non doveva accadere, accade quotidianamente, in forma progressiva e asfissiante. “Nessuna garanzia per nessuno”, dicevamo in una nostra canzone, Buon anno ragazzi, ricordate? Quello che sembrava impensabile, ansia d’artisti, oggi è pratica giornaliera. Fragorose, pesanti, monolitiche, apocalittiche, le nostre canzoni segnalano ancora le paure e le premonizioni del nostro declino”, conclude Zamboni. ”Spegnere il video, uscire di casa, muoversi, vivere, sognare, ritrovarsi, guardarsi, esserci, noi, voi, è ancora una volta l’antidoto migliore”.
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