LA FRECCIA DEL SUD
(p.p.)
Non sono cambiate le norme, no, perché esistono ancora e anzi con tutta una serie di rilevanti sanzioni per gli inadempienti, anche se non sono mai applicate: sono cambiate – e in peggio, purtroppo – solamente le abitudini. Almeno qui, dove l’obbligo, imposto dal codice della strada, di segnalare con la freccia, ovverosia gli indicatori di direzione, qualunque spostamento della propria autovettura praticamente non esiste più.
Invece – mi ricordo – quando presi la patente di guida io era un’imposizione ferrea. L’istruttore non smetteva mai di ricordarlo, a cominciare di primi momenti dell’avvio della marcia, talmente minacciando solenni ed istantanee bocciature all’esame alla prima omissione, che durante i mesi della scuola guida mettere sempre la freccia era diventato per tutti noi una specie di riflesso condizionato, automatico come il meccanismo dell’autovettura, cui nessuno e per nessuna ragione si sottraeva.
Invece adesso chi la usa è una rarità, come chi rispetta la distanza di sicurezza, come chi NON sorpassa a destra, come chi favorisce chi è impegnato in manovre pericolose, o comunque difficili, insomma tutte quelle norme che, prima ancora che del codice della strada, sono del galateo, e l’educazione viene sempre prima di tutto.
Così, rimani fermo come uno stupido a un incrocio per molti secondi, scoprendo alla fine che l’automobilista con diritto di precedenza svolta poi alla fine a destra, oppure ti vedi all’improvviso in movimento, davanti, o di lato, un’autovettura che credevi ferma.
Certo, queste cose accadono anche altrove, sia pur solamente in Italia, specialmente al Sud, ma qui a Lecce accadono con sistematica regolarità, nel traffico caotico e convulso, in cui ognuno fa quello che gli pare, fregandosene degli altri. In più, c’è un’altra colossale differenza: nelle altre città, se protesti garbatamente contro un automobilista reo di simili bruttezze, quello di solito alza la mano, fa spallucce, sbuffa, comunque chiede scusa. Invece a Lecce il reo fa prima la faccia stranita, poi diventa rosso in volto, infine ti piglia a male parole, nella migliore delle ipotesi, se non scende addirittura per punirti fisicamente di aver osato rimproverarlo.
A te, educato, rispettoso e corretto, quindi rimane soltanto il silenzio, reprimendo il cattivo pensiero di procurarti una pistola e andare a spararlo, perché la legge precede in tal caso una condanna per omicidio volontario, per giunta aggravato da futili motivi, mentre dovrebbe prevedere per il giustiziere della strada una menzione di encomio solenne, magari pure qualche altra onorificenza aggiuntiva.
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