I NUOVI SCENARI DELL’ECONOMIA E DELLA POLITICA – CONNESSI AL FUTURO – La lezione di Derrick de Kerckhove

| 12 Novembre 2013 | 0 Comments
dI Giuseppe PUPPO.
Ho letto ieri un nuovo saggio – un bell’’articolo su “Repubblica”, titolato “Mercato social club”, che si riferisce alla sua partecipazione al “Future forum” , una rassegna sull’’innovazione, in corso a Udine – di Derrick de Kerckhove.
Considero l’’autore un vero e proprio maestro dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, capace di indicarne potenzialità, pericoli, istruzioni per l’’uso e, soprattutto, il che è ancora più difficile, una vera e propria rarità, prospettive future.
Insomma, una specie di “Duca mio”, dopo che lo fu – feci in tempo – anche per me Marshall Mc Luhan.
Lo è stato anche dopo di lui e per primo per quanto riguarda internet, il professore inglese Stephen Coleman, ex consulente del governo di Tony Blair, docente a Oxford, il quale, sempre per primo, individuò nelle innovazioni tecnologiche (in particolare gli strumenti dell’’elettronica) la capacità di produrre un effetto sicuramente positivo e propositivo, in termini di partecipazione popolare, alla politica.
Era ancora il 2004. Beppe Grillo – sorrido – si occupava ancora di altro. Io all’’epoca dirigevo per la Regione Piemonte il progetto multimediale “Obiettivo minori” per l’’educazione all’’uso delle nuove tecnologie. Incuriosito dalle vaghe notizie che giungevano sugli insegnamenti del professore, anche per fargli valutare il nostro lavoro, gli chiedemmo un intervento. Nel corso di quell’’intervista, realizzata a Londra da Fatima Moliardo,
-per chi voglia leggere il testo completo: http://obiettivominori.org/be/main.php?page=fe_std&id_page=notizie&id=224 –
Coleman parlò da lucido profeta, preconizzando scenari che si stanno pian piano avverando, dalla politica, all’’informazione.
Poi, dopo di lui, a livello di capacità di sintesi, analisi e progettualità futuro, ecco imporsi l’’astro nascente di un altro, come Mc Luhan, sociologo, il canadese Derrick de Kerckhove, il quale, proseguendo i discorsi avviati da Coleman, da alcuni anni insegna e scrive dei nuovi mass media e delle loro potenzialità e che io cerco di seguire, come sempre affascinato da chi è capace non solo di spiegare il passato, che è già difficile, e pure capire il presente, che è più difficile ancora, non solo, ma pure di anticipare il futuro, che è davvero di pochissimi al mondo.
Intervenendo pochi giorni fa al seminario di Udine, Derrick de Kerckhove ha analizzato le nuove frontiere dell’’economia (ma pure della politica, che sempre di più e purtroppo dell’’economia è marxisticamente sovrastruttura) al tempo di internet, ha prefigurato scenari inediti, comunque in fase di realizzazione e ha detto poi tante altre cose ancora assai degne di note, su cui è proficuo riflettere. Vorrei farlo su leccecronaca.it e, naturalmente, insieme a tutti voi.
Certo, non a tutti interessano questi argomenti, invece, a mio modo di intendere, affascinanti, non tutti avranno la pazienza di seguirli, però io ci provo, anche perché almeno al mio amico Valerio Melcore – e sorrido di nuovo – interesseranno moltissimo. E allora, cercherò qui di seguito di fare una buona sintesi delle cose che ho imparato e delle riflessioni che me ne sono venute.
***
Il fenomeno compiuto dei giorni nostri che Derrick de Kerckhove chiama “condizione digitale” ha reso vicini tutto e tutti, permettendo accesso simultaneo a persone, cose e attività, il che, a sua volta, ha generato quella che il sociologo definisce “cultura partecipativa”, cioè il desiderio di essere partecipi e coinvolti, connessi, insomma, come soprattutto i così detti social media testimoniano ampiamente.
L’’economia sta cominciando a essere generata, o rigenerata, come la politica (in tal senso già più avanti, e senz’’altro per la politica va meglio impiegato quest’’ultimo verbo) dalla “cultura partecipativa, con spinte che partono dal basso, dalla base, dal popolo riunito in forme partecipative di analisi e decisioni condivise, senza imposizioni dall’’alto e anzi con spinte che dal basso verso l’’alto salgono e si impongono.
Sta nascendo, così caratterizzato, il così detto “mercato intelligente”, anch’esso ancorato nel mare di internet dove navigano le persone trasferendo e condividendo in tempo reale informazioni ed emozioni attraverso i confini geografici, oltre le barriere sociali e vecchi e oramai superati confini ideologici.
Come muoversi nella economia intelligente?
Derrick de Kerckhove fissa tre regole, che valgono benissimo, aggiungo io, per la politica, per lo stare bene insomma al mondo d’’oggi nella nostra società contemporanea, ma soprattutto in prospettiva futura.
Le tre regole sono: essere presenti on line; riuscire a stimolare il coinvolgimento; creare comunità.
Quale – lo chiama proprio così – “debole segnale del futuro”, a conferma della prima regola, il sociologo segnala che da San Paolo del Brasile sono spariti tutti i cartelloni della pubblicità stradale; negli Stati Uniti d’’America, la città di Houston, nel Texas, ha già seguito l’’esempio della metropoli brasiliana, ed altre si stanno attrezzando.
Insomma, gli investimenti della pubblicità si stanno dirigendo verso nuovi mezzi di comunicazione, così come, per fare un altro esempio, i giornali cartacei stanno diventando minoritari rispetto a quelli on line.
Per quanto riguarda il coinvolgimento, la politica insegna meglio dell’’economia, in cui sempre meno, comunque, uno vuole che gli o le si dica come fare e come comportarsi, ma vuole esprimere direttamente i propri contenuti emozionali.
Per fare un altro esempio, io non vi sto dicendo che cosa fare, vi sto proponendo delle idee: e se voi metterete “mi piace “ di Facebook sotto questo mio pezzo, esprimendo riflessione, partecipazione, promozione ideale, avremo tutti insieme realizzato il “coinvolgimento” dal basso, nella fattispecie sugli scenari di un futuro che è già cominciato.
Infine, il fare comunità, in cui discutere e scambiare idee ed emozioni, è il modo migliore oggi per realizzare sé stessi e le proprie idee, come pure, in campo economico, per promuovere i propri prodotti e servizi.
Considero tutti questi scenari futuri affascinanti. Vi prego di riflettere su di esse e di condividerli. Un’ altra lezione a cui tengo molto è quella di un altro mio Maestro, Filippo Tommaso Marinetti, il quale alle figlie ripeteva: “Non bisogna pensare al passato, neanche al presente, e nemmeno al domani, bensì al dopodomani”:
Pensiamoci, dunque, già adesso, concretamente, al nostro dopodomani. E forse lo stiamo già facendo. Insieme, naturalmente.
Giuseppe Puppo
WebRep
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Category: Costume e società

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