Gasdotto TAP nel Salento. Iniziativa raccolta firme. Le ragioni scientifiche e geopolitiche per dissentire.

| 28 Ottobre 2013 | 0 Comments

Egr. Sig. Presidente Regione Puglia

Egr. Sigg. Assessori Ambiente, Salute, Territorio e Mediterraneo, Cultura, Turismo Regione Puglia

Egr. Sig.Presidente e Sigg. Consiglieri Provincia di Lecce

Egr. Sigg. Sindaci della Provincia di Lecce

Alle Forze Politiche e Sindacali del Salento

Agli Organi di Informazione (con preghiera di diffusione)

Oggetto: Gasdotto TAP nel Salento. Le ragioni scientifiche e geopolitiche per dissentire. Iniziativa raccolta firme.

La posizione della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori della Sede Provinciale di Lecce a riguardo del progetto TAP è quella di critica e conseguente rigetto.

Le ragioni del rifiuto sono state affidate a due comunicazioni riprese dalla stampa e dai media nonché diffuse sui social network (v. in proposito il sito della LILT di Lecce – www.legatumorilecce.org).

Il dibattito locale e la presa di distanza dal progetto all’interno dei comitati spontanei autorganizzati e delle amministrazioni territorialmente toccate dal passaggio del gasdotto (delibera unanime del Comune di Melendugno) sono costanti e in crescita al pari del proseguimento dell’iter in sede governativa nazionale italiana e presso la Commissione Europea.

Lo scollamento e lo iato tra la periferia (la cittadinanza e le istituzioni locali) e i vertici amministrativo-politici (governo centrale e Commissione Europea) sono evidenti nonostante dal Salento si sia tenuta alta l’attenzione sulle molteplici problematiche conseguenti il progetto e cercato, con mezzi e modi civili, di far pesare le ragioni locali del dissenso invocando letture e valutazioni diverse.

I tempi stringono e occorre fornire un surplus di argomentazioni tali da far superare questa condizione di incomunicabilità e di inopportuno distanziamento. La data utile per far arrivare al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare le osservazioni sul gasdotto TAP è il 10/11 p.v.. Ma non solo a questo Ente deve giungere la voce corale del No del Salento composta dagli amministratori, i politici di tutte le appartenenze, le associazioni e le comunità avvertite e responsabili ma a tutto il governo e ai Ministeri, tutti competenti, perché la tematica è trasversale (Salute, Lavoro, Economia, Integrazione, Ambiente, ecc.)

L’emergenza sociale-sanitaria dello stato di salute del Salento e della Puglia correlato all’ambiente è ampiamente documentata da fonti scientifiche indipendenti che ne evidenziano la gravità e la compromissione. Si rimanda alla lettura dei documenti allegati per una disamina più esaustiva, tuttavia vale la pena richiamare quanto la Valutazione del Danno Sanitario (VDS) in riferimento agli insediamenti industriali di ogni tipo nell’ambiente sia di urgente necessità, come il prof. Giorgio Assennato di ARPA Puglia ha argomentato nel 7° convegno LILT Ambiente e Salute tenutosi il 12.10 u.s. all’Università del Salento.

Il dibattito interno che vede crescere il dissenso e la presa di distanza dal progetto di contro a versioni e comunicati che ostentano completo allineamento tra TAP e comunità locale (pescatori, agricoltori, ecc.) – nonché e soprattutto la linea governativa nazionale che ha ratificato in Senato l’accordo internazionale tra Italia, Grecia e Albania con l’intento di dare via libera all’opera – impongono il riaffermare compatto e autorevole delle ragioni avverse all’insediamento del gasdotto, anche per motivi ben oltre il sanitario, argomento che pure rimane centrale nella critica LILT.

Il metano non è scelta energetica vantaggiosa. Il Gasdotto TAP ripropone un modello di approvvigionamento energetico di tipo fossile che contrasta con l’opzione “green economy” basata sullo sviluppo e sull’impiego delle fonti di energie pulite e rinnovabili e quindi meno impattanti.

Non è neppure priorità del Paese visto che ENI ha chiuso di recente il gasdotto del suo polo siciliano di Gela, a fronte di una domanda interna inferiore all’offerta disponibile. Una nuova via di distribuzione di metano appare quanto mai ingiustificata mentre sarebbe il caso di dare davvero priorità a infrastrutture e a opere che realizzino l’affrancamento dalla dipendenza dai combustibili fossili. Neppure è valida l’argomentazione della necessità di diversificare l’offerta dell’energia per evitare il monopolio di un unico produttore/distributore. Opere di questa portata impiegano finanza pubblica (soldi di tutti!) necessaria a sostenere i rischi d’impresa (copertura statale, garanzia pubblica per i prestiti bancari, assunzione degli oneri per le grandi infrastrutture), pertanto l’opinione fondata espressa da una larga, larghissima fetta di territorio (cittadinanza, esponenti politici e sindacali, amministratori, terzo settore, ecc.) deve rientrare nelle valutazioni e nelle decisioni, le stesse che hanno poi una ricaduta locale, ad ampio spettro.

Il Salento è Mediterraneo, come la Sicilia e i paesi a sud, della costa d’Africa. Esistono maggiori affinità e tradizioni tra questi territori che con il lontano nord Europa. Nell’attuale stagione di flussi migratori e di fragilità politico-governative, di vecchi e postmoderni modelli di governo, stringere alleanze con il presidente-dittatore Aliyev dell’Azerbaijan e chiudere i preesistenti scambi con i Paesi dell’Africa appare alquanto emblematico e contradditorio. Da un lato si solidarizza con il modello di governo azero che organismi internazionali (OCSE e la Ong Human Rights Watch) non esitano a denunciare per le vessazioni, la corruzione e l’insostenibilità dimostrate, dall’altra si penalizzano economie emergenti ma in sofferenza che esitano in pseudo-risposte di disperato abbandono dei luoghi e di fuga (tra l’altro approdando proprio nel sud dell’Italia, Sicilia e Salento in particolare). Accade così che vengano a recidersi scambi economico-commerciali di antica tradizione e di mutuo beneficio in termini di imprenditorialità, di trasferimento di conoscenze e di impiego di mano d’opera che, pur nelle fasi alterne della storia passata e attuale, si è sempre cercato di mantenere e migliorare anche per salvaguardare equilibri nazionali e internazionali.

Gettare uno sguardo a queste dinamiche storiche, etiche e di politiche sostenibili significa riconoscere il valore della vita e la dignità delle persone. Parole evidentemente non nelle agende delle multinazionali dei mercati energetici ma che ancora hanno un valore e un peso in un territorio di alta tradizione culturale, di conoscenza e coscienza storico-economica, di capacità critica e di autonomia di pensiero e di giudizio quale è il Salento.

Per tutte le ragioni sopra dette, la LILT di Lecce ha deciso di promuovere una intensa campagna di informazione e sensibilizzazione delle popolazioni salentine, aprendo le sue 28 sedi sparse sul territorio provinciale per iniziare una raccolta firme per la tutela del’ambiente e della salute nel Salento, e per ribadire il proprio “No” al gasdotto TAP.

Dr. Giuseppe Serravezza

Presidente LILT – Sez. Prov. di Lecce

Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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