SE E’ COTONELLA A METTERLE IN MUTANDE LA D’ANTINI, LA FERRERI E LA BELLANOVA NON FIATANO?
Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo la foto che un nostro lettore ci ha inviato.
Si tratta di un manifesto pubblicitario di una nota azienda nazionale di maglieria. Anche quest’azienda al pari di un mobilificio salentino ha utilizzato una modella in mutande per pubblicizzarsi. Questi manifesti sono affissi gli uni a fianco agli altri, su tutto il territorio della nostra provincia. Come mai si chiede il nostro lettore – le nostri solerti amministratrici sul manifesto affisso dal mobilificio salentino hanno avuto da ridire, sino a raggiungere il ridicolo presentando un’interrogazione parlamentare, e poi sui manifesti della nota e potente azienda del nord non aprono bocca? –
E continua- Dipende dalla grandezza delle tette, dalla posizione distesa piuttosto che in piedi, è più ammiccante la modella nostrana? cosa rende disdicevole il manifesto realizzato dalla ditta locale rispetto a quello nazionale?
cdr
Caro amico cosa vuoi che ti rispondiamo? e chiaro che si usano due pesi e due misure, forse ancora una volta, vale la massima latina che recita” dove manca la forza il diritto scompare”, o magari sarebbe più indicato ricordare il detto leccese ” lu cane secuta lu strazzatu”?
Perchè è facile fare polemica con piccolo mobilificio locale, in difficoltà economiche, che si arrabatta per non chiudere, difficile invece è farlo con un’industria potente e ricca, in grado di pagare un esperto di comunicazione che potrebbe rispondere ai nostri politici, che di nudi è costellata la nostra storia dell’arte, e che persino nelle chiese e nelle cattedrali sono visibili a tutti.
La verità purtroppo è, che la polemica sul topless del mobilificio, non è altro se non il tentativo di darsi una visibilità (pubblicità) a buon mercato da parte degli esponenti della nostra classe politica, che incapace di affrontare i problemi seri, si limitano a ripetere frasi fatte e atteggiamenti che oggi vanno di moda, dimenticando, da dove provengono e di quale contesto culturale fanno parte, ossia quei partiti che oltre sul piano economico, anche su quello morale e del buon gusto hanno messo, loro si, le italiane e gli italiani in mutande. L’On. Bellanova dovrebbe ricordare quando le sue compagne scendevano in piazza per rivendicare il diritto di usare il proprio corpo a piacimento. Frasi come “il corpo è mio e lo gestisco io” gridato da migliaia di sue compagne negli anni settanta, penso che dovrebbe ricordarle. Non è passato un giorno son passati quarant’anni e qui stiamo a cincischiare di tette al vento?
Category: Costume e società