QUANDO I POLITICI INVECE DI OCCUPARSI DI POLITICA SI OCCUPANO DI PUBBLICITA’.

| 3 Ottobre 2013 | 0 Comments

Riceviamo e come sempre volentieri pubblichiamo.

Ora è la volta della consigliera provinciale alle pari opportunità Ferreri che scende in campo a  sostegno della sua assessora.

Cara consigliera senza scomodare Douglas (1917), noi molto più profanamente Le potremmo dire che una nazione si giudica dalla sua classe politica. E una classe politica che mentre il paese è al collasso, aumenta l’IVA, il governo tira a campare, le imprese chiudono, i lavoratori vanno a spasso, le famiglie sono sempre più povere, perdere tempo a parlare scrivere e fare interrogazioni parlamentari per due tette su un manifesto pubblicitario a Lecce, danno la misura dell’inconsistenza della classe politica che invece di risolvere i problemi della gente si diletta a ripetere vecchie litanie e moralismi vecchi di trent’anni. In altri tempi sarebbe stato oggetto di discussione goliardica, oggi diventa discussione nelle aule delle istituzioni.

Volete censurare le tette? Ebbene fatelo sulle spiaggie della Provincia, fatele sulle televisioni, che a tutte le ore ci propinano di tutto, fatelo sui giornali, fatelo sulla rete. Come mai volete censurare solo i manifesti?

Il vostro moralismo a scoppio ritardato non può essere preso sul serio dalla gente. Gli unici che vi prendono sul serio e che sperano che si continui a far finta di scandalizzarsi sono le agenzie di pubblicità e i loro clienti ben contenti che si parli di loro, perchè come tutti sanno, una delle leggi della pubblicità è” nel bene e nel male purchè se ne parli”, e i moralisti dell’ultima ora continuano a cadere nella trappola che i pubblicitari preparano loro.
Le vendite sono aumentate, il negoziante è contento e pure l’agenzia che ha preparato il manifesto.

E se qualche politico pensa di boicottare i negozi che utilizzano le modelle, allora è proprio chiaro che hanno perso il contatto con il paese reale.

Se domani qualche negozio facesse un manifesto con cui attacca questa classe politica possiamo star certo che quel negozio sarebbe invaso da clienti, che se non a comprare( i soldi sono pochi) andrebbero a esprimergli solidarietà.

Nel cercare la foto della Consigliera Ferreri siamo andati sul web, e immaginate la sorpresa quando trovata la foto con il viso della consigliera, subito a fianco tre pasticcini, e poi le tette in bella mostra di una modella. sia chiaro non c’è nessun nesso tra la consigliera e la modella, se non quello che sono due splendide donne entrambe, ma è la dimostrazione plastica di come le tette spuntino da tutte le parti. E allora ci spiegate a cosa servono certe prese di posizione? 

ndr

“ADOTTARE FORME PUBBLICITARIE PIU’ CREATIVE, EVITARE L’USO UMILIANTE DEL CORPO FEMMINILE”. DICHIARAZIONE DELLA CONSIGLIERA DI PARITA’

DELLA PROVINCIA DI LECCE FERRERI

 

“Si possono capire gli ideali di una nazione dalla sua pubblicità” (Norman Douglas, Vento del Sud, 1917): nonostante il secolo trascorso, ritengo questo aforisma illuminante ed, in qualità di consigliera di parità provinciale, non posso esimermi dallo stigmatizzare l’immagine scelta da una ditta di arredamenti locale per invitare i clienti all’acquisto di mobili che campeggia su giganteschi cartelloni pubblicitari affissi in numerosi angoli del territorio e che raffigura anche una donna “più che discinta”, dichiara la consigliera di parità della Provincia di Lecce Alessia Ferreri.

 

“La pubblicità è uno dei linguaggi più trasversali della società, incidendo fortemente sulla riproposizione costante di vecchi cliché, che agiscono sulla formazione delle persone sin dall’infanzia, perpetuando così le ineguaglianze tra uomo e donna”.

 

“Le immagini volgari ed irrispettose della dignità femminile sono un danno per le donne e per l’intera società, perché minano alla base la possibilità di una convivenza civile e rispettosa dei generi e perpetrano quegli stereotipi di genere che, insieme ad altri fattori, sono di ostacolo al raggiungimento della equivalenza sociale, economica e professionale tra i generi”.

 

Ed aggiunge: “Non gradiamo vedere pubblicità nemiche del corpo delle donne circolare nello spazio pubblico abitato da cittadine e da cittadini, da bambine e bambini:  ricordiamo che, oltre a risultare offensive del sentire comune e del buon gusto, esiste una Risoluzione (2008-2038) del Parlamento europeo sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini, che  afferma che “la socializzazione – attraverso la scuola, la famiglia e l’ambiente socioculturale – è un processo che genera identità e valori” per mezzo di meccanismi identificativi e sottolinea che “gli stereotipi di genere vanno eliminati attraverso buoni esempi”. La risoluzione inoltre invita la Commissione europea a intensificare il suo impegno nella lotta contro la discriminazione nei mass media”.

 

“Di recente, anche l’azione positiva e propulsiva avviata dalla Campagna immagini amiche dell’UDI (Unione Donne in Italia) ha riscontrato una sentita esigenza delle donne e di una parte di uomini, verso un miglioramento, una diffusione di una cultura diversa e una regolamentazione dell’utilizzo mediatico dell’immagine femminile e della rappresentazione delle donne nella comunicazione tutta. Inoltre, l’impegno profuso e la chiarezza degli obiettivi sono stati riconosciuti dalle massime cariche dello Stato: la Campagna Immagini Amiche ha ottenuto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e condivisione e sostegno sono giunti dal Ministero per le Pari Opportunità e dal Parlamento Europeo”.

 

“Stante questo crescente e  motivato movimento di opinione contro un uso, sui mass media, di immagini degradanti della donna, si invita a rimuovere quanto prima tali manifesti lesivi della dignità delle donne ed ad adottare altre forme più creative per vendere arredamenti/mobili che non implichino il banale e umiliante uso del corpo femminile,  prima ancora, oltretutto, che da comuni cittadine e cittadini ormai stanchi, anche via web, come di recente accaduto per noti marchi pubblicitari, partano campagne di boicottaggio dei beni pubblicizzati che certamente vanno nella direzione opposta  rispetto all’intento pubblicitario”, conclude la consigliera Alessia Ferreri.

Category: Costume e società

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