LA MORALE A FASI ALTERNE DEI NOSTRI POLITICI.
La cartellonistica stradale è la pubblicità dei poveri, senza offesa per nessuno, né degli operatori del settore, che sopravvivono pur fra tante difficoltà, sia economiche, sia burocratiche, a volte assurde, frapposte dagli enti locali, né dei piccoli e medi imprenditori che, dati i costi ancora abbordabili, abitualmente la utilizzano, con buoni risultati, per promuovere le loro attività.
A volte si fa il “boom”, come il caso di questi giorni, del mobilificio che per tirare a campare assicura sconti del 40%, con una campagna di poster su cui, data la lungimiranza del “creativo” di turno che l’ha ideata, campeggiano le tette invitanti di una procace modella, accanto alle sedie e ai divani del negozio.
Tutti si fermano almeno un attimo a guardarla, certo qualcuno in più sarà andato a comprare lì le masserizie per la sua casa vecchia o nuova, comunque il nome si è imposto.
La rete, con i suoi post sagaci e irriverenti, comunque attenti e propositivi, ha fatto “girare” il “6X3” in lungo e in largo. Una intraprendente giornalista del quotidiano cittadino ci ha ricamato poi su “pezzo” di “colore”, come si dice in gergo, garbato e compito.
Il pubblicitario è soddisfatto del suo lavoro, il commerciante ha ottenuto molto con poco e alcuni cittadini hanno acquistato a metà prezzo mobili di valore.
Tutti felici e contenti?
No, e ti pareva, nemmeno al tempo della crisi, del che cosa bisogna fare per tirare a campare, dell’ingegniamoci comunque, per non soccombere, del si muore un po’ per poter vivere, in cui qualcosa funziona con poco e produce molto per tutti, si può essere contenti di qualcosa che va nella soddisfazione generale.
La voce stonata è arrivata dall’assessore provinciale alle pari opportunità e alle politiche sociali Filomena D’Antini, la quale, richiesta di un commento sulla campagna pubblicitaria, ha trovato da ridire sulle nudità esposte, ha tuonato sulle presunte mercificazioni che solo lei ha visto, dato che siano nella fattispecie ben al di sopra anche del buongusto e del comunissimo senso del pudore; ha ammonito la modella, presumibilmente felice e soddisfatta, a riflettere sul suo comportamento; e infine ha impartito lezioni di etica d’accatto, marketing applicato e sociologia all’acqua di garofani.
Insomma, ha perso un’altra buona occasione per tacere, visto che della pubblicità dei “potenti”, i comunicati stampa dei politici, cioè, elle fa uso e abuso, ogni qualvolta le si presenta un’occasione qualunque, per provare ogni tanto a dimostrare di essere viva e vegeta e lottare insieme a noi.
Una risposta, comunque, la merita.
Provi a uscire dal Palazzo e ad andare fra la gente, invece di pontificare a sproposito.
Scoprirà che se c’è qualcosa di osceno oggi in questa nostra povera Italia questa è la politica, così come essa è comunemente avvertita dalla gente nella vita quotidiana di tutti: una politica incapace di capire come stanno le cose, nella drammaticità della situazione, inadempiente nell’assecondare ciò che funziona, impotente di fronte a quanto la gente fa comunque e pronta solamente a mettere bastoni fisici e morali fra le ruote di chi comunque prova almeno a camminare da solo, se non a correre.
Non ne avevamo bisogno, ma con le sue parole ne abbiamo avuto un’altra riprova.
Questo ieri, oggi invece scendono in campo l’onnipresente onorevole Bellanova, addirittura con un’interrogazione parlamentare.
All’amico Mazza, che lavora per un’agenzia concorrente di quella che ha realizzato il manifesto, consigliamo un minimo di prudenza visto che si trova in un chiaro conflitto d’interesse.
A costoro domandiamo, come mai quando manifesti con immagini molto più forti di quello in questione, compaiono nella città di Lecce, ma che fanno parte di campagne nazionali nessuno osa proferir parola, e quando invece sono agenzie locali che pubblicizzano aziende locali arrivano i moralisti… o magari gli esperti interessati?
Quando questi signori si vorranno confrontare su l’argomento in maniera seria circa l’uso o abuso di immagini femminili siamo pronti a farlo senza pregiudizi.
Non siamo però disposti ad ascoltare la morale a fase alterne, che ignora le volgarità quando si tratta di potenti mezzi di comunicazione, e si accanisce sulle piccole imprese locali.
Tutti i giorni ci vengono propinate immagini esplicite di nudo sui giornali, nelle televisioni, per le strade, immagini forti, spesso volgari e si fa finta di niente perche lo sponsor o il media sono potenti, invece si attacca a testa bassa la piccola azienda salentina.
Facciamo finta di dimenticare che oltre trent’anni fa, non l’altro ieri, migliaia di donne scendevano in piazza per gridare il corpo è mio e lo gestisco io, mi pare che a quell’area apparteneva pure la Bellanova.
Ora qualcuno vuol decidere chi deve portare i mutandoni della nonna e chi no.
I tempi sono cambiati, i costumi sono cambiati, piaccia o non piaccia e non si può fare il moralismo a scoppio ritardato.
Infine per quanto concerne l’intervento con una bomboletta spray di uno sconosciuto, non mi pare che sia il caso di parlare genericamente d’intervento di cittadini, e poi credo che il vandalismo vada sempre e comunque condannato, perché in questo caso ossia rovinare della pubblicità regolarmente affissa è un reato, mentre noi stiamo qui a discuter di bon ton, ossia se il nudo è o non è di cattivo gusto.
Io dal mio piccolo osservatorio posso dire che sono tanti i cittadini che hanno gradito quella pubblicità, se invece qualcuno imbeccato dal politico di turno si è armato di bomboletta spray, e tale azione invece di essere censurata viene esaltata,
Se un giorno tutti insieme dovessimo decidere che il nudo è osceno, ne prenderemo atto, ma questo dovrà valere per le Tv nazionali, per le grandi testate giornalistiche, per i grandi sponsor, come per i giornali locali, le piccole agenzie, il piccolo commerciante.
Valerio Melcore
Presidente del Settore Comunicazione
di Confartigianato Imprese Lecce
Category: Costume e società