L’ONCOLOGO SERRAVEZZA CI SCRIVE..IL GASDOTTO TAP E’ …
della Provincia di Lecce
Agli Organi di Informazione
della Provincia di Lecce
Oggetto: Gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP). Considerazioni e Mobilitazione.
La presente per comunicare che in data 14.09 u.s., il Direttivo Provinciale della Lega Italiana per la
Lotta contro i Tumori (LILT) ha deciso, all’unanimità, di esprimersi contro l’impianto di cui all’oggetto.
Non è la prima volta che LILT assume posizioni ufficiali e partecipa pubblicamente a manifestazioni
volte a promuovere e a difendere la Qualità di Vita delle persone e dei luoghi (ad esempio contro le
centrali a biomasse).
Coerentemente con le proprie finalità di Prevenzione Primaria – quale unica strategia per abbassare
l’incidenza delle patologie tumorali – nel nome del principio di precauzione “primum non nocere” e in
osservanza alle evidenze scientifiche che correlano il cancro e altre rilevanti patologie ai fattori di
rischio ambientale, LILT ritiene doveroso e urgente esprimere il proprio dissenso e divulgare le
motivate ragioni di presa di distanza da questo Progetto per concorrere a sostenere il fronte unico e
compatto di critica e di contrasto nell’interesse supremo della collettività attuale e anche delle future
generazioni.
La lettura del progetto finale presentato in commissione VIA illustrante il Gasdotto TAP non lascia
dubbi circa i rischi e le problematiche non risolte che andrebbero a gravare su un territorio già
pesantemente compromesso e che, in termini di vite umane (numero di malati, età di insorgenza delle
malattie, decessi, incidenza tumorale) ha un conto aperto che ancora sconta e sconterà nei prossimi
decenni le conseguenze dei nefasti modelli di insediamento e di sviluppo industriale (Cerano, Ilva,
Coopersalento, ecc.).
A dicembre 2010 ARPA Puglia dirama un documento in cui si asserisce che “l’analisi epidemiologica
ha confermato la criticità territoriale che caratterizza il Salento da diversi anni, rappresentata dagli
elevati tassi di mortalità per tumore al polmone… quanto detto si configura come una situazione di
peculiare vulnerabilità del territorio ad ulteriori pressioni di carattere ambientale“.
La stessa ARPA, commentando i dati INES (Inventario Nazionale Emissioni e loro Sorgenti) dell’intera
Regione, informa circa il triste primato che vede la Puglia primeggiare su tutte le altre regioni d’Italia in
fatto di emissioni. Scrive ARPA Puglia: “Il quadro che emerge è quello di una elevata criticità della
situazione della matrice “aria” della regione Puglia”. I dati ufficiali collocano la Puglia al primo posto
per le emissioni di anidride carbonica (il 21,23% del totale nazionale viene emesso in atmosfera da
industrie che hanno sede nella nostra regione); benzene (46,13% del totale nazionale); idrocarburi
policiclici aromatici (95,48% del totale nazionale); ossidi di azoto (19,63% del totale nazionale); ossidi
di zolfo (23,27% del totale nazionale); monossido di carbonio (81,11% del totale nazionale); particolato
(62,23% del totale nazionale); diossine (PCDD, PCDF, pari al 91,96% del totale nazionale).
Sezione Provinciale di Lecce
Sezione Provinciale di Lecce 73042 CASARANO (LE) – Via Alpestre, 4 – Tel. e Fax : (0833) 512777
C. F./P.I.: 03263200754 c/c postale n.15441736 c/c bancario: Banca Popolare Pugliese, Casarano – IBAN: IT40C0526279748T20990000230
www.legatumorilecce.org – E-mail info@legatumorilecce.org
Tale situazione, peraltro, ha posto la nostra regione all’attenzione della Corte Europea che ha
sanzionato il Governo per la mancata applicazione della direttiva europea mirata alla prevenzione e alla
riduzione della contaminazione ambientale operata dalle industrie.
Il rigore sulle emissioni è prioritario in Puglia e nel Salento, e assurge a criterio assoluto per le
valutazioni e le decisioni di nuovi insediamenti e impianti perché ulteriori fonti di pressione ambientale
rappresenterebbero, e di fatto lo sono, rischi aggiuntivi per zone che hanno abbondantemente
oltrepassato i limiti di legge e di sostenibilità.
Le sostanze liberamente emesse o che si formano successivamente in atmosfera in seguito a reazioni
chimico-fisiche si diffondono e permangono anche per molti lunghi anni prima di riassorbirsi. Queste
considerazioni sono doverose e da tenere in conto rispetto al Progetto Gasdotto TAP e all’impianto di
Riduzione di Pressione (Pressure Reduction Terminal – PRT) e la Stazione Fiscale di Misura previsti a
Melendugno.
Non è questa la sola criticità emersa dalla lettura del progetto finale ma è la prima che esponiamo in
quanto LILT e in quanto correlabile con la questione emissioni/salute, binomio da intendersi sia come
salute delle persone e sia come stato di salute del territorio locale (gravemente compromesso e a norme
europee oltre limite).
Ebbene, il progetto finale (la relazione e le tabelle) riconosce la produzione di emissioni che andranno
in atmosfera dovuta al lavoro dell’impianto PRT che deve ridurre la pressione del gas in arrivo
dall’estero per portarlo a quello utilizzata da Snam Rete Gas (SRG), ossia da 145 barG a 75 barG. Ciò
significa che il Gasdotto TAP disattende e si fa beffa di tutte le raccomandazioni in materia di Salute
pubblica (OMS, linee guida, ARPA Puglia) e di norme, raccomandazioni e sanzioni europee.
Basta già questo rilievo per pronunciarsi contro l’insediamento di questo Progetto.
La Salute e la Qualità di Vita delle persone e del territorio sono prioritarie e NON NEGOZIABILI, né
con azioni di MITIGAZIONE (riduzione dell’impatto/danno) di COMPENSAZIONE (soldi) o di
MONITORAGGIO (in barba al principio di precauzione). Tutte azioni previste e sottolineate nel
Progetto come se monetizzare i rischi, osservarli e intervenire a posteriori fossero azioni etiche, e
rispettose della dignità dei destinatari. La logica del mercato non si applica alla Vita, questa è un bene
superiore e sacro.
Sempre il progetto finale si esprime in termini di impatto ambientale a riguardo del parametro Qualità
dell’aria sia onshore (funzionamento del gasdotto) e sia offshore (Costruzione e Pre-Commisioning):
nello specifico si avranno emissioni PRT ordinarie ed, eventualmente, di emergenza non routinarie
(scarico di emergenza, rottura della condotta), fumi esausti da macchine e navi.
C’é altro?
Purtroppo sì.
Il Gasdotto TAP ripropone un modello di approvvigionamento energetico di tipo fossile che contrasta
con l’opzione “green economy” basata sullo sviluppo e l’impiego delle fonti di energie pulite e
rinnovabili e quindi meno impattanti.
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Sezione Provinciale di Lecce 73042 CASARANO (LE) – Via Alpestre, 4 – Tel. e Fax : (0833) 512777
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Negare questa evidenza e perseverare in azioni di aggravamento territoriale significa aumentare lo stato
di emergenza ambientale e sanitario dell’intero Salento già segnato dai grandi impianti (ILVA a
Taranto, il Petrolchimico a Brindisi e a Cerano) e da quelli medi e piccoli disseminati nella provincia di
Lecce.
L’intera operazione di insediare il Gasdotto non trova neppure giustificazione nel fabbisogno e
nell’approvvigionamento di energia a beneficio della regione e dell’intero Paese perché il gas prodotto
è destinato al mercato europeo nord-occidentale, come specifica il Progetto. Va detto per altro che in
Italia il consumo annuo di metano è di 78 miliardi di metri cubi a fronte di una disponibilità attuale
nella rete nazionale di 117 miliardi di metri cubi. Il Gasdotto TAP non è quindi un Progetto strategico
per il territorio individuato; evidentemente risponde ad altre esigenze, da ricercarsi negli azionisti
finanziatori e negli accordi e nelle alleanze geopolitiche di vertice che non arrivano alla periferia.
E’ vero che vige l’obbligo del parere istituzionale da parte del Comitato regionale di Valutazione
Impatto Ambientale (V.I.A.) ma tale richiesto parere non vincola gli organismi ministeriali. E
nemmeno ci rassicura sapere che TAP ha voluto spontaneamente richiamarsi e adottare le più rigorose
prassi internazionali che nel processo di Valutazione includono anche l’Impatto Sociale (ESIA –
Environmental and Social Impact Assessment).
La Storia insegna e non vogliamo ripetere altri disastri, qui e in nessuna altra parte della provincia,
della regione e oltre. E’ già purtroppo capitato – in Puglia e in altre parti d’Italia – di constatare che
insediamenti che pure avevano superato tutti i vagli tecnici e istituzionali, a distanza di anni si sono
rivelati scelte nefaste per la salute delle persone e per il territorio con conseguenze irreparabili e di vera
e propria condanna a morte. Il Progetto Gasdotto TAP presenta nodi e criticità che è bene azzerare
azzerando il Progetto in toto.
Non aspettiamo di sentirlo ripetere da ARPA Puglia che pure avrebbe dovuto essere coinvolta da TAP
nelle fasi preliminari di campionatura e dei sondaggi marini; tutte operazioni invalidate e da doversi
ripetere secondo legge.
Chi abita un territorio ha DIRITTI e DOVERI; dovere di sapere e diritto di tutelarsi. Per questo
chiediamo la mobilitazione di TUTTI i Sindaci e delle cittadinanze. All’appuntamento di martedì 24/9
p.v. in Piazza Vittorio Veneto a Vernole occorre esserci, confrontarci, ascoltarci perché le
professionalità e i saperi sono tutti utili per corroborare l’azione di contrasto e renderla più incisiva.
Confidando nella responsabilità istituzionale e civile, mi auguro di vedere Vernole gremita di tutti i
gonfaloni del Salento. Per il Salento e la sua Salute, che è poi anche la nostra.
Casarano, 19 settembre 2013
Dr. Giuseppe Serravezza
Presidente LILT – Sez. Prov. di Lecce
Category: Costume e società
Con immenso piacere, finalmente, leggiamo una delle voci più autorevoli del Salento che si esprime senza fronzoli ed in modo chiarissimo contro il gasdotto tap, mettendo in chiaro tutti i rischi per la nostra salute che l’eventuale impianto delle centrale di depressurizzazione provocherebbe. Se il Dott. Serravezza ci dice chiaramente che quest’ulteriore fonte di inquinamento sarebbe la condanna a morte per tantissimi altri Salentini perché non ascoltarlo? Ancora non ci basta? Sul gasdotto Tap e’ ora di mettere la parola fine, va azzerato e basta! Grazie Dott. Serravezza, da Salentino Le sarò eternamente grato per Le Sue parole.
Da una parte l’Unione Europea sanziona l’Italia per la non riduzione della contaminazione ambientale e dall’altra fa pressione affinché il governo italiano ultimi in tempi brevi il gasdotto TAP.
Intollerabile!
È ridicolo. Parla senza dire niente. Un tubo non inquina.
http://www.leccecronaca.it/index.php/2017/03/16/emissioni-nocive-l-oncologo-giuseppe-serravezza-della-lilt-riafferma-l-opposizione-al-gasdotto-tap/
Mai lette tante fesserie in una volta sola.
Premesso che le cause dell’inquinamento atmosferico , del cambiamento climatico sono individuate nella presenza stessa dell’uomo nel globo terracqueo e che tuttavia noi tutti siamo uomini e l’uomo è la misura di tutte le cose, vediamo come ridurre i fattori negativi.
Il nostro Paese, è oggetto di sanzioni da parte della UE perhè il più inquinato d’Europa. La prima fonte di inquinamento sono i nostri edifici pubblici e privati, abitazioni struttore industriali in quanto essendo in classe energetica G, la peggiore da uno a sei, necessitano di grandi quantità di energia per il riscaldamento e il raffrescamento. Il traffico veicolare al quale si getta la croce addosso e che pure è suscettibile di miglioramento eliminando i motori diesel e rinnovando un parco macchine obsoleto molte delle quali non ottemperano alla revisione di legge.
Le strade cittadine non vengono lavate come si faceva in epoca fascista la qual cosa potrebbe rimuovere il PM10 le micidiali polveri sottili che depositandosi nei polmoni sono causa di cancro. Il gas RADON che si sprigiona dal suolo anch’esso cancerogeno,viene sistematicamente ignorato.
Quando l’ignoranza straborda, non ci sono titoli accademici che tengano.
La pressione del TAP sarà 145 bar in Albania, non a Melendugno. Al PRT sarà di circa 75-80 bar, e verrà solo leggermente modificata, in sostanza con un sistema di tubature e valvole, per consegnare il gas a SNAM. Per questo si prevede l’uso delle caldaie solo per poche ore all’anno.
È incredibile che questo tizio continui a diffondere fesserie per spaventare la popolazione