ANZIANA DONNA TENUTA SEGREGATA, LIBERATA DALLA POLIZIA DI STATO

| 9 Agosto 2013 | 0 Comments

Nel pomeriggio di mercoledi 07 agosto, con una telefonata anonima al servizio 113 veniva segnalata la presenza di una persona anziana tenuta segregata in via Enrico Fermi, al civico 48.

La donna, da quanto riferito, dietro una finestra a vetri di un appartamento stava disperatamente chiedendo aiuto e si udivano in maniera distinta dei lamenti. Una pattuglia delle Volanti, recatasi immediatamente sul posto, entrava all’interno del complesso condominiale del civico 48, accedendo da un cancello in ferro, e raggiungeva la finestra dalla quale sarebbero provenuti i lamenti che è posta al piano terra e si affaccia in un cortile condominiale.

Effettivamente attraverso le fessure della persiana il personale notava un’ anziana donna che si stava lamentando , contorcendosi per terra e con gesti delle mani e delle braccia cercava di attirare l’attenzione , facendo capire chiaramente di aver bisogno di aiuto. Gli operatori, dopo aver ripetutamente suonato il campanello, riuscivano ad entrare in quanto la porta veniva aperta da un giovane che, compresa la situazione, si portava fulmineamente all’interno dell’appartamento dirigendosi verso la porta del bagno, affrettandosi a chiuderla con due mandate della serratura. Tale gesto, che non era sfuggito agli operatori, li induceva ad aprire, immediatamente, per constatare cosa fosse successo all’interno.

La scena che si presentava agli occhi degli agenti era raccapricciante. Una vecchietta, seduta sul water, in stato confusionale, in condizioni igienico sanitarie precarie: il lavello era sporco, privo delle maniglie dei rubinetti, verosimilmente allo scopo di impedire che fosse aperta l’erogazione dell’acqua; il bidet coperto da una tavola in legno, assicurata con del nastro adesivo; il water era sporco, il piatto doccia non utilizzabile.

L’anziana sembrava dimorare in quella stanza, dal momento che vi era collocato anche un piccolo materasso senza lenzuola e cuscini, adagiato su delle reti in ferro arrugginito; per terra vi era un piatto in plastica sporco e sul pavimento, residui di alimenti in stato di putrefazione avanzato. Quanto descritto, è stato documentato da personale della Polizia Scientifica giunto sul posto.

La situazione era tale da richiedere l’intervento di personale sanitario che provvedeva ad accompagnare la donna, sordomuta, all’ospedale di Galatina.

Il giovane che aveva aperto la porta, identificato per B.C.V. nato a Lecce nel 1970, che dichiarava di non sapere nulla in merito all’affidamento della signora anziana ed avvisava la propria madre, che giungeva poco insieme ad altro figlio disabile. Si specifica che gli appartamenti della palazzina in questione, costruiti con fondi pubblici, sono stati assegnati a famiglie che ospitano al loro interno persone disabili. La presenza del giovane giustifica l’assegnazione dell’appartamento alla signora giunta sul luogo, identificata per B.R.M. nata in India nel 1948.

Quest’ultima, in merito alla presenza dell’anziana donna di 83 anni, senza parenti, riferiva che da circa quattro anni le era stata affidata da un suo conoscente ed ex compagno, recentemente deceduto e raccontava di occuparsi insieme al figlio, ma di fatto di fatto senza alcun titolo della “gestione” della donna nonchè della amministrazione della sua pensione di invalidità, che ammonta a circa 1200 euro mensili. Tale somma, verrebbe accreditata direttamente su un conto corrente postale cointestato all’anziana ed a B.R.M.

B.R.M. ed il figlio B.C. in merito alle condizioni igienico sanitarie precarie della anziana e per la sua permanenza nel bagno fornivano indicazioni vaghe, confuse, scaricando l’uno sull’altro eventuali responsabilità. Riguardo alla circostanza che l’anziana fosse chiusa in bagno si giustificavano dicendo che era nel suo interesse per evitare situazioni di pericolo , quando veniva lasciata sola, non essendo autosufficiente,mentre, normalmente aveva a disposizione una stanza.

D’intesa con il P.M. di turno dr. Capoccia, la donna ed il figlio venivano indagati per “sequestro di persona”, fatti salvi gli accertamenti per verificare se siano stati commessi negli anni altri reati.

Dagli accertamenti svolti nella mattinata odierna, allorquando, il personale di Polizia è tornato nell’appartamento assegnato a B.R.M. per verificare chi effettivamente lo occupasse, vi trovava il figlio B.C., la compagna dell’est europeo con suo fratello, il figlio della coppia minorenne. Non erano invece presenti, perché normalmente vivono in altra abitazione, B.R.M. con il figlio disabile.

E’ stato al momento impossibile, nonostante l’ausilio di personale specializzato, ascoltare la vittima, stante lo stato di incoscienza in cui si trova.

Il conto corrente postale, sul quale si trova una piccolissima somma di denaro, è stato sottoposto a sequestro. Per le cure dell’anziana verrà presto nominato un tutore legale.

 

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Category: Cronaca

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