DAL SINDACATO DI POLIZIA RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. MA CI DOMANDIAMO…

| 19 Giugno 2013 | 0 Comments

(ndr) Come sempre riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Sicuramente quanto il sindacato scrive in questa nota è vero, circa i mezzi e gli equipaggiamenti, ma ci domandiamo è mai possibile che dei facinorosi, per non dire degli idioti che vogliono solo fare “casino” possano mettere in scacco professionisti che dovrebbero essere in grado di affrontare con successo qualsiasi scontro di piazza?
Ma davvero pensiamo che se i nostri poliziotti e poliziotte indossano anfibi, piuttosto che normali scarpe da ginnastica o mocassini in pelle, o tute mimetiche invece di un semplice jeans e maglietta, diventano improvvisamente efficienti nel sedare tumulti e rivolte?

Noi, nella nostra ignoranza, ma siamo pronti a confrontarci, pensiamo che se il personale della polizia, fosse debitamente addestrato per difendersi e  neutralizzare i facinorosi senza fare danni, magari facendogli frequentare dei corsi dove ciò viene insegnato, forse, ripetiamo sommessamente forse, sarebbe meglio per tutti.

La verità è che questi ragazzi con indosso una divisa, devono difendere i cittadini, le istituzioni, i beni pubblici e privati, da vandali che a volte con la scusa dello sport altre con quella della politica mettono a ferro e fuoco le città. Così quando i poliziotti tentano di difendersi come possono, il più delle volte in malomodo, perchè non vengono adeguatamente preparati,  ricevendo direttive contraddittorie da quello Stato che devono difendere,  magari poi finiscono davanti ad un tribunale, con partiti e sindacati lesti a prendere le distanze da questi uomini che rischiano la pelle per un misero stipendio, perchè un figlio di papà annoiato, quella domenica vuol far casino allo stadio, oppure perchè quel giorno vuol sentirsi rivoluzionario,  partecipando ad una manifestazione politica.
A quel punto tutti siamo pronti a gridare allo scandalo alla violenza della polizia che dovrebbe difendere i cittadini e invece li manganella, e tutti quei cori che tutti noi mille volte sulle televisioni di Stato abbiamo ascoltato.
Bisogna che qualcuno cominci a dire le cose come stanno.
Perchè se è vero che se uno ha il brevetto di paracadutista non lo si può gettare da un aereo senza paracadute, è altrettanto vero che se a uno che non è mai lanciato da un’aereo gli fai indossare un paracadute e lo butti giù da mille metri di altezza, ci sono molte probabilità che si schianti al suolo.

Ed ora il comunicato.

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Sindacato Italiano Lavoratori di Polizia per la Cgil – Segreterie Provinciali di Lecce e Taranto.

 Le scriventi Segreterie, dopo aver meditato, ascoltato e cercato di acquisire elementi utili per compiere quanto più possibile corrette valutazioni, hanno deciso di scrivere quanto ritengono possa essere un utile stimolo alle discussioni succedutesi in merito ai fatti accaduti dopo la conclusione alla partita di calcio Lecce-Carpi dello scorso 17 giugno.

Nel chiarire che le nostre valutazioni derivano dalle esperienze maturate sul campo, anche domenica scorsa, con nostri dirigenti sindacali, sia della Provincia di Lecce sia della Provincia di Taranto, in servizio allo stadio di via del Mare per la partita, come quasi tutte le domeniche dell’anno, teniamo a ripetere che non siamo animati da intenti polemici ma solo da propositi costruttivi.

Negli ultimi due giorni abbiamo letto e ascoltato, con piacere, le dichiarazioni rese dal Prefetto e dal Questore di Lecce in merito al processo di “smilitarizzazione degli stadi” e sul fatto che “negli stadi non è previsto l’impiego delle forze dell’ordine in modo strutturato. In campo e sugli spalti adesso vengono impiegati anche in modo massiccio gli steward.”

Poi abbiamo letto con meno piacere che “le Forze dell’Ordine erano schierate fuori dallo stadio su disposizione della Lega”.

Vorremmo provare a mettere un po’ di ordine in queste dichiarazioni, che i giornali riportano tra virgolette, ma che forse non sono state bene interpretate.

Per quanto attiene alla presenza delle forze dell’ordine in occasione delle manifestazioni sportive, in particolare per gli incontri di calcio, questa è regolamentata per legge. Da anni la nostra O.S. lo dice e lo scrive in tutte le salse, in provincia di Lecce, inascoltata.

L’ultima lettera al Questore sull’argomento è dello scorso 11 giugno, ne riportiamo solo alcuni stralci: “… non riusciamo a capire per quale motivo la Polizia di Stato debba eseguire il filtraggio all’interno dei tornelli di accesso “uno a uno” come disposto nell’ultima partita interna della stessa U.S. Lecce contro la Virtus Entella.” ……. “ riteniamo che il servizio delle forze di Polizia debba svolgersi prevalentemente all’esterno dello stadio e dell’area di prefiltraggio. Che le responsabilità, gli oneri e i costi di quanto accade dentro l’area di prefiltraggio e dello stadio, compresi oggetti e striscioni introdotti, sia, per legge, in capo alle società che l’evento organizzano e non alla collettività.”

Improvvisamente per la partita con il Carpi diventa tutto scontato ma, solo pochi giorni prima non lo era. Fino a pochi mesi addietro, anche in occasione dei corsi di aggiornamento professionale per i dipendenti della Questura, l’interpretazione della legge sulle manifestazioni sportive, per taluni funzionari della Questura di Lecce, era ben diversa da quella data da Questore e Prefetto sugli organi di stampa in questi giorni.

Ci permettiamo di aggiungere che, le Forze dell’Ordine, devono rimanere fuori dagli stadi perché lo prevede la legge e non perché lo “dispone” la Lega che, ci risulta, è anch’essa sottoposta alle leggi dello Stato. Un’affermazione del genere fatta da un Funzionario dello Stato, appunto, ci sembra quantomeno imprecisa.

Premesso quanto sopra, proviamo a entrare nel merito dei fatti.

Intanto cerchiamo di sottrarci al gioco del “noi lo avevamo detto”, non serve, anche noi non vogliamo fare dietrologia ma è un dato di fatto che negli ultimi anni i problemi nella gestione dei servizi di O.P. in occasione degli incontri di calcio siano stai frequenti tutte le volte che gli incontri potevano essere a rischio, sin dal famoso incontro Lecce-Bari del maggio 2008, con vari lanci di bombe carta all’interno dello stadio.

Già allora aggressione ai colleghi fuori dallo stadio, autovetture di servizio distrutte, assenza di steward sulla curva sud.

Per tornare al merito, rileviamo che in altri periodi storici,  prima della fine dell’incontro, sentiti i cori degli ultras e visto che “erano state valutate tutte le opzioni” sarebbe stato schierato un congruo numero di Agenti, tanto è gratis, all’interno del campo davanti alla curva nord per prevenire e impedire eventuali invasioni che potessero essere gioiose o feroci come poi è stato.

Domenica non è avvenuto con gli steward, che invece si pagano a parte, eppure a qualcuno la situazione qualcosa doveva suggerire. Abbiamo sentito dire ai ragazzi della sicurezza che non avevano mai visto nulla del genere, ebbene, purtroppo, qualcuno simili eventi li ha già vissuti, sembra strano che non si sia trovato il modo per operare come sembrava normale fare.

Per fortuna ci siamo ritrovati a celebrare ragazzi pieni di coraggio che, facendo scudo con il loro corpo, hanno impedito conseguenze più gravi ma, a nostro avviso, si doveva prevenire l’invasione, si poteva fare, e si doveva evitare che quelle poche persone si trovassero in quelle rischiosissime condizioni.

Abbiamo anche letto, salvo rettifica, che era stato chiesto un numero maggiore di steward per l’occasione, crediamo che sarebbe stato opportuno prevederlo poiché la legge indica solo il numero minimo da impiegare in rapporto agli spettatori. Purtroppo però, si sa, quando i costi ricadono su enti e associazioni invece che sulla collettività si tende a risparmiare per aumentare i ricavi.

In quest’occasione, come in altre, si tende a risparmiare sulla pelle delle persone: steward e agenti.

Discorso a parte meritano gli incidenti all’esterno, niente di nuovo come già detto, che hanno avuto pesanti conseguenze sugli uomini e sui mezzi delle Forze dell’Ordine.

Da tempo abbiamo segnalato, anche in sede Ministeriale, che non si può continuare a pensare di impiegare nei servizi di O.P. il personale con lo stesso abbigliamento con cui si riceve il pubblico in ufficio!!!

In particolare a Lecce, proprio per un’applicazione distorta delle norme vigenti, negli ultimi anni spesso è capitato che gli uomini di rinforzo, appartenenti a Reparti specializzati, rimanessero come previsto all’esterno dello stadio mentre gli operatori della “territoriale” eseguivano il filtraggio dei tifosi all’interno, con un improponibile fardello di caschi, sfollagente e altro che ne impediva anche i movimenti più elementari, sotto la supervisione degli steward (sic!)

I fatti di domenica, con nove feriti tra le Forze dell’Ordine, cui va la nostra solidarietà, e la violenza assurda sul fotoreporter Ivan Tortorella che apprezziamo molto professionalmente e umanamente, cui esprimiamo vicinanza, dimostrano che non tutto è andato come previsto.

Continuiamo ad avere forti perplessità sull’opportunità di lasciare i mezzi di Polizia fuori dal recinto dello stadio mentre all’interno c’è di tutto, e, ripetiamo, non si possono mandare le donne e gli uomini delle Forze dell’Ordine ogni santo giorno a rischiare di prendere pietre e altri oggetti contundenti in maniche di camicia e con i mocassini del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.

In queste condizioni davvero ci si può fare male e non si riesce a dare, nonostante tutta la buona volontà, un idoneo supporto ai Reparti specializzati per i servizi di O.P, qualora servisse, facendo aumentare in modo esponenziale i rischi anche per quel personale.

In sostanza, come ha detto uno degli operatori di domenica scorsa, non si può pensare che solo perché uno ha il brevetto di paracadutista, può essere lanciato nel vuoto anche senza paracadute.

Riteniamo pertanto che, contrariamente a quanto dichiarato ufficialmente in questi giorni, la partita si poteva preparare e giocare meglio, non solo in campo.

Vedremo cosa succederà con l’inizio dei prossimi campionati, in previsione di ciò, già lo scorso 11 giugno abbiamo chiesto un incontro al Questore.

 

Lecce, 19 giugno 2013

 

 

 

 

Le Segreterie Provinciali di Lecce e Taranto

 

 

 

 

Category: Costume e società

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