Tavolo Tecnico sui rifiuti
Da sempre l’associazione Sveglia Cittadina di San Cesario, presenzia ai Tavoli Tecnici sui cattivi odori provenienti dalle discariche di Cavallino. Oltre ad essere essa stessa un pungolo per gli amministratori, la sua azione (anche in altri ambiti) funge da grillo parlante, un racconto costante per tenere informati i suoi concittadini, di ciò che succede dopo le promesse e su quanto poi effettivamente concluso riguardo uno dei maggiori problemi che i paesi nelle vicinanze degli impianti devono sopportare oramai da anni…
Questa è la sua relazione dell’ultimo Tavolo Tecnico riunitosi presso la Provincia di Lecce il 15 aprile e della quale, come sempre, è stato fatto un manifesto affisso sui muri di San Cesario:
L’ultimo tavolo tecnico si era concluso con la prospettiva di effettuare dei monitoraggi sulla qualità dell’aria, e quindi ricercare dei possibili inquinanti, da parte di ARPA.
Sono state predisposte 7 postazioni (lungo il perimetro degli impianti) per il monitoraggio ambientale: 5 presso la discarica Guarini e 2 presso la discarica di soccorso Le Mate. Le informazioni che fornisce il monitoraggio utilizzato da ARPA (campionamento diffusivo), per tempi abbastanza lunghi e con elevata sensibilità, sono relative alle concentrazioni medie di una serie di inquinanti.
Inquinanti che pur avendo basse concentrazioni, hanno una soglia olfattiva molto bassa e quindi producono un disturbo olfattivo notevole, come ad esempio l’acido solfidrico (H2S), sostanza che viene prodotta durante il processo di digestione anaerobica (fermentazione in assenza di ossigeno), o come il limonene (che è un idrocarburo C10H16, ed ha un odore simile a quello che si sente quando si apre un cassonetto dei rifiuti).
I campionamenti, che ARPA definisce preliminari poiché il fenomeno dei miasmi è fortemente influenzato dalle condizioni climatiche, sono iniziati (con una cadenza mensile) a settembre.
Il responsabile ARPA, ci tiene a precisare che “… Alle concentrazioni rilevate di acido solfidrico, non si hanno effetti irreversibili per la salute delle persone, è certo che si hanno effetti di tipo olfattivo comunque configurabili come disturbi alla salute che in qualche modo si ripercuotono sulla psiche di chi è sottoposto a questi odori molesti…”.
Il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) già negli anni ’90 aveva commissionato uno studio sulle conseguenze degli odori molesti provenienti dalle discariche e ai quali erano sottoposti i cittadini, rilevando che questi individui avevano reazioni “nervose”.
Sempre il responsabile di ARPA che ha seguito i monitoraggi, giustamente, precisa che la normativa italiana è sprovvista di soglie limiti per l’emissione di questi agenti inquinanti e quindi ci si riferisce a dei “valori di riferimento”, soglie oltre le quali la percezione olfattiva comincia a diventare negativa.
Per avere un’idea delle soglie adottate da ARPA, ad esempio per l’acido solfidrico si adotta un valore di riferimento di 7 mg/m3 . In tutti e tre i siti monitorati da ARPA, si è avuto un superamento (se pur minimo) di questo valore di soglia, nei mesi di gennaio e febbraio si è arrivati a valori di circa 10 mg/m3.
Avendo rilevato questo dato, certamente, questi impianti sono stati all’origine dei disturbi olfattivi percepiti dai cittadini di San Cesario di Lecce, Cavallino, San Donato, Lizzanello e in alcuni periodi anche da Lequile e Lecce. Quindi, il riscontro analitico, si sposa con il riscontro sensoriale/olfattivo dei cittadini, e per ARPA questo riscontro, rappresenta un fattore di criticità. Criticità che deve essere chiarito da cosa dipenda, se dalla gestione del rifiuto, se dal trattamento o dal tipo di rifiuto stesso.
Nel periodo in cui è stato rilevato lo sforamento, ci sono state fasi di movimentazione del rifiuto e di manutenzione del nastro trasportatore. Valori anche superiori a 10 mg/m3 sono stati rilevati alla discarica Le Mate.
Queste operazioni di manutenzione, che possono durare anche due giorni, devono essere comunicate alle Autorità preposte (Provincia in questo caso). Le stesse Autorità si attiveranno per vedere se vi è stata comunicazione da parte dei gestori dei biotunnel.
A questo punto, Sveglia Cittadina (essendo presente come “uditori” e quindi non potendo intervenire direttamente, tramite il consigliere Samuela Foggetti di San Donato) chiede quale sia il rifiuto che è stato movimento durante la manutenzione. Se rifiuto tal-quale o rifiuto biostabilizzato.
A questa domanda, la risposta lascia un pò perplessi, poiché viene detto che durante la manutenzione, il rifiuto tal-quale (quindi non trattato, non biostabilizzato) su autorizzazione della Provincia, finisce direttamente nella discarica Le Mate.
A conclusione del tavolo tecnico:
Il Sindaco di San Cesario, Andrea Romano, chiede che vi sia una intensificazione dei controlli, soprattutto con l’avvicinarsi dell’estate (e quindi con l’aumento delle temperature), di stabilire se il gestore delle discariche abbia comunicato alla Provincia i giorni di manutenzione degli impianti, la verifica che Le Mate faccia funzione di discarica di servizio e soccorso (come da destinazione d’uso) e la possibilità di utilizzare un campionatore mobile per rilevare le emissioni odorigene, anche all’interno dei Comuni di San Donato, San Cesario e Cavallino, di modo da accertare quali siano gli agenti inquinati percepiti olfattivamente dalla popolazione limitrofa alle discariche.
Il consigliere di San Donato di Lecce, Samuela Foggetti, ha chiesto che venissero fatti dei controlli a campione sul rifiuto biostabilizzato che viene conferito a Le Mate.
Quest’ultima richiesta, risulta essere molto interessante, poiché si può capire la percentuale di umidità contenuta nel rifiuto biostabilizzato e da questa, se il processo di biostabilizzazione è avvenuto correttamente.
Sveglia Cittadina, ha chiesto se fosse possibile fare delle domande: abbiamo tenuto a chiarire che di norma si devono prevedere almeno n. 2 punti di prelievo lungo la direttrice principale del vento, al momento del campionamento, a monte e a valle della discarica, e che i dati devono essere rilevati mensilmente. Che quindi, sarebbe opportuno chiedere questi dati al gestore degli impianti e confrontarli con quelli rilevati da ARPA.
Inoltre, abbiamo chiesto conto delle eco-balle e se erano state elevate sanzioni per il fatto che queste erano ferme sul piazzale della ditta che le produce, quindi esposte alle condizioni climatiche (forti temperature in estate, pioggia e umidità) e per il fatto che molte di queste avevano il film di protezione lacerato, il che (per il processo di digestione anaerobica e per le condizioni climatiche) comporta emissioni odorigene e la formazione di percolato.
Sulle sanzioni non ci è stato risposto, mentre ci è stato detto che le eco-balle non sono più ferme sul piazzale della ditta produttrice di CDR (ed effettivamente abbiamo controllato che, ad oggi, è così!!!) e che sono state spedite in un inceneritore in Bulgaria.
Una cosa, appare chiara, ossia la non “perfetta” gestione dei rifiuti in questi impianti, cosa non di poco conto e sottolineata anche dal responsabile di ARPA.
Non dimentichiamo mai che i Cittadini sono le prime sentinelle del territorio.
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