RISOLTO IL GIALLO DEGLI SCOMPARSI MARINO E GRECO
TRE ARRESTI PER L’AUTORE E I SUOI COMPLICI NELLA SOPPRESSIONE DEI CADAVERI.
Nel pomeriggio di domenica 10 marzo 2013, GRECO Luca[1] e MARINO Massimiliano[2], soggetti gravati da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, contigui agli ambienti della criminalità organizzata operante nel nord salento, si erano allontanati insieme da casa a bordo dell’autovettura Lancia Lybra targata BG474FH di proprietà del MARINO. Nell’occasione GRECO Luca aveva riferito alla moglie che si sarebbe recato all’Ipercoop di Surbo (LE), unitamente a MARINO Massimiliano ma, da quel momento in poi, dei due si perdevano le tracce e vani risultavano i tentativi di rintracciarli posti in essere dai familiari.
Intanto, il 13.03.2013, in agro del Comune di Campi Salentina – località Giovannella, veniva rinvenuta la carcassa completamente bruciata della suddetta Lancia Lybra, all’interno della quale non veniva individuato alcun elemento utile allo sviluppo delle attività investigative.
Nel corso delle indagini, che si sviluppavano mediante l’ascolto di familiari e conoscenti, analisi e confronto di tabulati di traffico telefonico storico, l’attenzione si focalizzava fin da subito nei confronti di PERRINO Mino, gravato da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, e di un altro soggetto per via dell’assiduità dei contatti telefonici e dei documentati rapporti di frequentazione con gli scomparsi. Per tali motivi entrambi venivano escussi quali persone informate sui fatti al fine di acquisire elementi utili anche rispetto agli ultimi movimenti degli scomparsi, tenuto conto del fatto che PERRINO Mino era risultato fra le ultime persone contattate da MARINO proprio quel pomeriggio.
In tale contesto, il testimone chiave dell’intera vicenda, dopo una prima ritrosia determinata dal comprensibile stato d’ansia generato dalla gravità dell’episodio, forniva una dettagliata ricostruzione dell’accaduto in cui emergevano inequivocabilmente le responsabilità di PERRINO Mino quale autore del duplice omicidio di MARINO Massimiliano e GRECO Luca, nonché quelle di TASCO Luigi[3] e OCCHINERI Franz[4]per aver concorso nella soppressione dei cadaveri e per aver favorito PERRINO ad eludere le indagini.
Ascoltato dal P.M. e dai carabinieri, il testimone riferiva che la frequentazione assidua di PERRINO e MARINO era determinata da una lunga conoscenza e forse anche da complicità in alcuni delitti commessi dai due. Aggiungeva inoltre che MARINO, solito intrattenersi presso l’abitazione di PERRINO, ultimamente aveva fatto delle esplicite “avances” di natura sessuale alla compagna convivente di quest’ultimo.
Venuto a conoscenza dell’atteggiamento di MARINO, PERRINO aveva chiaramente esternato il proposito di dargli “una lezione”, manifestando a OCCHINERI, TASCO e allo stesso testimone il proprio forte risentimento.
L’occasione propizia giungeva proprio nel primo pomeriggio di domenica 10 marzo 2013 quando MARINO, ignaro dell’astio nutrito nei suoi confronti, preannunciava telefonicamente a PERRINO che a breve sarebbe giunto presso la sua abitazione per consumare un caffè. Inaspettatamente però MARINO si presentava a casa di PERRINO in compagnia di GRECO Luca, circostanza questa che tuttavia non lo faceva desistere dai suoi propositi delittuosi, considerato anche i vecchi rancori serbati nei confronti di quest’ultimo, suo ex cognato. Con un pretesto quindi PERRINO aveva condotto le vittime all’interno di un terreno, chiuso e recintato e del quale aveva la piena disponibilità, ove consumava l’azione omicida e dove tornava in serata insieme al testimone, TASCO e OCCHINERI. Con questi ultimi due si tratteneva per oltre un ora all’interno della proprietà per sopprimere i cadaveri. In seguito PERRINO, unitamente a TASCO, provvedeva a distruggere eventuali ulteriori prove dando fuoco alla Lancia Libra di MARINO a bordo della quale PERRINO era giunto sul luogo di consumazione del delitto.
La ricostruzione dei fatti fornita dal testimone trovava oggettivo e puntuale riscontro sia nei tabulati di traffico storico delle utenze in uso alle persone coinvolte, sia negli elementi acquisiti dall’ascolto delle persone informate sui fatti e dalle attività tecniche svolte.
Dalle dichiarazioni del testimone chiave emergono chiaramente le responsabilità di OCCHINERI Franz e TASCO Luigi, i quali si adoperavano con PERRINO Mino per sopprimere i due cadaveri, tornando con quest’ultimo sul luogo di consumazione del duplice omicidio. Ciò avveniva tra le 18.00 e le 20.00, come è rilevabile dalle brevi telefonate individuate a riscontro delle sue dichiarazioni sul tabulato del testimone ed effettuate sia a OCCHINERI che a TASCO in frenetica successione alle ore 18.57, 19.28, 19.35 e 19.36.
Oltre alle dichiarazioni rese dal testimone e ampiamente riscontrate dai tabulati, le responsabilità di PERRINO, OCCHINERI e TASCO emergevano anche alla luce delle condotte da questi ultimi tenute nei giorni successivi alla scomparsa e, ancora, la sera del 4 maggio dopo l’ascolto determinante del testimone e al termine di una preliminare ispezione dei luoghi effettuata sul terreno in questione.
In particolare PERRINO Mino, in analogia temporale con le utenze degli scomparsi,domenica 10 marzo 2013 dalle ore 17.02, orario come visto immediatamente successivo a quello individuato come di consumazione dell’omicidio, aveva interrotto le comunicazioni telefoniche fino alle ore 06:59 della mattina successiva.
Inoltre PERRINO, alcuni giorni dopo l’accaduto, aveva cessato l’utilizzo dell’utenza telefonica e del cellulare ad essa abbinato, al fine di dissimulare gli assidui contatti che erano intercorsi con MARINO Massimiliano e che potevano pertanto ricondurre a lui le investigazioni. Al riguardo assolutamente inverosimile risultava quanto riferito da PERRINO Mino a MICELLI Maria Luisa, moglie di GRECO Luca allorquando, al fine di giustificare l’impossibilità di fornirle il secondo numero di MARINO, eccepiva l’indisponibilità del proprio cellulare, affermando che lo stesso gli era caduto nel water, circostanza che si era, a suo dire, poi ripetuta anche con un altro telefono il giorno successivo. E’evidente come ciò appariva invece finalizzato a nascondere i rapporti intercorsi con gli scomparsi, nella consapevolezza della probabile convocazione da parte dei Carabinieri:
Dagli elementi probatori acquisiti e sopra descritti emerge chiaramente come fin dai momenti immediatamente successivi all’episodio delittuoso, consumato con freddezza e lucida determinazione, PERRINO Mino ha posto in essere tutta una serie di condotte finalizzate incontrovertibilmente ad inquinare le prove, in particolare sopprimendo i cadaveri in concorso con OCCHINERI Franz e TASCO Luigi; incendiando e distruggendo completamente l’autovettura Lancia Libra della vittima rendendola inservibile all’acquisizione di tracce pertinenti al reato; disfacendosi dei telefonini e delle sim card con cui aveva contattato la vittima MARINO Massimiliano e a lui in uso nelle fasi di consumazione dell’omicidio e concordando un’univoca versione di comodo da lui ideata e da rendere agli inquirenti.
Questa mattina, dopo gli arresti dei tre, l’epilogo della vicenda con il ritrovamento dei cadaveri dei due scomparsi in un pozzo nelle campagne di Salice Salentino, al confine con Campi Salentina, in contrada Don Francesco. Dopo le operazioni dei VV.FF. intervenuti per il recupero, si è preliminarmente appurato che i due dalla prima ispezione cadaverica sono stati attinti da almeno tre colpi di arma da fuoco ciascuno alla schiena.
Sul posto, oltre alla sezione rilievi del Comando Provinciale Carabinieri di Lecce, il medico legale, il PM di turno e successivamente il Procuratore della Repubblica di Lecce, accompagnato dal Comandante provinciale dei Carabinieri di Lecce, Col. Maurizio Ferla.
Category: Cronaca