TENTA DI IMPEDIRE UN ILLECITO E LO AGGREDISCONO A CALCI E PUGNI
Pescare nell’ambito di una “marina protetta” si può, a patto di sottostare ad appositi permessi e a una normativa minuziosa.
Alla regola non sfugge l’“Area Marina Protetta” di Porto Cesareo, alla cui gestione sovrintende un apposito Consorzio partecipato dai Comuni di Nardò e Porto Cesareo, nonché dalla Provincia di Lecce.
E a cui addetti è anche affidato il controllo su quanto avvenga lungo la costa dell’area, a cominciare da qualsiasi attività connessa alla pesca.
Ed è quello che ha provato a fare uno degli addetti di quell’Ente, questa mattina, con un finale però decisamente imprevisto e doloroso.
Il giovane, intorno alle 11, era appena arrivato in località S.Isidoro (agro di Porto Cesareo) quando si è imbattuto in un pescatore, il quarantasettenneenneF.N., che stava imbarcando delle reti su un piccolo natante da diporto.
Il problema è che quel gesto è illegale (è infatti vietato detenere attrezzature per la pesca professionale – quali appunto le reti – su una barca da diporto, al massimo utilizzabile per la pesca sportiva) e perciò il controllore ha provato a far interrompere quell’operazione.
E qui sono iniziati i guai, sfociati in una denuncia sporta ai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Campi Salentina e alla Stazione CC Porto Cesareo.
Secondo quanto denunciato, F.N. non solo avrebbe continuato imperterrito nella sua opera, ma avrebbe anche apostrofato l’interlocutore e l’avrebbe minacciato di colpirlo con un remo se non si fosse allontanato.
L’addetto del Consorzio si sarebbe spostato di qualche metro da lì, temendo conseguenze ulteriori, per avvertire i propri responsabili della questione e ricevere istruzioni.
In quei pochi muniti sarebbe sopraggiunto F.A., 49 anni, fratello di F.N., che a mo’ di sfida avrebbe chiamato a sé il controllore, a quanto pare “colpevole” di aver sollecitato il rispetto di una normativa.
Una volta avutolo a portata di mano, però, F.A. lo avrebbe colpito a pugni e trascinato per terra; poi entrambi i fratelli avrebbero continuato a colpire il giovane sempre a calci e pugni, mentre si trovava a terra, sino a quando solo l’intervento di alcune persone presenti nei pressi avrebbe in qualche modo fermato l’aggressione.
Il controllore si sarebbe quindi rifugiato sul furgone su cui viaggiava e si sarebbe allontanato per sporgere denuncia, oltre che per sottoporsi alle cure dei sanitari (guarirà in 10 giorni).
Immediato l’intervento di militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Campi Salentina, oltre che della stessa Stazione di Porto Cesareo, che in pochi minuti hanno individuato F.N. e, per gli accertamenti, lo hanno condotto nella locale caserma; lì, dopo circa un’ora, si è presentato anche F.A..
È allora cominciato un lavoro certosino di indagine condotto anche tramite l’ascolto di alcuni testimoni.
Alla fine, i due fratelli (che annoverano piccoli precedenti di polizia) sono stati denunciati in stato di libertà per lesioni aggravate.
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