Conferenza stampa: intervento integrale del Presidente Melcore
Ringrazio gli amici giornalisti che hanno risposto all’invito prendendo parte a questa conferenza, un saluto ai colleghi presenti e anche a quanti non potendo intervenire hanno telefonato scusandosi. Quanti operano nel nostro settore sanno bene, come gennaio sia il mese delle scadenze.
Quella della Comunicazione e’ una categoria importante, i cui diversi segmenti contano centinaia di piccole imprese nel Salento.
Purtroppo non ci conosciamo, e sopratutto non comunichiamo tra di noi. Questa e’ la nostra debolezza. Di questa debolezza i primi ad approfittare sono i clienti che spesso la utilizzano a loro vantaggio. Da qualche tempo, sempre più spesso lo fanno i Comuni e la Provincia di Lecce, credendo di poterci, scusate il termine colorito, mungere all’infinito neanche fossimo delle mucche, dimenticando che anche queste se non vengono fatte pascolare, possono essere portate solo al macello. Ed e’ ciò che è avvenuto con la cartellonistica stradale, hanno distrutto un settore.
Ecco perchè si è dato vita a quest’associazione che sta crescendo giorno per giorno.
Noi siamo persone che la mattina si alzano e si inventano un lavoro per se e per gli altri, non cerchiamo aiuti, non cerchiamo contributi, siamo in grado di procuraci il pane quotidiano con il nostro lavoro, con la nostra intraprendenza, con la nostra intelligenza, e gli esponenti della Provincia invece di riempirsi la bocca di belle parole, di bei propositi, con i quali si dichiara di voler dare vita a nuovi posti di lavoro, si limitino a non distruggere quelli esistenti.
Si è utilizzata, come una mannaia la scusa dell’abusivismo, per distruggere un intero settore per mandare a casa 290 persone. Dopo trent’anni di onorato lavoro sono stato costretto a chiudere l’azienda che si occupava di cartellonistica e mandare a casa sette persone.
Se oggi sono qui e’ solo per rispetto alla categoria, ai colleghi che nelle settimane scorse ho avuto l’onore e l’onere di rappresentare, accompagnato di volta in volta dai diversi colleghi, al tavolo della trattativa insieme al Presidente Gabellone ed al suo Staff tecnico.
Il risultato che abbiamo portato a casa, non è deludente, peggio. Bisogna avere il coraggio di essere sinceri, prima di tutto con se stessi. Abbiamo peccato di ingenuità, ho peccato di ingenuità, ci siamo fidati di un’istituzione che ritenevamo amica, di un Presidente che in passato ha riscosso l’ammirazione, la stima, la simpatia e la vicinanza politica, di molti di noi. Tutti i colleghi mi avevano riportato le rassicurazioni che il Presidente Gabellone aveva loro dato, circa una favorevole soluzione dei nostri problemi, ed io stesso un anno fa accompagnato da persona a lui vicino, quando gli ho chiesto se non fosse il caso di smontare una volta per tutte gli impianti, perchè io intendevo lavorare nella regolarità, mi aveva risposto con un sorriso, assicurandomi, che avrei pagato il giusto e che la mia azienda avrebbe continuato a svolgere il lavoro che da trent’anni svolgeva. Oggi quel l’azienda non esiste più.
Il mio stato d’animo, ve lo confesso più che di rabbia e di amarezza di delusione nei confronti di un’istituzione che dovrebbe rappresentare i cittadini, tutelare le imprese del territorio ed invece tramite comportamenti vergognosi, ed una tassazione insostenibile, ne decreta la morte.
Il Presidente Gabellone, bisogna avere l’umiltà di riconoscerlo, ci ha presi in giro, mi ha preso in giro, e per l’onesta intellettuale che mi contraddistingue devo riconoscerlo, mi sono fidato, non posso prendermi in giro da solo, raccontandomi la favola che siamo partiti da una tassazione che era pari a cento e siamo giunti a cinquanta.
Ma analizziamo i fatti, questa volta si, punto per punto.
Prima di apprestarci a sederci intorno al tavolo della trattativa, chi mi accompagnava ha fatto rilevare che non era normale che dovessimo trattare con un Tecnico della Provincia inquisito proprio per la cartellonistica.
Perchè è del tutto evidente che chiunque di noi si trovasse in quella condizione, oggettivamente non sarebbe sereno. Quindi motivi di opportunità avrebbero suggerito che quel Funzionario fosse trasferito in un altro settore.
La risposta è stata quella che è una prerogativa del Presidente scegliersi i propri collaboratori, e che comunque non vi era di che preoccuparsi perchè alla fine sarebbe stato il Presidente a decidere.
Ci sono state tre riunioni, nella prima siamo stati seduti intorno al tavolo per parlare del nulla, e quando sistematicamente esprimevo il mio disappunto mi veniva chiesto di avere pazienza, così son rimasto in attesa che qualcosa si concretizzasse.
Ma mentre noi eravamo intorno ad un tavolo, per discutere questa sorta d’armistizio, per trovare un accordo, una delle due parti sparava sulla croce rossa. Infatti le pattuglie della Provincia in quelle stesse ore elevavano decine di verbali. Era chiaro la Provincia non era interessata a riportare ordine sulle strade, semplicemente voleva fare cassa.
Seconda convocazione, stesso tavolo, stessa scena, ancora una volta l’entourage del Presidente ci rassicuravano dandoci ad intendere che era l’Ufficio Tecnico che autonomamente e pretestuosamente ci stava creando problemi, ma che alla fine il Presidente avrebbe risolto tutto.
Ed effettivamente ci convincemmo che così stessero le cose, perchè in quella seconda seduta il Presidente dopo essersi rivolto ai tecnici ricordando loro che fuori vi era una crisi che stava creando migliaia di disoccupati e che bisognava adottare un’equa tassazione, più bassa rispetto al passato, stabilì che il giorno dopo vi sarebbe stato un tavolo tecnico dove si sarebbero confrontate le posizioni della Categoria con quelle dell’Ufficio Tecnico della Provincia per giungere ad una soluzione condivisa. A quel tavolo tecnico avrei dovuto partecipare io in rappresentanza della categoria. Il giorno dopo telefonai per annunciarmi, e dal tono della risposta dell’interlocutore capii che quel tavolo non ci sarebbe stato. Il geometra con grande gentilezza mi disse che non vi era bisogno che ci incontrassimo che avrebbero preparato tutto loro. Ricordai quali che erano state le indicazioni del Presidente e insistetti per incontarrlo. Mi recai presso gli uffici della Provincia e questa volta intervenne direttamente il Responsabile del settore che zittii il geometra ordinandogli di non fornirmi alcuna informazione.
Quando fummo convocati per la terza è ultima volta, io non volevo partecipare ai lavori, lo dissi chiaramente che ci stavano prendendo in giro, ma alla fine mi lasciai convincere per fare un ultimo tentativo. Ci incontrammo col Presidente, Segretario Generale, Dirigente del Settore, ecc., io da parte mia invece che con i due giovani colleghi che mi avevano accompagnato nelle sedute precedenti, andai insieme ad un collega anziano, come me, diciamo uno un pò più scafato, che tra l’altro è stato assessore al Comune di Lecce ed è dello stesso partito di Gabellone, (gli amici sono qui tutti in sala e possono confermare parola per parola).
In quella sede volarono parole forti, i toni furono accesi, ma ancora una volta si disse: cerchiamo di portare a casa un qualche risultato. Certo, quando al Presidente dissi che il tavolo tecnico era saltato per espressa volantà del Responsabile dell’Ufficio Tecnico, e che a quel punto era chiaro che o vi era stato un ripensamento dell’organo politico, o l’organo tecnico, aveva disatteso le disposizioni del Presidente, e vidi che la risposta di Gabellone fu il silenzio, lì le nostre convinzioni vacillarono Lì cominciammo a comprendere che forse, non era l’ufficio Tecnico che faceva dell’ostruzionismo, ma era l’organo politico che ci prendeva in giro.
Dopo cinque ore di discussioni accese senza cavare un ragno dal buco, ci fu chiesto di firmare un documento nel quale sostanzialmente si riconosceva che Gabellone si era seduto intorno ad un tavolo con noi, che aveva dimostrato disponibilità all’ascolto, e che avrebbe riformato il Regolamento secondo le nostre indicazioni. Per quanto riguardava la tassazione, ci disse chiaramente che non poteva accettare che fosse simile a quella di Brindisi o di Taranto, perchè noi siamo una provincia turistica, e che il tutto poi sarebbe stato demandato al Consiglio.
Firmai pensando che quello fosse l’inizio di un percorso. Ovviamente chiesi di avere copia di quel regolamento, mi fu detto che avrei potuto dare un’occhiata in quella sede, risposi che andava studiato con la necessaria calma come avevano fatto loro. Mi aspettavo di riceverne una copia e studiarlo nei particolri insieme a tutta la categoria, si sa che è nei particolari che si nasconde il diavolo; apporre eventualmente delle correzioni, fare delle aggiunte, di norma si fa così. Poi, quando alla fine quando le due parti son d’accordo, la copia viene siglata facciata dopo facciata. Nei miei trent’anni di attività professionale, e nei miei dieci anni di consigliere comunale, io ho visto sempre fare così. Nulla di tutto questo è avvenuto.
Strappata la mia firma, quasi fosse un trofeo da esibire, Gabellone si è presentato in Consiglio provinciale sostenendo che la categoria era d’accordo esibendo la mia firma a sostegno delle Sue dichiarazioni.
Considerato che a tutt’oggi noi del settore non siamo in grado di quantificare con precisione le tasse che si dovrebbero pagare per i diversi mezzi pubblicitari, mi chiedo come abbiano fatto i Consiglieri provinciali a dare un voto consapevole su un regolamento di tal genere.
Le mie considerazioni si fermano qui per dare spazio agli altri amici.
Adesso cedo la parola agli altri colleghi che interverranno, poi i giornalisti potranno porre tutte le domande che desiderano. Infine leggerò, e poi vi consegnerò una copia della lettera aperta che sarà inviata al Presidente Gabellone.
Prima di cedere il microfono voglio ringraziare gli amici della Digital Copy , della Pubblicitas, delle Grafiche, della Gestipos, di Afficom,della Digita Vision, della Vercar, di Xgraf, e tutti i grafici e i creativi che sono qui presenti.
Un sentito ringraziamento, inoltre, a tutte quelle aziende che, se anche oggi non sono qui, ci hanno dato il loro sostegno stampando i 150 poster 6×3 che sono stati affissi nell’intera provincia. Infine ringrazio le quindici aziende che si sono occupate dell’affissione.
Valerio Melcore
Category: Costume e società